Già all'età di sette anni comincia a mostrare il suo interesse per i fumetti. Si trasferisce, ancora bambino, con la famiglia prima a Macerata e poi a Firenze dove frequenterà il Liceo Artistico.
Nel 1939, ancora sedicenne, ebbe ad iniziare la sua carriera pubblicando per la rivista satirica fiorentina "Il brivido" la striscia "Pippo e gli inglesi" che lo fece subito notare procurandogli la collaborazione per il settimanale
Il Vittorioso dell'editrice cattolica AVE, che l'avrebbe fatto conoscere a tutta l'Italia (rinomato era il diario scolastico "Diario Vitt", utilizzato da molti giovani dell'epoca). Questa collaborazione, nata nel 1940, sarebbe continuata fino al 1966, quando il Vittorioso chiuse i battenti. Jacovitti continuò il suo lavoro con il
Giorno dei Ragazzi per il quale, nel 1957 (28 marzo), aveva creato il suo più famoso personaggio (Cocco Bill) e per il
Corriere dei Piccoli; a queste va aggiunta anche la prestigiosa collaborazione con la rivista
Linus, sotto la guida di Oreste del Buono.
L'esile corporatura del giovane Jacovitti gli valse il soprannome di
Lisca, divenuto presto l'icona con il quale egli firmava le sue tavole.
Nei primi anni Cinquanta fu anche collaboratore del "Quotidiano", giornale dell'Azione Cattolica, per il quale produsse vignette con più chiari spunti satirici legati all'attualità politica dell'epoca.
La sua ultima collaborazione, iniziata nel 1987, è con
Il Giornalino delle Edizioni Sanpaolo, che continua ancora oggi a redigere storie sul suo personaggio più famoso, Cocco Bill, realizzate dal suo allievo Luca Salvagno.
Negli anni novanta ormai anziano usa farsi inchiostrare le tavole da un giovane autore svizzero trapiantato nel Salentino, Nedeljko Bajalica, che lo seguirà fino agli ultimi giorni prima come assistente e poi come co-autore nella serie
RAP realizzata per la Balacco Editore.
Jacovitti è entrato a pieno titolo negli annali storici del fumetto italiano, soprattutto grazie alla forma caricaturale dei suoi personaggi. I
comics di Jacovitti hanno riscosso il plauso della critica, e si sono intrecciati spesso con gli accadimenti di portata epocale che hanno contraddistinto l'evolversi dell'Italia. Tantissimi gli scolari degli anni 60-70 che, fra libri e quaderni, nel loro zainetto non facevano mai mancare il suo diario, il famosissimo "Diario Vitt".
La caratteristica forma anatomica dei piccoli personaggi ai quali ha dato vita sulla carta, la loro espressione a volte gioiosa, a volte grottesca, i suoi salumi ed affettati diversificati sparsi nei posti più impensati, lo hanno reso popolare al grande pubblico.
Non molti sono a conoscenza di una sua produzione di fumetti per adulti, contraddistinte dal suo solito stile, ma comunque esplicite su temi sessuali. Nel 1977 infatti pubblica, assieme a Marcello Marchesi, il libro "Kamasultra".
In tutta l'opera di Jacovitti c'è invero una punta di erotismo seppur accennata e caricaturale. In un'intervista di fine anni 'Settanta l'autore racconta le costrizioni della censura sul suo lavoro giovanile fino ad imporgli delle figure femminili asettiche, in perfetta antitesi con la sua tendenza ad esagerarne gli attributi.
Jacovitti si impiegato anche nella pubblicità, famoso il cartone del suo personaggio
Coccobill per degli sketch di
Carosello e nella cartellonistica politica, avendo sempre parteggiato per l'allora partito della Democrazia Cristiana con numerosi poster di natura satirica apprezzati anche dai partiti di opposizione.
Una ricostruzione sintetica ma interessante dell'attività di Jacovitti si può trovare in una delle ultime interviste rilasciate e raccolta dal giornalista Carlo Galeotti Eja, Eja, baccala!
Il suo personaggio animato più famoso è senza dubbio
Cocco Bill,
ma anche altri hanno avuto successo: Battista l'ingenuo fascista, Baby Tarallo, Gionni Peppe, Jak Mandolino con Pop Corn, Zorry Kid, Pippo, Pertica e Palla e il loro cane Tom, Cip l'Arcipoliziotto (col cane Kilometro) con Gallina e Zagar, Giorgio Giorgio Detto Giorgio, la Signora Carlomagno, Tom Ficcanaso, Joe Balordo, Alonza Alonza detta Alonza, Giacinto corsaro dipinto, Oreste il guastafeste, Microciccio Spaccavento, Gionni Galassia, Giuseppe, Baby Rocket, Mandrago, Peppino il paladino.
Dal punto di vista stilistico, i testi dei suoi fumetti sono spesso accostati ai nuovi termini entrati nel linguaggio comune, ma gli è stata mossa l'accusa secondo la quale le sue situazioni cartacee irreali, che a volte sconfinano apertamente nel paranoico, rappresentano scene eccessivamente violente. Prediligeva, poi realizzare i fumetti di getto, come solo altri grandi come Moebius o Pazienza erano in grado di fare: ad un'attenta osservazione, infatti, si può notare come ogni linea delle sue tavole sembra rifatta molte e molte volte con il suo tipico tratto leggero. Lo "stile Jacovitti" ha ispirato molti fumettisti, tra questi il famoso e coevo Francisco Ibáñez molto noto in Spagna per aver creato i personaggi di Mortadelo y Filemón.