SABATO 3 MAGGIO 2008(UN GIORNO COME GLI ALTRI):
Questa mattina ho aperto gli occhi e mi sono detto,sto per iniziare un’altra giornata. Via la nebbia dalle pupille ed il giorno è pronto ad accogliere la mia crescente vitalità (se di vitalità si può parlare).
Quanti di noi vivono questa replica del quotidiano, non fai a tempo ad alzarti dal letto e la lancetta dei secondi è già pronta a spingerti da dietro, devi sbrigarti … devi andare … devi fare … per “avere”.
Avere, possedere, occupare, dominare, controllare, costruire; parole chiave di tutto questo mescolarsi di attività quotidiane.
Migliaia, milioni di persone sono freneticamente impegnate per “avere” ..... dallo scolaretto che vuole avere un buon giudizio dalla maestra, all’impiegato che vuole avere la promozione, l’imprenditore che vuole avere la commissione ed il poeta che vuole avere l’inspirazione.
Tutto sembra significare “avere”.
VENERDI 2 MAGGIO 2008:
Avete mai provato, per un giorno, a trasformare tutti gli “avere” che incontrate in “essere”?
Io ci ho provato vi garantisco che se interpretato come l’ho vissuto io, è bellissimo.
Ecco, apro gli occhi e … sono … oggi l’avere non mi comanda, oggi …io sono … la lenta consapevolezza della mia persona mi inebria leggermente, mi specchio e mi guardo, con attenzione fisso le mie pupille e sorrido. L’orologio rimane a casa … niente auto, non c’è alcuna fretta, l’avere può aspettare perché ora io “sono” lentamente in movimento e mentre cammino guardo, scopro i particolari che non ho mai notato, mi sento osservato come si sente osservato uno straniero, anche da chi mi conosce e mi vede passare in auto da anni, debbo suscitare stupore, guarda c’è Tiziano che “passeggia” ma non è domenica, è impazzito? Avanzo lentamente e gusto l’aria e mi sento felice di scoprire la particolarità strutturale di alcuni vecchi edifici del mio paese e le stradine secondarie, prima mai notate.
Un viottolo mi dirotta dalla strada principale, mi ha attirato la curiosità di percorrerlo, con calma, non ho lo scopo di vedere dove conduce, non mi interessa, non “ho” la bramosìa della scoperta, cammino e “sono” con me stesso, lì in quel momento sono io e mi sento felice di “esserci”.
Vi sembrerà l’idiozia di un pazzo esaurito , ma ieri mi sono sentito particolarmente vivo e lo ero senza bisogno di nessun altro essere vivente o tanto meno del surrogato di entità superiori ad "aprirmi" la mente.
L’uomo esiste … è … e non ha bisogno di altro.
p.s. il problema è crederci veramente, ed io non l'ho fatto.