"Colpo Google, presa Motorola! Riflessioni sull’acquisizione"
La prima parte del titolo somiglia molto a quelli dei quotidiani sportivi quando annunciano un grande colpo fatto da una squadra di calcio, come un grande campione. E in effetti, quello avvenuto oggi è davvero un gran colpo: per la bellezza di 12 miliardi e mezzo di $, Google si aggiudica Motorola Mobility, la divisione telefoni cellulari di quello che era un tempo un unico conglomerato sotto l’unico nome di Motorola.
L’immagine, proveniente da Macrumors, pur non avendo questo scopo, sembra volere un po’ rappresentare i rapporti di forza tra le due società: da una parte la grande Google, dall’altra la più piccola Motorola. Non è un mistero che Motorola non versi in ottime acque già da vario tempo: a gennaio di quest’anno la società era stata divisa in due, Motorola Mobility, l’oggetto di questa acquisizione e Motorola Solutions, dedicata alle infrastrutture di rete. Negli ultimi tempi Motorola aveva piazzato dei buoni colpi, con smartphone come MILESTONE e DROID che avevano rialzato un po’ il blasone del marchio, piuttosto calato nel tempo. Sempre nel tentativo di rilanciarsi, il nuovo tablet XOOM presentava buone caratteristiche per poter essere tra i protagonisti nel confronto diretto con gli altri concorrenti basati su Android. Tuttavia, questi tentativi di rilancio sono stati e sono tuttora contrastati da dure battaglie legali con Apple e Microsoft relative a brevetti infranti: con Apple l’ultimo sviluppo è proprio di qualche giorno fa, quando l’azienda di Cupertino chiese una misura restrittiva per le vendite dello XOOM analoga a quella ottenuta per il Galaxy Tab 10.1 di Samsung in Europa. E dire che in passato con Apple e Microsoft non c’era tutto questo astio: con la prima Motorola creò il ROKR, il primo tentativo dell’azienda di Cupertino di portare iTunes nella telefonia mobile; con la seconda vi fu una importante partnership relativa all’allora Windows Mobile, su cui Motorola investì risorse e anche vari modelli per il settore aziendale. Ora le cose sono cambiate e l’amicizia creatasi nel tempo con Google si è trasformata oggi in un vero e proprio fidanzamento: per il matrimonio toccherà aspettare i possibili Don Rodrigo della situazione, ossia le antitrust. Sinceramente, però, non sembrano esserci i presupposti per un blocco: la quota di mercato di Motorola non impensierisce di certo Nokia, Samsung e Apple e poiché non costituisce perdite per il mercato libero l’acquisizione sarà quasi sicuramente portata a termine.
Questa acquisizione cambierà molte cose, nel corso dei prossimi mesi. Le intenzioni di Google sono quelle di mantenere Motorola Mobility come una entità separata rispetto al colosso di Mountain View, ma è stato subito messo in chiaro che il legame tra le due aziende diventerà molto più stretto sotto forma di Android. E in effetti, perché non approfittarne? Avendo già il software e ora anche l’hardware si può creare un ecosistema molto più solido di quello attuale, abbattendo sensibilmente il problema della frammentazione e seguendo le orme piuttosto fruttuose di Apple e iOS. Chiaramente non verranno lasciati da soli, gli OEM. HTC, LG, Samsung e Sony Ericsson continueranno a produrre terminali con Android e con un vantaggio: maggiore protezione legale. Dal punto di vista dei brevetti, infatti, Motorola è una miniera d’oro per Google: un totale di 24.500 brevetti sarà infatti coinvolto in questo passaggio di mano. Appare chiaro che con una mole così ampia di brevetti chiunque si sentirebbe più coperto, soprattutto con Apple e Microsoft pronte a dar battaglia anche sulla minima violazione. Non è un caso se tutti i commenti dei principali produttori di terminali Android hanno espresso sollievo a riguardo. Ma è un sollievo che rischia di essere un po’ di facciata, perché inevitabilmente con un fornitore che ora produce telefoni direttamente in concorrenza con gli altri diventa dura avere rapporti profondi e cordiali come prima. Se per HTC e LG, aziende che si dedicano al multipiattaforma senza troppi problemi, non sarà un cambiamento molto negativo, per Samsung potrebbe invece esserlo. L’azienda coreana sta infatti puntando praticamente tutto su Android, andando allo scontro “fisico” con Apple e anche privilegiando il sistema operativo di Google a quello interno, Bada. Non è da escludere che possa approfittarne Microsoft: offrendo a Samsung un contratto simile o uguale a quello ottenuto con Nokia, potrebbe convincere i coreani a ridimensionare in parte i loro investimenti su Android per andare a valorizzare invece l’emergente Windows Phone 7. E a proposito di Microsoft e Nokia: quest’oggi, a seguito della notizia, i loro titoli in borsa hanno avuto consistenti rialzi. Il perché è intuibile: la situazione di limbo che si creerà nei prossimi mesi, in cui si andrà a definire come e in che misura Google sfrutterà primariamente Motorola e quale trattamento sarà riservato agli altri OEM, potrebbe avvantaggiare il sistema operativo di Redmond, che si presenterà con un partner già forte e sicuro. Non sarà la miglior Nokia di sempre, ma è pur sempre un gigante del settore che quando si muove può far paura.
Tornando poi al discorso brevetti, anche qui si intrecciano Apple e Microsoft nel quadro generale. Entrambe le aziende sono in causa con Motorola. L’azienda che acquista l’attrice/convenuta se ne assume anche le responsabilità legali, di solito, dunque entro pochi mesi Apple e Microsoft se la vedranno direttamente con Google, di certo un bell’osso duro, molto più di Motorola. Un detto dice: “Il nemico del mio nemico è mio amico”. Una alleanza sul fronte dei servizi tra Cupertino e Redmond potrebbe portare importanti ripercussioni. Basta pensare al salto di marketshare che farebbe Bing se passasse da opzione a predefinito in iOS, magari diventando anche fornitore di mappe al posto di Google Maps. In fondo, quasi tutti i servizi di Google sarebbero rimpiazzabili da analoghi di Microsoft. Se poi porteranno vantaggi in termini qualitativi o meno è difficile dirlo ora come ora, ma non sarebbe una cosa stupefacente vedere Apple preferire i servizi di Redmond a quelli di Mountain View. In fondo, se Internet Explorer è stato per anni browser di default in Mac OS, far diventare Bing motore di ricerca di default in iOS non dovrebbe essere così difficile, con i giusti termini economici. Di certo un cambio così radicale di partnership sarebbe piuttosto sentito da Google, che pur avendo Android perderebbe comunque una consistente fetta di mercato mobile senza i suoi servizi direttamente integrati in iOS. Probabilmente, però, non servirà arrivare a questo punto: o Google o Apple faranno in modo che la causa in corso finisca in “pari e patta”, per non arrecarsi danni a vicenda e non doversi scontrare frontalmente.
Chi ci guadagnerà dal tutto? Così com’è sicuro che Google avrà benefici in termini di brevetti e di controllo dell’ecosistema, difficile che anche Apple ne potrà avere, al massimo per l’azienda di Jobs rimarrà tutto com’è oggi. Sembra la classica situazione del detto “Tra i due litiganti, il terzo gode”: Microsoft potrebbe a sorpresa avere le carte giuste per diventare l’arbitro della contesa, levandosi anche qualche sassolino dalla scarpa in termini di quote di mercato. Ad ogni modo, l’acquisizione avverrà non prima di fine 2011, o pessimisticamente all’inizio del 2012: fino ad allora, tutte queste rimarranno solo supposizioni da verificare sul campo. Nel frattempo, complimenti a Google per il grande acquisto e in bocca al lupo per la sua nuova avventura come produttrice più o meno diretta di smartphone.
Fonte: saggiamente.com