quando io smetterò di farmi le pippe ci sarà una grande catastrofe ma credo che avrò almeno 80 anni
quando io smetterò di farmi le pippe ci sarà una grande catastrofe ma credo che avrò almeno 80 anni
sta succedendo... i miei studi si stanno riveland esatti 14 scosse di terremoto fra il 16 marzo e il 13 aprile...e questo è solo il principio della fine
ma in quale intervallo di spazio?
lo sai che nel mondo c'è un terremoto ogni 14 secondi in media?
hai scoperto l'acqua bagnata
cosa succederà nel 2012???quello k è successo nel 2000...niente!!!
Il nostro pianeta è soggetto a diversi moti; quello di rivoluzione attorno al Sole e quello di rotazione attorno al proprio asse immaginario sono i più noti ma non i soli. Sempre pensando all'asse terrestre, l'immaginaria linea che congiunge i due poli descrive, in oltre 20 000 anni, un cono nello spazio. Un fenomeno noto fin dall'antichità, che è conosciuto come precessione degli equinozi. Esiste poi il moto di Chandler, descritto da una sorta di tremolio continuo dell'asse terrestre e altri ancora. Detto questo, è anche vero però che la Terra non è soggetta all'attrito nei suoi moti, almeno all’attrito del tipo che conosciamo, e quindi, da questo punto di vista dovrebbe continuare indisturbata nelle sua orbita attorno al Sole e a ruotare attorno a sé stessa. Ma la Terra non è sola nell'Universo e tanto meno nel Sistema solare. Sul nostro pianeta esercitano una forte attrazione gravitazionale la Luna, a causa della sua relativamente piccola distanza, e il Sole per la sua enorme massa. È come se sulla Terra agisse una tenaglia che tende a rallentarne il moto, in modo molto considerevole. Attenzione però! Quando utilizziamo questi vocaboli lo facciamo in senso astronomico e quindi parliamo di un rallentamento quantificabile in pochi secondi di tempo ogni secolo. Che la Terra si fermi o la Luna ci cada addosso (sta infatti spiraleggiando verso di noi), sono fenomeni questi del tutto teorici e inoltre da inquadrare sulle scale dei tempi astronomici e nel complesso del Sistema solare.
appunto... che palle sentire sempre la solita solfa...
non s deve credere come boccaloni ad ogni cazzate che gira in rete... specie se non s hanno prove tangibili e concrete, convalidate da equipe d esperti...
Tra le altre cose, c'è sempre la possibilità che qualcosa nei calcoli che supportano le teorie catastrofistiche, oppure anche quelle più ottimistiche, siano sbagliati. Uno sbaglio anche minimo in calcoli del genere comporta errori di valutazione anche molto molto grossi.
In ogni caso, lo dice la parola stessa: sono teorie, tutte da verificare e tutte più o meno confutabili, solo ad averne voglia..
e di questa notizia che ne pensate?
Strage di api: un rischio per tutta l'umanità
L'inarrestabile moria delle api segna un'emergenza planetaria. La profezia di Einstein rischia di avverarsi: no api, no vita
Pubblicato in Cronaca|TAG: api, moria api, profezia einstein, spopolamento alveari
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«Se l'ape scomparisse dalla faccia della terra – diceva Albert Einstein - all'uomo non resterebbero che quattro anni di vita».
L'inquietante profezia del grande fisico è in realtà il frutto di un lucido ragionamento: niente api, niente impollinazione; quindi niente piante; né animali erbivori. E quindi, niente più uomini.
Al di là del paradosso, la presenza degli industriosi insetti sul pianeta è fondamentale e il fatto che oggi la popolazione totale delle api risulti dimezzata, sta diventando un'emergenza planetaria.
Il misterioso fenomeno della moria della api imperversa su scala mondiale, basti pensare che in Italia - fa luce la Coldiretti - solo nel 2007 si è registrata la perdita di 200mila alveari, mentre negli Stati Uniti la situazione è ancora più drammatica: in alcuni territori gli alveari sono stati devastati, con mortalità del 60-70%, tanto che è stata coniata la sindrome del Colony Collapse Disorder, Sindrome dello spopolamento degli alveari.
"Se avremo meno miele, utilizzeremo più zucchero", potrebbero pensare alcuni (con la stessa lungimiranza di Maria Antonietta che avrebbe detto, alla vigilia della rivoluzione: "Se popolo non ha pane, mangi brioches").
Non è così. La strage di api non mette a rischio il solo futuro dell’apicoltura, ma ha ripercussioni su tutto il nostro comparto agricolo, dal momento che oltre un terzo delle coltivazioni sono impollinate grazie al loro lavoro.
Mele, pere, mandorle, agrumi, pesche, kiwi, castagne, ciliegie, albicocche, susine, meloni, cocomeri, pomodori, zucchine, soia, girasole e, colza - spiega la Coldiretti - dipendono completamente o in parte dalle api per la produzione dei frutti, come pure la grande maggioranza delle colture orticole da seme, come l’aglio, la carota, i cavoli e la cipolla, si può riprodurre grazie alle api. Ma le api sono utili anche per la produzione di carne con l’azione impollinatrice che svolgono nei confronti delle colture foraggere, come l’erba medica ed il trifoglio, fondamentali per i prati destinati agli animali da allevamento.
In Italia, la perdita degli alveari, lo scorso anno, ha provocato un danno economico per la mancata impollinazione pari a 250 milioni di Euro.
L'amarezza dei conti lascia il posto a un interrogativo inquietante: che cosa sta uccidendo le api?
Un apicoltore spiega «Non troviamo api morte negli alveari. Le nostre api scompaiono senza lasciar traccia. Sicché è difficile capire la causa della catastrofe».
Tra le ipotesi fatte, oltre a virus e a parassiti, spesso frutto di introduzioni di specie da altri paesi, vi è chi attribuisce la responsabilità della strage ai troppi
pesticidi sparsi sulle coltivazioni; altri puntano il dito sulle sementi geneticamente modificate (Ogm); per altri ancora sarebbero le onde elettromagnetiche attivate dalla telefonia cellulare, responsabili delle difficoltà che le api incontrano nel ritornare al proprio alveare.
Ma l’Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici (Apat) lancia l’allarme sulla presenza di un nuovo nemico delle api da non sottovalutare: «il ruolo del clima, perché un suo andamento irregolare può interrompere il flusso normale di nutrienti che sono necessari alle api per la loro crescita e sviluppo, indebolendo le difese dell’alveare».
non avevo mai sentito nulla sul problema dell'api!
Di sicuro se una specie si estingue non è un buon segno... poi nello specifico non saprei
Certo che se l'ha detto Einstein, voglio dire non era stupido