Non ho la minima idea del perchè abbia voluto mettermi a scrivere queste parole in questo nuovo e curioso blog. Non lo so, non mi auguro niente, ho solo bisogno di trovare un motivo per scrivere. Ho un tormento allo stomaco. è incominciato da pochi giorni, e da allora incomincia a rodermi dentro la pancia e sento il cuore battere forte in quel punto impreciso sotto l'ombelico e dove in una persona atletica spunterebbero gli addominali. Nel mio caso clinico, naturalmente, parlo di rotoli di grasso abbondanti e anche un poco pelosi. Sento di dovermi sfogare in qualche modo, sento che è il mio stomaco a volerlo e non sono io. Naturalmente, io sono il mio corpo e lo stomaco è parte integrante del mio corpo, e quindi posso benissimo dire che io sono il mio stomaco. Allora sono io ad avere una cosa che mi rode, qualcosa che mi gratta e che mi da fastidio ed eccitazione allo stesso tempo. è incredibile come si possano sentire i propri sentimenti semplicemente con lo stomaco. Non ho un grande dialogo con il mio corpo, devo ammetterlo, e a dirla tutta, non ho un dialogo vero con me stesso. Rifletto troppo. Oggi una persona mi ha detto di essere una riflessiva e una introversa, che sta molto sulle sue anche se in apparenza potrebbe trattarsi di una delle persone più estroverse. La riflessione, le domande che ci si fa e le risposte che ci si cerca di dare sono tutte frutto della mente umana. Sì, le solite domande che da millenni ci poniamo e che crediamo ormai di trovare sorpassate ed inutili. Sì, cose che ti fanno sclerare ed impazzire, perchè, come dicono tutti e ne abbiamo tutti le palle piene, non riusciamo a vivere quaggiù senza porci un obbiettivo, una verità da raggiungere, un vero e proprio motivo. Esistere e procreare allora non ci bastano? Quale assurdità della mente umana, siamo talmente convinti della propria intelligenza da credere e pensare di avere addirittura uno scopo.
Le regole sono state fatte perchè noi non abbiamo mai avuto nient'altro da fare. A cominciare dal bene e dal male, siamo andati avanti a dividere le cose in categorie senza guardare il tutto nel suo insieme. Il nostro pensiero è schematico, obbiettivo, categorico e riesce a considerare il piccolo e non il suo insieme. Proverei a spegarmi in parole diverse, ma le mie capacità sono piuttosto limitate, e questo è un dialogo interiore scritto, giusto per tenerlo come appunto o per trovare nuove idee al di fuori. Mi sono bloccato improvvisamente, senza sapere come continuare. Ho toccato troppi argomenti che andrebbero approfonditi tutti nel loro dettaglio ma io non sono il massimo nella precisazione, preferisco il quadro generale delle cose, forse per semplicità o per inettitudine. Ed è proprio per questo che abbiamo bisogno, per continuare, di trovare il dettaglio e di saperci spiegare al meglio. è strano perchè molte cose non dovrebbero venire espresse con le parole, ma semplicemente con il pensiero. Oppure con l'energia fisica, o anzi con l'energia che noi emettiamo continuamente, essendo creature vive.
Dunque per poter sopravvivere in questa terra ci siamo dati regole che ci dovrebbero regolare e mantenere in una pace interiore al solo scopo di fare quello che crediamo di dovere fare. Ma se da sempre noi pensiamo in modi diversi, chi crede in un giorno del giudizio, chi crede nella conquista di tutto ciò che conosciamo, abbiamo bisogno di regole molto diverse e di società opposte. Non società fuse tutte in qualcosa di troppo inflessibile e dove non ci sarà mai posto per l'onestà perchè inutile. Quindi, il nostro scopo non è pensare ad un mondo senza di noi o dividere sentimenti ed idee, bensì vivere più a lungo che possiamo e portare avanti la nostra specie.
La nostra specie però possiamo considerarla in molti modi. Essendo l'uomo adattabile a qualsiasi situazione perchè è riuscito tramite l'evoluzione ad adattarsi e non a specializzarsi, avrebbe potuto benissimo sopravvivere sfruttando la natura al meglio. Quello che l'uomo fa è distruggere la natura. Ma non la distrugge semplicemente eliminandola, ma la modifica, come si modifica qualsiasi cosa noi possiamo concepire. Se la nostra terra fosse stata sempre fatta di anidride carbonica e noi avessimo dovuto adattarci e respirarla, un mondo pieno di ossigeno sarebbe un luogo invivibile e contrario al nostro habitat naturale. Quindi quando diciamo che l'uomo uccide la natura noi diciamo che l'uomo fa danno solo a se stesso. Questo è tutto contro le regole della sopravvivenza, le prime e quelle che considero basali per la nostra epopea terrestre. Se eliminiamo le regole di sopravvivenza, rimaniamo solo con le nostre regole astratte che la mente ci ha creato, le leggi che ci organizzano in nazioni e ci garantiscono diritti e doveri. Leggi tuttavia che non seguono lo stato animale e che quindi finiranno col farci rimanere in una sorta di limbo psichico, che ci condannerebbe ad uno stato di empatia fisica. Un giorno però, quando il sole si spegnerà e noi forse avremmo colonizzato il sistema che lo circonda, verremo colti all'improvviso da un'ondata di calore vitale, utlimo soffio di vita che ci spazzerà via, e i questo soffio vorticoso moriremo tutti, con le nostre ansie e le nostre paure del futuro.