Luca, 21 anni, studente.
La mia vita può essere riassunta così, in 3 semplici cose. Il mio nome dovrebbe significare sia "uomo della lucania" che "portatore di luce", ma di quest'ultima ne porto ben poca, perché ultimamente non me la sento proprio dentro.
Cresciuto da una famiglia cattolica, i miei genitori mi hanno insegnato i valori cardini della vita "da grandi", ossia il rispetto per gli altri, il rispetto per il denaro (che di questi tempi, a impararlo ci vuol ben poco), a lavorare per ottenere qualcosa, a credere in se stessi e nei sogni, facendo di tutto per portarli a compimento. Non mi hanno mai negato la possibilità di studiare, sono prossimo alla laurea, fortunatamente non ho mai dovuto lavorare seriamente per pagarmi gli studi, capisco di essere un ragazzo fortunato da quel punto di vista, nonostante non si navighi nell'oro.
So suonare diversi strumenti, violino e chitarra tra gli altri, e scrivo canzoni, anche. Le utilizzo come mezzo per sfogarmi quando la vita di tutti i giorni mi sta stretta, grigia, buia, mi insoddisfa e mi chiude in una gabbia di imposizioni e doveri troppo stretti. Scrivo anche poesie, scrivo racconti… scrivo. Metto nero su bianco quello che vorrei gridare al vento in una giornata di pioggia, incido sul foglio una striscia nera per liberarmi dal peso dei pensieri che mi vengono, perché se chiusi dentro logorano e scavano finchè non trovano la luce.
Così vanno a finire tutti i miei "problemi", per me rilevanti come per altri forse inutili. Morosa in erasmus che non mi parla perché "vuole stare un po' da sola" per vivere meglio l'esperienza, amici che ti lasciano in pace perché credono che tu stia meglio da solo. Familiari che non comprendono quando essere presenti e quando no, arrivando sempre nei momenti peggiori, la voglia di studiare e lavorare che non arriva mai anche se vicino a periodo di esami.
Perché ogni volta che la situazione si calma, "va bene così", succede qualcosa che la destabilizza? Perché quando hai trovato un tuo "equilibrio" nel mondo, fatto dalle amicizie che hai, l'amore, le passioni, questo si destabilizza e devi trovarne un altro? Perché tutti pensano ai fatti propri, anche la morosa, perché no, quando avresti proprio bisogno della sua presenza, anche spirituale?
Scusate lo sfogo, ma ci sono delle volte in cui ci si sente davvero soli, solo con la propria solitudine. Succede anche a vuoi, cari amici del forum?
Come risolvete le vostre situazioni? Ne parlate, come vi sfogate? Scrivete, vi buttate nelle passioni, nello studio/lavoro?
So che è banale ma per me vuol dire, non fatemi sentire il solo che, con morosa distante e amici lontani, si sente come crollare il mondo in testa da questo punto di vista, in un periodo che non dovrebbe succedere…