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Un po' di dubbi sui segni dell'esistenza

  1. #1
    Matricola FdT
    Uomo 31 anni da Udine
    Iscrizione: 22/8/2009
    Messaggi: 3
    Piaciuto: 0 volte

    Predefinito Un po' di dubbi sui segni dell'esistenza

    Non ho la minima idea del perchè abbia voluto mettermi a scrivere queste parole in questo nuovo e curioso blog. Non lo so, non mi auguro niente, ho solo bisogno di trovare un motivo per scrivere. Ho un tormento allo stomaco. è incominciato da pochi giorni, e da allora incomincia a rodermi dentro la pancia e sento il cuore battere forte in quel punto impreciso sotto l'ombelico e dove in una persona atletica spunterebbero gli addominali. Nel mio caso clinico, naturalmente, parlo di rotoli di grasso abbondanti e anche un poco pelosi. Sento di dovermi sfogare in qualche modo, sento che è il mio stomaco a volerlo e non sono io. Naturalmente, io sono il mio corpo e lo stomaco è parte integrante del mio corpo, e quindi posso benissimo dire che io sono il mio stomaco. Allora sono io ad avere una cosa che mi rode, qualcosa che mi gratta e che mi da fastidio ed eccitazione allo stesso tempo. è incredibile come si possano sentire i propri sentimenti semplicemente con lo stomaco. Non ho un grande dialogo con il mio corpo, devo ammetterlo, e a dirla tutta, non ho un dialogo vero con me stesso. Rifletto troppo. Oggi una persona mi ha detto di essere una riflessiva e una introversa, che sta molto sulle sue anche se in apparenza potrebbe trattarsi di una delle persone più estroverse. La riflessione, le domande che ci si fa e le risposte che ci si cerca di dare sono tutte frutto della mente umana. Sì, le solite domande che da millenni ci poniamo e che crediamo ormai di trovare sorpassate ed inutili. Sì, cose che ti fanno sclerare ed impazzire, perchè, come dicono tutti e ne abbiamo tutti le palle piene, non riusciamo a vivere quaggiù senza porci un obbiettivo, una verità da raggiungere, un vero e proprio motivo. Esistere e procreare allora non ci bastano? Quale assurdità della mente umana, siamo talmente convinti della propria intelligenza da credere e pensare di avere addirittura uno scopo.
    Le regole sono state fatte perchè noi non abbiamo mai avuto nient'altro da fare. A cominciare dal bene e dal male, siamo andati avanti a dividere le cose in categorie senza guardare il tutto nel suo insieme. Il nostro pensiero è schematico, obbiettivo, categorico e riesce a considerare il piccolo e non il suo insieme. Proverei a spegarmi in parole diverse, ma le mie capacità sono piuttosto limitate, e questo è un dialogo interiore scritto, giusto per tenerlo come appunto o per trovare nuove idee al di fuori. Mi sono bloccato improvvisamente, senza sapere come continuare. Ho toccato troppi argomenti che andrebbero approfonditi tutti nel loro dettaglio ma io non sono il massimo nella precisazione, preferisco il quadro generale delle cose, forse per semplicità o per inettitudine. Ed è proprio per questo che abbiamo bisogno, per continuare, di trovare il dettaglio e di saperci spiegare al meglio. è strano perchè molte cose non dovrebbero venire espresse con le parole, ma semplicemente con il pensiero. Oppure con l'energia fisica, o anzi con l'energia che noi emettiamo continuamente, essendo creature vive.
    Dunque per poter sopravvivere in questa terra ci siamo dati regole che ci dovrebbero regolare e mantenere in una pace interiore al solo scopo di fare quello che crediamo di dovere fare. Ma se da sempre noi pensiamo in modi diversi, chi crede in un giorno del giudizio, chi crede nella conquista di tutto ciò che conosciamo, abbiamo bisogno di regole molto diverse e di società opposte. Non società fuse tutte in qualcosa di troppo inflessibile e dove non ci sarà mai posto per l'onestà perchè inutile. Quindi, il nostro scopo non è pensare ad un mondo senza di noi o dividere sentimenti ed idee, bensì vivere più a lungo che possiamo e portare avanti la nostra specie.
    La nostra specie però possiamo considerarla in molti modi. Essendo l'uomo adattabile a qualsiasi situazione perchè è riuscito tramite l'evoluzione ad adattarsi e non a specializzarsi, avrebbe potuto benissimo sopravvivere sfruttando la natura al meglio. Quello che l'uomo fa è distruggere la natura. Ma non la distrugge semplicemente eliminandola, ma la modifica, come si modifica qualsiasi cosa noi possiamo concepire. Se la nostra terra fosse stata sempre fatta di anidride carbonica e noi avessimo dovuto adattarci e respirarla, un mondo pieno di ossigeno sarebbe un luogo invivibile e contrario al nostro habitat naturale. Quindi quando diciamo che l'uomo uccide la natura noi diciamo che l'uomo fa danno solo a se stesso. Questo è tutto contro le regole della sopravvivenza, le prime e quelle che considero basali per la nostra epopea terrestre. Se eliminiamo le regole di sopravvivenza, rimaniamo solo con le nostre regole astratte che la mente ci ha creato, le leggi che ci organizzano in nazioni e ci garantiscono diritti e doveri. Leggi tuttavia che non seguono lo stato animale e che quindi finiranno col farci rimanere in una sorta di limbo psichico, che ci condannerebbe ad uno stato di empatia fisica. Un giorno però, quando il sole si spegnerà e noi forse avremmo colonizzato il sistema che lo circonda, verremo colti all'improvviso da un'ondata di calore vitale, utlimo soffio di vita che ci spazzerà via, e i questo soffio vorticoso moriremo tutti, con le nostre ansie e le nostre paure del futuro.


  2. #2
    Dovahkiin
    Utente cancellato

    Predefinito

    C'è qualcosa che manca e di cui non tieni conto nel ragionamento che fai, e cioè che le regole e le costruzioni mentali dell'uomo non sono semplicemente senza senso o prodotti di un'altezzosa convinzione della propria superiorità tale da partorire quasi dal nulla un senso che non esiste.

    Le domande che l'uomo si pone, come hai sottolineato tu all'inizio del tuo ragionamento, esistono e esisteranno probabilmente per sempre. Ma il particolare da considerare può esser visto da un'altra prospettiva.
    L'afflizione maggiore per l'essere umano non sono le domande in sé, ma l'assenza di risposte.

    E l'assenza di risposte porta l'uomo al sentimento forse più puro e bestiale che si annida tra le sua interiora, perchè d'interiora si parla, non di neuroni o impulsi elettrici; sto parlando della paura.
    L'uomo schematizza sé stesso e il mondo che trova attorno a sé, sodomizza la natura e si lega a regole che altrimenti non avrebbero senso di esistere. Non solo.
    L'uomo violenta, uccide, distrugge, odia, spezza, trancia, squarcia, brucia.
    In una parola, abusa. Abusa di sé stesso, degli altri e delle proprie capacità, di ciò che gli viene donato e di ciò che gli viene detratto, delle altrui debolezze e delle altrui mancanze.
    Perchè dico che ciò è riconducibile alla paura? Sembra un ragionamento insensato, in fondo.
    Eppure, se ci pensi, è la paura l'unico vero sentimento che possiamo dire naturale e puro tra quelli insiti negli esseri umani. Alla società non conviene che tu abbia paura; alla natura, nemmeno (l'istinto di sopravvivenza e la paura son cose differenti); a te stesso, neppure.
    Tuttavia l'uomo si trova slanciato in un mondo che senso non ne ha. Non ha conoscenza della propria meta, dei passi da muovere e di come muoverli.
    Si trova vomitato nel bel mezzo di un'enorme mondo che non ha altro che da offrirgli se non la follia. La tortura.
    La tortura più grande del mondo è per l'uomo vivere.
    Perchè vivendo l'essere, da particella inanimata a cellula a bestia a ominide, ha acquisito coscienza della propria esistenza. E l'orrore più grande quando apprendi di esistere è la consapevolezza che, presto o tardi, non esisterai più.

    Ed è allora che cominci ad aver paura. Paura del mondo attorno a te, prima di tutto. Dopodichè paura di chi ti aiuta a domare quel mondo. Segue la paura che nasce da ciò che generi.
    Io sono convinto che la paura esista in ogni singolo essere umano, e che tutti abbiamo dannatamente paura di tutto.
    Siamo solo bravi a mascherarlo in molte situazioni, mentre nella stragrande maggioranza delle altre il nostro evoluto cervello valuta che il pericolo è decisamente accettabile, e razionalmente nasconde la paura sotto il tappeto, come la proverbiale polvere che sparisce agli occhi ma non cessa di esserci.

    E allora che la nostra mente comincia ad illudersi. Illusione di poter controllare la paura. Maggiore la paura, più grande il tappeto sotto cui nasconderla.

    E allora l'essere umano, evoluto e avido, decide che deve procurarsi tutto ciò che gli serve nella maggior quantità possibile. Decide che non vuol più aver paura, che deve esser pronto a ogni evenienza e ad ogni male.
    E da questo nasce il distacco dai sentimenti "nobili", che pure sono frutto dell'umana società e illusione di separazione dalla natura.
    Da ciò nasce anche l'ingordigia, il bisogno impellente di avere.
    Il bisogno impellente di potere. Di aver potere su tutto, su ogni cosa, di raggiungere dio e sputargli in faccia, per fargli provare paura.

  3. #3
    Dovahkiin
    Utente cancellato

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    Questa discussione è morta nell'istante in cui decisi di risponderle

  4. #4
    Vivo su FdT
    Donna 34 anni da Estero
    Iscrizione: 23/6/2006
    Messaggi: 4,829
    Piaciuto: 49 volte

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    Quote Originariamente inviata da drkheart Visualizza il messaggio
    Questa discussione è morta nell'istante in cui decisi di risponderle
    io non ho capito una mazza

  5. #5
    Overdose da FdT
    Uomo 34 anni da Roma
    Iscrizione: 19/8/2005
    Messaggi: 7,253
    Piaciuto: 35 volte

    Predefinito

    Quindi secondo voi l'io si identifica con il corpo?
    Secondo me no. Io sono io, e il mio corpo è come uno strumento.
    Infatti secondo il tuo ragionamento, un tuo braccio è sempre "te"...Però se io vengo e te lo taglio non è più te nel momento preciso in cui si stacca. Però il tuo io rimane comunque integro.
    Perciò penso che io non sono il mio corpo. Infatti qui arrivo sempre ad un punto morto cercando di collocare l'Io da qualchè parte....

    Sulla parte delle domande che l'uomo si pone mi sa che la fai troppo drastica...Per esempio io non è che mi strappo i capelli perchè ho delle domande a cui non so rispondere. Anzi sta cosa mi piace perchè lascia delle porte da aprire...
    E secondo te se avessimo tutte le risposte sarebbe meglio?Perchè?
    Io penso che la serenità non la si deve cercare fuori di noi, come per esempio nelle risposte a ste domande esistenziali...

    Sulle regole e le cose che ci siamo creati noi, più o meno la penso pur'io come te...
    Insomma non esiste il bene, il male o uno scopo...Che senso ha chiedersi se abbiamo uno scopo se sappiamo che l'entropia aumenta sempre di più?

    E noi modifichiamo la natura si. E' normale. Lo fanno tutti gli esseri viventi. Solo che noi avendo più mezzi facciamo le cose "più seriamente"...

    Non so voi, ma io trovo talmente spettacolare la vita, vista come energia dotata di autocoscienza che non mi serve uno scopo; non mi interessa cosa succederà dopo la morte e non mi interessa sapere dove finisce l'universo.
    Sapere che ad un certo punto è esistita la vita mi basta. Mi rende pienamente sereno in questo campo.

    Considerate che ho scritto i ragionamenti di una vita in 10 minuti...Se non mi sono fatto capire ditelo tranquillamente!


    ps. drk quasi quasi volevo darti un puntino rosso per sta frase "a tortura più grande del mondo è per l'uomo vivere."

  6. #6
    Overdose da FdT
    Uomo 34 anni da Roma
    Iscrizione: 19/8/2005
    Messaggi: 7,253
    Piaciuto: 35 volte

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    ca??o lo aprite a fare un topic se poi non ve lo incu??te più?

  7. #7
    Dovahkiin
    Utente cancellato

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    Cimis, la frase è volutamente un paradosso ^^

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