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L'angolo del fumettista

  1. #11
    Sedobren Gocce
    Ospite

    Predefinito Tiziano Sclavi

    Tiziano Sclavi (Broni, 3 aprile 1953) è uno scrittore e autore di fumetti italiano.




    Sclavi è noto in particolare per la creazione di Dylan Dog, una delle serie italiane di maggior successo. In realtà nel corso della sua carriera ha affrontato numerose e diverse forme di scrittura, spaziando dalla narrativa, alle canzoni, ai libri per bambini.





    Tiziano Sclavi vive i primi anni della sua vita in varie località della provincia di Pavia, principalmente a Stradella, pur trasferendosi spesso a causa del lavoro del padre, segretario comunale.
    Vince giovanissimo un concorso di scrittura alle scuole medie con una serie di racconti intitolata Storie Storte. Durante il Liceo Classico collabora con il Messaggero dei ragazzi e con il Corriere dei Piccoli. Finito il Liceo si trasferisce a Milano, dove inizia una collaborazione con il Corriere dei ragazzi e con Il Giornalino scrivendo testi per i fumetti. Tra questi va ricordata almeno la serie Altai & Jonson, poliziesco umoristico realizzato insieme a Giorgio Cavazzano. Nei primi anni settanta pubblica diversi racconti gialli con lo pseudonimo di Francesco Argento, in omaggio a Francesco Guccini e Dario Argento. Nel 1978 collabora con Cino Tortorella alla stesura dei testi per la trasmissione televisiva Gioco-città. In seguito pubblica altri racconti.
    Nel 1981 Sclavi inizia a lavorare per la casa editrice Cepim, futura Sergio Bonelli Editore, in qualità di sceneggiatore di fumetti. Dà un importante apporto alle serie Zagor e Mister No, scrive due storie per Ken Parker (entrambe su soggetto di Giancarlo Berardi) e una per Martin Mystère. Inoltre crea la serie western-horror Kerry il Trapper, che esce in appendice agli albi del Comandante Mark, ed è direttore editoriale della rivista Pilot. Ma la sua creazione più importante è senza dubbio Dylan Dog, il cui primo numero esce nel 1986. Pubblicato da Sergio Bonelli Editore, in breve diventerà uno dei più venduti e famosi fumetti italiani.
    I suoi primi romanzi, Film (1974) e Guerre terrestri (1978), passano del tutto inosservati, ma dopo il successo di Dylan Dog, Sclavi ha la possibilità di farsi notare anche con opere che erano rimaste nel cassetto per anni. Vedono la luce quindi Tre (1988), Dellamorte Dellamore (1991, scritto in realtà prima di Dylan Dog a cui è servito da ispirazione), Nero. (1992), Sogni di sangue (1992), Apocalisse (1993, versione definitiva di Guerre terrestri), Nel buio (1993), Mostri (1994), La circolazione del sangue (1995), Le etichette delle camicie (1996), Non è successo niente (1998).
    Dopo quest'ultima opera, deluso dalla fredda accoglienza di pubblico e critica, Sclavi dichiara di non aver più niente da raccontare, ma nell'aprile 2006 ritorna sui suoi passi pubblicando un altro romanzo: Il tornado di valle Scuropasso.
    Dai suoi romanzi Nero. e Dellamorte Dellamore sono stati tratti gli omonimi film girati rispettivamente da Giancarlo Soldi (1992) e Michele Soavi (1994).
    Nel 1991 ha scritto la sceneggiatura per i Tarocchi di Dylan Dog, dipinti da Corrado Roi e pubblicati da Lo Scarabeo di Torino assieme a una Intervista a Dylan Dog scritta da Giordano Berti.
    Nel 1994, con Mostri, ha vinto il Premio Scerbanenco.
    Nel 2005 ha donato alla biblioteca comunale "Bruno Munari" di Venegono Superiore parte della sua biblioteca personale con un lascito di quasi 8000 volumi di grafica, fumetti, disegno e arti varie che verrà catalogato e conosciuto come il Fondo Sclavi.
    Nel 2009 uscirà nelle sale di tutto il mondo il film Notte Mortale - Dead Of Night, incentrato sulle avventure del personaggio di Dylan Dog.

    ------------------------------------------------------------------
    • Groucho è l'assistente di Dylan. Il personaggio, del quale neanche Dylan conosce il vero nome, è sosia del comico Groucho Marx (motivo per cui Dylan sceglie di chiamarlo proprio Groucho, dal loro secondo incontro), dal quale prende numerosissime battute.

    • Bloch (il cui aspetto fisico è una citazione dell'attore di gialli Robert Morley e il cui cognome è probabilmente un omaggio allo scrittore Robert Bloch) è l'ispettore di Scotland Yard e Dylan è stato in giovinezza uno dei suoi migliori agenti. Tra i due il rapporto esistente è molto vicino a quello tra padre e figlio.
    • Jenkins è uno svampito agente di Scotland Yard, che fa spesso perdere la pazienza a Bloch.
    • Lord H. G. Wells, pari d'Inghilterra ed omonimo dell'autore de "La guerra dei mondi", è uno strampalato inventore che aiuta spesso Dylan nelle sue indagini. Il suo aspetto fisico è una citazione dell'attore David Niven.
    • Madame Trelkovski è una sensitiva. Aiuta spesso Dylan nelle sue indagini.
    • Il professor Adam è uno scienziato scettico. Il suo aspetto fisico è una citazione dell'attore Sean Connery. Il personaggio è ispirato alla figura degli scienziati scettici sui fenomeni paranormali, che in Italia si riconoscono nel Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale (CICAP), di cui lo stesso Tiziano Sclavi è socio.
    • L'automobile è un maggiolone cabriolet di colore bianco (che spesso presenta problemi meccanici ma che Dylan non vuole cambiare) targato DYD 666. Nell'albo Il numero duecento (n.200) viene svelato il modo in cui l'indagatore dell'incubo è entrato in possesso del suo immortale e rumoroso veicolo. Dopo aver risolto il suo primo caso (uno zerbino stregato assillava i proprietari di un'abitazione), a Dylan venne offerta, al posto della parcella, l'automobile, che, già vecchia e rumorosa, creava solo disagi ai suoi proprietari. Nonostante in alcune storie finisca completamente distrutto, ritorna sempre integro nell'avventura successiva.
    • Il negozio transdimensionale Safarà (parola araba che significa scoprire o esplorare) è spesso presente negli albi, ed è gestito da un personaggio sinistro e non proprio comune di nome Hamlin. Nonostante ricorra in molti fumetti, Dylan non ricorda di esserci mai entrato; in compenso vi acquista diversi oggetti rari.
    • Il clarinetto (comprato nell'assurdo negozio transdimensionale Safarà) è lo strumento con cui Dylan sa suonare solo Il trillo del diavolo, celebre sonata in sol minore di Tartini peraltro in modo alquanto fastidioso soprattutto per le orecchie del suo assistente Groucho.
    • Il modellino di galeone (destinato a non essere mai finito ed a cui si legano molte vicende riguardanti il passato del personaggio) venne acquistato dopo la morte di Lillie Connolly nel negozio Safarà. Viene terminato nel numero 100 della serie scatenando una serie di eventi che porteranno il nostro eroe ad incontrare i suoi genitori.
    • La casa di Londra, al 7 di Craven Road (il nome si ispira a Wes Craven, uno dei più grandi registi dell'horror, autore tra l'altro di Scream) possiede un campanello che urla invece di suonare e un singolare quanto tetro arredamento, composto da modelli in grandezza naturale di mostri.
    • La pistola, trovata in una grotta a Moonlight (paesino marittimo inglese) quando Dylan era ancora un ragazzino, e che tuttavia non porta quasi mai con sé, è spesso affidata a Groucho, il quale ha il compito di lanciarla a Dylan ogni volta che ne ha bisogno. È una pistola modello Bodeo.
    • I dischi che Dylan ascolta dopo aver suonato il clarinetto e dopo aver lavorato un po' al galeone, sono spesso di musica heavy metal (questo elemento è poi andato scomparendo).
    • La postura con la quale si siede per ascoltare, interessato e scettico, i casi che gli vengono affidati è spesso contorta.
    • Quello che Dylan definisce il suo quinto senso e mezzo, cioè la sensazione che qualcosa non torni, che ci sia qualcosa da scoprire che avverte ad ogni nuovo caso, appare in moltissime sue avventure.
    • Su una parete del suo studio v'è appeso il poster del Rocky Horror Picture Show.
    • Botolo un cane randagio che viene salvato da Dylan da un pestaggio da parte di un gruppo di teppisti. Successivamente sarà il cane a salvarla all'indagatore dell'incubo.
    • L'esclamazione di Dylan "Giuda Ballerino", presente già dal primo albo e mai persa nel corso degli anni è oggetto di una leggenda urbana molto ricorrente tra i fans, che vuole che tale esclamazione sia stata usata per la prima volta nell'albo crossover Dylan Dog e Martin Mystère - Ultima fermata: l'incubo!, quando davanti ai due protagonisti si spalancò una voragine oltre la quale videro l'Inferno. Ciò vale, in verità, solo per il tormentone "Diavoli dell'Inferno" (frase ricorrente del BVZM), tanto è vero che Dylan usa l'espressione "Giuda Ballerino" anche in un flashback sulla propria adolescenza, nel numero 74 (Il Lungo Addio del 1993). Lo stesso Sclavi svela che l'esclamazione apparteneva ad un suo amico di lunga data, il giornalista Gianluigi Gonano.
    • In ogni numero dell'Indagatore dell'Incubo sono presenti decine di citazioni più o meno palesi, frutto di una accurata scelta di Sclavi, appassionato di citazioni. Le più ricorrenti sono quelle di film horror anni 70-80, sia italiani che americani, e del celebre romanziere del brivido Stephen King. Il gioco, di solito, sta nello scrivere una storia originale o comunque intrigante partendo da un luogo o una situazione celebre. Un esempio lampante è l'albo numero 3, Le notti della luna piena, in cui ambientazione e alcuni personaggi sono citati da Suspiria di Dario Argento, dando però luogo ad una trama differente. Dario Argento, appunto, è uno dei più quotati, spesso in maniera molto sottile: nel numero 26, Dopo mezzanotte, un punk passa a Dylan una lattina di Coca-Cola piena di cocaina da sniffare dalla cannuccia, proprio come facevano i punk di Demoni. Un film, invece, che è stato maggiormente omaggiato nella collana è Psyco di Alfred Hitchcock, al quale sono stati dedicati due episodi: il numero 20, Dal profondo, e, anni dopo, il numero 243, L'assassino è tra noi, dove in quest'ultimo è stata realizzata una "versione maschile" della celebre sequenza dell'omicidio sotto la doccia. Due esplicite citazioni compaiono nel numero 33 (Jekyll!): il romanzo Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde e la poesia Il Corvo di Edgar Allan Poe che sono fonti di ispirazione per creare una nuova avventura di Dylan, un viaggio nel labirinto della mente.



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  3. #12
    duck wizard
    Utente bannato

    Predefinito

    lupo alberto e cattivik ,i video?

  4. #13
    Sedobren Gocce
    Ospite

    Predefinito

    domani ovvierò

  5. #14
    Sedobren Gocce
    Ospite

    Predefinito Silver

    Guido Silvestri conosciuto con lo pseudonimo di Silver (Modena, 9 dicembre 1952) è un autore di fumetti italiano.




    Autore noto soprattutto per aver dato vita al personaggio umoristico di Lupo Alberto.



    Silver inizia a lavorare nel campo del fumetto nello studio di Bonvi - alias Franco Bonvicini - autore delle Sturmtruppen, con il quale compie il suo apprendistato. Lavora da principio su personaggi già famosi come Cattivik,


    Nick Carter
    e Capitan Posapiano. In breve amplia le sue attività iniziando ad essere autore delle proprie storie, sempre con questi personaggi come protagonisti.


    Nel 1974, avviene la svolta nella sua carriera.
    Sul Corriere dei Ragazzi iniziano a essere pubblicate delle strisce con protagonisti gli animali di una fattoria. Nonostante la prima striscia in assoluto abbia come protagonista un gallo, è un simpatico lupo azzurro il vero protagonista della serie, ambientata nella fattoria McKenzie, Lupo Alberto, appunto, follemente innamorato di una gallina, Marta, ed ostacolato da un grosso bobtail di nome Mosè, guardiano del pollaio. Il personaggio ed i suoi comprimari riscuotono da subito un grande successo, sia nella redazione che tra il pubblico.


    Le sue strisce si possono trovare anche sul settimanale Tv Sorrisi e Canzoni, dove fa il verso ai programmi della televisione italiana.
    Ultima modifica di Sedobren Gocce; 27/8/2008 alle 12:32

  6. #15
    duck wizard
    Utente bannato

    Predefinito

    ehm..........nn x fare il rompi pa*** ,cattivik?

  7. #16
    Sedobren Gocce
    Ospite

    Predefinito

    cosa dovrei fare? s parla di fumettisti non fumetti in questa angolo...

  8. #17
    Overdose da FdT
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    Iscrizione: 10/2/2007
    Messaggi: 5,893
    Piaciuto: 1 volte

    Predefinito

    W Tiziano Sclavi

  9. #18
    Sedobren Gocce
    Ospite

    Predefinito Gian Luigi Bonelli - Aurelio Galeppini

    Gian Luigi Bonelli (Milano, 22 dicembre 1908 – Alessandria, 12 gennaio 2001) è stato un autore di fumetti, scrittore ed editore italiano.









    È stato, insieme ad Aurelio Galleppini, il creatore di Tex Willer, nonché fondatore della più importante casa editoriale italiana del settore, ovvero la Sergio Bonelli Editore.

    Gian Luigi Bonelli inizia la sua carriera alla fine degli anni venti pubblicando alcune poesie sul Corriere dei Piccoli e tre romanzi d'avventura: Le Tigri dell’Atlantico, Il Crociato Nero e I Fratelli del Silenzio.
    Entra nel mondo dei fumetti negli anni trenta, dirigendo alcune testate della casa editrice SAEV di Lotario Vecchi e scrivendo le sue prime sceneggiature per L'Audace, Rintintin e successivamente per L'Avventuroso edito dalla Nerbini.


    Nel 1941 decide di mettersi in proprio acquisendo i diritti della testata l'Audace creando così l'omonima casa editrice che, attraverso vari cambi di nome, e passando prima nelle mani della moglie Tea Bonelli e poi in quelle del figlio Sergio si trasformerà nell'attuale Sergio Bonelli Editore.


    Nel dopoguerra inizia a proporre nuovi fumetti tra cui Il Giustiziere del West (realizzato graficamente da Giorgio Scudellari) e la Pattuglia dei Senza Paura (per i disegni di Guido Zamperoni e Franco Donatelli) entrambi pubblicati nel 1948.


    In quello stesso anno in collaborazione col disegnatore Aurelio Galleppini (in arte Galep), crea altri due nuovi personaggi: Occhio Cupo (pubblicato in un innovativo formato ad albo) e Tex Willer. Curiosamente i due autori avevano affidato le proprie speranze al primo, mentre il successo arriverà grazie al secondo.


    Nonostante la sua attività di sceneggiatore fosse assorbita in gran parte dalle storie di Tex, Gian Luigi Bonelli in seguito darà vita a molti altri personaggi, tra cui, per citarne alcuni, Plutos del 1949 disegnato da Leone Cimpellin, Yuma Kid del 1954 disegnato da Mario Uggeri, Davy Crockett di due anni dopo illustrato da Renzo Calegari e Carlo Porciani, e Hondo del 1957 disegnato da Franco Bignotti.


    Non cesserà neppure la sua attività di romanziere e, nel 1956, scriverà il romanzo Il massacro di Goldena con protagonista propio Tex Willer.


    Ha scritto anche delle storie per alcuni personaggi non di sua creazione, ma ideati da Guido Nolitta, come è noto nom de plume del figlio Sergio, ovvero Un Ragazzo nel Far West, Zagor e l'ultimo episodio della miniserie Il Giudice Bean.


    Gian Luigi Bonelli si ritirerà ufficialmente dall'attività di sceneggiatore nel 1991, anno in cui viene pubblicata la sua ultima storia di Tex Il medaglione spagnolo (disegnata da Guglielmo Letteri). Già da alcuni anni però aveva passato il testimone della serie a Claudio Nizzi occupandosi prevalentemente della supervisone delle storie, attività questa a cui si dedicherà fino alla sua morte.


    Bonelli parlerà sempre di se stesso come di un "romanziere prestato al fumetto". Il suo modo di narrare risente della lezione del grande romanzo avventuroso d'appendice e in particolare di autori quali Alexandre Dumas, Jack London, ed Emilio Salgari, da lui stesso indicati come le sue principali fondi d'ispirazione.


    Una delle peculiarità del Bonelli autore di fumetti sono le sue caratteristiche "sceneggiature disegnate": in pratica non descriveva a parole la scena che il disegatore doveva interpretare e poi realizzare (com'è consuetuine), ma, come in uno storyboard cinematografico, abbozzava la tavola dando quindi indicazioni molto precise sulla sua struttura sequenziale e sulle singole inquadrature.



    Il nome di Gian Luigi Bonelli è legato indissolubilmente a Tex, alle cui sceneggiature si è dedicato per un quarantennio prima di cederle nelle abili mani di altri autori tra cui, solo per citare i più importanti: Guido Nolitta (alias Sergio Bonelli), Claudio Nizzi e Mauro Boselli.
    È da rilevare come la vitalità del suo personaggio, dimostrata dal fatto che è tutt’oggi il fumetto italiano col più alto numero di vendite, abbia resistito alla crisi del genere western da cui aveva tratto ispirazione.
    Lo stile narrativo è allo stesso modo semplice ed efficace, la caratterizzazione psicologica dei personaggi è relativamente scarna, mentre viene privilegiata l'azione che imprime al fumetto degli effetti di tipo cinematografico.







    Il Tex creato dal Bonelli è l'eroe classico che difende i deboli qualunque colore della pelle abbiano, senza dubbi esistenziali di sorta e disposto, se necessario, a violare la legge pur di far trionfare la giustizia.
    Sono caratteristiche che verranno in parte modificate dagli altri autori.


    Per la sua creatura Bonelli ha avuto come modello di riferimento (e non poteva essere diversamente) il cinema western statunitense del periodo classico e, in particolar modo i film di John Ford.
    Ad ogni modo è riuscito ad evitare un appiattimento deleterio ai canoni del genere, creando invece un immaginario che è ormai da tutti considerato il marchio di fabbrica di Tex.
    A Bonelli va inoltre riconosciuto il merito di essere stato tra i primissimi autori a non aver dato una rappresentazione pregiudiziale e stereotipata sui nativi, anticipando così di circa un ventennio il western revisionista del cinema americano.



    Aurelio Galleppini (Casal di Pari, 28 agosto 1917 – Chiavari, 10 marzo 1994) è stato un autore di fumetti italiano, noto con lo pseudonimo di Galep.










    La sua carriera è indelebilmente legata al nome di Tex Willer da lui realizzato graficamente e di cui è stato per più di 40 anni uno dei principali disegnatori.

    Nato da genitori sardi, inizia collaborando a produzioni animate realizzate per il mercato tedesco. Il suo primo lavoro nell'ambito fumettistico viene pubblicato nel 1936, sulla rivista Mondo Fanciullo.
    Passa poi alla Mondadori per la quale disegna due storie scritte da Federico Pedrocchi: Pino il Mozzo e La perla del mar d’Oman.


    Nel 1940 si trasferisce a Firenze ed inizia la sua collaborazione con L'Avventuroso dell'editore Nerbini per cui realizza diverse storie occupandosi in alcuni casi anche della sceneggiatura (La leggenda dei Rugi, La conquista dell’Atlantico, I conquistatori di oceani).


    Interrompe per alcuni anni l'attività per dedicarsi alla pittura, per poi riprenderla nel 1947, quando inizia a collaborare con gli Albi dell'Intrepido della Casa Editrice Universo.
    Realizza contemporaneamente anche le illustrazioni per alcuni classici della letteratura I Tre Moschettieri, La Maschera di Ferro, Le Mille e una Notte, Il Barone di Münchhausen I Promessi Sposi. Sempre nello stesso anno torna alla Nerbini per disegnare una versione a fumetti del Pinocchio di Carlo Collodi.


    Il 1948 è un anno cruciale per la sua carriera: viene infatti chiamato da Tea Bonelli, delle Edizioni Audace (la casa editrice che in seguito diverrà la Sergio Bonelli Editore), per realizzare due nuovi personaggi creati da suo marito Gian Luigi Bonelli: Occhio Cupo e Tex.


    Mentre il primo verrà rapidamente dimenticato, il secondo gli regalerà la consacrazione definitiva.


    Il successo inizialmente è inaspettato proprio agli stessi autori, che avevano riposto le proprie speranze in capo all'altro personaggio (realizzato in un'innovativo formato ad albo, prototipo del classico formato Bonelli, che consentirà a Galep di esprimere il meglio di se attraverso un disegno dinamicissimo ed estremamente accurato, di gran lunga superiore agli standard dell'epoca). Ciò nonostante dalla prima striscia intitolata Il totem misterioso (edita il 30 settembre 1948) al successivo formato ad albi, Tex si confermerà uno dei fenomeni editoriale del settore.


    Negli anni ciquanta realizza le copertine della serie Le Avventure del West sempre per le Edizioni Audace.


    Nel 1977 uscì, sulla collana Un Uomo, Un'Avventura ancora per la Bonelli (che allora si chiamava Edizioni Cepim ), uno dei rari lavori di Galep non legati al ranger, ovvero L'Uomo del Texas la cui sceneggiatura fu opera di Guido Nolitta.


    Aurelio Galleppini morirà a Chiavari il 10 marzo del 1994. Aveva da poco iniziato a realizare le prime tavole (rimaste inedite) per un nuova storia di Tex.



    Galleppini ha realizzato moltissime storie di Tex, parecchie delle quali ormai considerate dei classici, e dato un volto non solo al protagonista, ma anche a quasi tutti i principali comprimari.


    A proposito delle fattezze del viso di Tex, Galep sembra che si ispirò inizialmente a quelle dell'attore Gary Cooper, per poi prendere a modello se stesso. Va detto che Galleppini disegnava regolarmente il volto di Tex anche nelle storie rese graficamente da Virgilio Muzzi.


    Ben presto il suo lavoro è stato affiancato da altri grandi professionisti coi quali si è alternato nella realizzazione degli albi. Nonostante questo il "suo" Tex è rimasto sempre immediatamente riconoscibile a prima vista dai lettori assidui e i suoi disegni restano ancora tra i più apprezzati in assoluto.


    È stato anche l'autore di tutte le copertine fino al numero 400, attività che è stata interrotta solo poco prima della sua scomparsa. Comprendedo anche tutte quelle delle altre serie di Tex e degli albi fuori serie Galep ha realizzato quasi duemila copertine per il personaggio, "forse un piccolo record", diceva, di cui andava molto orgoglioso.

  10. #19
    Assuefatto da FdT
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    Iscrizione: 5/1/2008
    Messaggi: 806
    Piaciuto: 0 volte

    Predefinito

    mitici corto maltese tex e dylan dog( e groucho xD).......i post ad argomento sono la tua specialità, eh Elwood?????

  11. #20
    Sedobren Gocce
    Ospite

    Predefinito

    beh m piace parlare delle mie passioni...

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