"Tesoro, mi racconti una fiaba?"
"Una fiaba...?! Adesso...?!"
"Sì...Non si raccontano prima di andare a dormire, le fiabe...?!"
"Ma... non me ne ricordo nessuna... Se vuoi te la faccio vivere..."
Un bacio.
"No, dai... io dicevo davvero. Voglio ascoltare una bella fiaba. E voglio che sia tu a raccontarmela."
"E perchè io...?!Non sono mica rinomato per la mia abilità di cantastorie..."
"Beh, oddio... le bugie, quando vuoi sai raccontarle molto bene..."
Un cuscino che vola.
"...Non è vero..."
"E' verissimo. Non ribattere..."
"Ma...comunque non è la stessa cosa...Cosa c'entrano le bugie con le fiabe...?!".
"C'entrano, c'entrano... devi usare la stessa parte del cervello, sai...?!"
Francesco sospira.
"Non me ne ricordo nessuna, te l'ho detto..."
"E chi ha detto che volevo sentire una fiaba già scritta e raccontata? Devi inventarla per me, adesso..."
"Tu sei pazza..."
"Sì, evidentemente.Visto che ho deciso di sposarti..."
Un altro cuscino che vola, prendola in pieno.
Francesco ride.
Esulta.
"E dai... fallo per lei..."
"Questo è un ricatto..."
"No, è solo la buona motivazione che ti serviva a sentirti meno idiota..."
Francesco si avvicina.
"Va bene.Ma devi aiutarmi.Promettimi che non ti addormenterai a metà..."
"Ti pare...?! Lo sai che sono curiosa...".
"C'era una volta..."
Francesco resta sospeso un momento.
"Ci serve un protagonista, un nome..."
"Uhm... perchè non una protagonista...?!"
"Ma io volevo raccontarti una storia di combattimenti e di cattivi tremendi e spaventosi..."
"Credi che una femminuccia avrà necessariamente più paura di un drago?".
Francesco alza le mani, in segno di resa.
" E va bene, va bene... stasera non ho molta scelta a quanto pare... ".
"Te ne sei già reso conto? Wow... è veramente una serata speciale...".
Ride.
"Insomma. La vuoi senitre o no questa fiaba...?!"
"Sì, sì... C'era una volta Andrea, dicevi..."
"Andrea...?! Ma non avevi deciso che doveva essere un fiocco rosa...?!"
"E chi t'ha detto che Andrea è un maschietto?"
"Ma...Andrea non è il nome adatto ad una donna..."
"Beh, in Italia non lo usiamo per le femminucce, ma, fidati, ci sono un sacco di Andree nel mondo..."
"Tipo...?"
"Uff. Stai diventando polemico. A me Andrea piace. E se ci sono quelli come te, che pensano sia un nome azzurro per forza, significa che chi lo porta deve dimostrare di avere coraggio. E noi vogliamo una protagonista coraggiosa, no...?!"
"Ho smesso di seguirti dopo che hai detto che ti piace..."
"Stronzo..."
Francesco ride.
Scuote la testa e riprende.
"C'era una volta Andrea, una bellissima ragazza..."
"Sei scontato."
"Perchè...?!"
"Possibile che tutte le protagoniste di storie siano donne bellissime...?! Abbiamo già detto che dimostrerà coraggio, mica possiamo ragalargli tutte le virtù...".
"Beh, magari è una perfetta idiota..."
"Non voglio una protagonista stupida. Preferisco che non sia bella. E che sia una bambina. Così non c'è bisogno di metterci in mezzi amori tragici e principi azzurri..."
"Anche i bambini si innamorano.Soffrono pure. Non ti ha mai lasciata il fidanzatino...?!"
"No. Ero bellissima."
Ride.
Fu così che iniziò.
"C'era una volta, in un paese che sembra questo ma non lo è, una bambina di nome Andrea. Non importava a nessuno quanti anni avesse, così col tempo se lo era dimenticato anche lei.
Andrea non era una bambina particolarmente bella. Era una qualsiasi. Aveva due occhi qualsiasi, un naso qualsiasi, una bocca qualsiasi. Aveva una figura qualsiasi, a vostro piacere.
Non importava a nessuno, come fosse Andrea. Era come se ognuno ne avesse l'immagine che preferiva. Come se cambiasse attraverso gli occhi di chi la guardava...."
"Un giorno qualsiasi, quello che preferite, Andrea era in casa e si annoiava a morte. "Mi annoio, mamma...!! " sottolineò, guardando fuori dal vetro perfettamente pulito. Era una giornata bellissima e il sole rendeva il giardino più affascinante e vivo di quanto già non fosse. "Se t'impegnassi in qualcosa di utile, non saresti più annoiata, tesoro..." rispose la mamma, senza smettere di lavare i piatti. "Non hai i compiti da finire...?! Su, vai a prendere i libri...". "Ma ho ancora due giorni interi, per farli..." protestò Andrea aprendo la finestra.
Un vento dispettoso le scompigliò i capelli. "Posso uscire a giocare in giardino...?!". La sua era una vera e propria supplica. La mamma sembrò pensarci qualche istante. "Vai. Ma non sporcarti le scarpe nuove. E soprattutto, non aprire il cancello...". "Certo...!!" esclamò Andrea felice.
E fu così che iniziò davvero.
Forse.
"Uhm..."
"Che c'è che non va...?!Io mi sto impegnando..."
"Sì, tesoro... è solo che... mi chiedevo cosa poteva succedere di straordinario ad una bambina, in un giardino..."
"Mi sottovaluti...".
"No, assolutamente... Ma avevo voglia di un mondo magico, sai...non per niente ti avevo tirato in ballo il drago, prima..."
"Mi stai dicendo che questo mondo non è abbastanza magico...?!"
Francesco le accarezza la pancia.
Per un momento entrambi sono troppo occupati a guardare la mano, per parlare.
"Ci sono cose più spaventose di un drago sputafuoco e cameriere più affascinanti di principesse eleganti..."
"E ottimi prestigiatori, sì. Ma non divaghiamo...Voglio che continui. Che succede in giardino...?!"
"E chi ha detto che ci arriva, in giardino?"
"Eh...?!Ma..."
"Non stasera. Continuiamo domani..."
Francesco si alza.
Le prende le mani.
Fa alzare anche lei.
"....ma io voglio sapere che succede..."
Francesco spegne la luce.
Buio.
Ci son cose che neanche al narratore è dato raccontare.
...ovviamente i dialoghi sono da rivedere... è buttata giù di getto... ma volevo sapere comunque cosa ne pensate...