e tu pensi che uno stilista disegna di suo pugno tutti i vestiti di tutte le linee che ha???
e tu pensi che uno stilista disegna di suo pugno tutti i vestiti di tutte le linee che ha???
Prima di diventare qualcuno sì (e non guadagna un'ostia).Originariamente inviata da SamFisher
Quando diventa qualcuno (e inizia a guadagnare e ad aprire altre linee), ovviamente la maggior parte del lavoro la fanno altri (pur sempre seguendo le sue idee)...
Non metto in dubbio che tu sia una persona molto più esperta di me ma mi è venuto un dubbio...Originariamente inviata da George Best
Esempio:
Jeans D&G 180 Euro
Jeans Dolce&Gabbana 850 Euro
il divario in quale dei campi da te sopra citato va inserito a parte nei materiali??
quando avrai un fratello che lavoro nella ditta che fa i vestiti per armani etc, quando saprai come funziona la pubblicità e quanto prende la tv per della pubblicità e parlerai con chi ha le ditte che producono i vestiti per quelli che consideri degli artisti potrai darmi dello stupido o di uno che se le sogna di notte certe cose.....scusami tanto se per me gli artisti sono gente del calibro di Michelangelo, Raffaello, Depero, e non penso che Valentino rientrerà mai tra questi! dopotutto nei libri di storia, è pieno di stilisti!!Cmq sai cosa fanno le ditte che vendono i tuoi vestitini a 800 euro??te lo dico subito vendono i jeans marcati a quel prezzo dopodichè in contemporanea sono padroni di nomi meno blasonati che vendono lo stesso prodotto con una marca differente! e questo lo so da chi ci lavora dai tuoi amati "artisti" che guadagnano quei pochi miliardini all'anno! dai prova a ribattere anche questo ora!! e dimmi ora che non ho prove o non so niente! che mi invento le cose, che non mi baso su fatti reali etc etc!
La firma deve esser sinonimo di qualità, nn in tutti i casi, cmq uno paga 800 € x avere qualcosa di speciale ed unico, naturalmente, spesso nn è così è la solita minestra riscaldata, e avolte pure piuttosto schifosa..
DG fa anche jeans a molto meno. Certo, l'esclusività del capo poi è direttamente proporzionale al valore (e dunque, inevitabilmente, al prezzo).Originariamente inviata da SamFisher
Originariamente inviata da adfk
A dimostrazione del fatto che blateri senza sapere un emerita fava, ci sono due tue frasi:
"peccato che hai fatto solo i conti industriali, il marketing non esiste più per te, che fra parentesi è la parte che comporta maggiori spese"
"quanto prende la tv per della pubblicità"
L'hai ammesso tu stesso che ho escluso (volontariamente, peraltro) delle spese da quella lista, non facendo altro che avvalorare quello che dico io.
Al resto evito di rispondere, non vale la pena... :smt056
La lavorazione, la differenza di tempo che si impiega a confezionarli, il diverso target...Originariamente inviata da SamFisher
si, in fatti ma ti sottolineo che ti ho scritto che è la maggior parte dei COSTI, e visto che parli tanto di economia ci sono COSTI E RICAVI! io ti ho detto che la pubblicità porta via la fetta più grossa dei costi (quindi stavamo parlando solo di COSTI), ma ciò voleva dire che i ricavi sono molti molti di più e i costi non sono così esorbitanti da giustificare il prezzo finale così alto... per il resto non puoi commentare perchè non puoi controbattere a una cosa vera.... e se tu hai prove che non sia come dico io..dimostramelo e ti darò pienamente ragione...ma purtroppo per te non puoi avere prove più vere di gente che ci lavora con questa gente!
La quotazione.Originariamente inviata da George Best
La corrispondenza tra prezzo e valore intrinseco per la moda è una favoletta.
Gran parte del prezzo (credo almeno il 50%) è dovuto alla quotazione della firma, come avviene per gli oggetti di valore artistico.
Ovvero, se c'è un numero sufficiente di persone disposte a comprare un paio di jeans Dolce&Gabbana a 800€, loro vendono a quel prezzo. Segli stessi jeans, prodotti nello stesso modo, avessero un'altra firma, con una quotazione diversa, sarebbero venduti magari a 600€ o a 1000€ (certo non a 100€).
Non stiamo parlando di marche di biscotti o di pentole, che si tengono un guadagno fisso sui costi di produzione. Nella moda si vende a quel che si è quotati (entro un certo margine).
Che poi questo sia giusto o sbagliato è un altro discorso, non so neanche se i termini "giusto" e "sbagliato" siano applicabili in queste circostanze.