Se devo pensare che la coscienza si conserva dopo la nostra morte fisica... mi viene difficile credere ad inferno e paradiso o cose del genere. Piuttosto, mi viene più facile credere alla transizione della nostra coscienza dal nostro corpo a fisico a quello astrale, che a sua volta percepisce la (vive nella) dimensione astrale dell'esistenza.
(Sia chiaro che io non sono ben informato sull'argomento, ne sto dicendo di essere convinto che funzioni così. Semplicemente, dopo aver letto qualcosa sui viaggi astrali, mi è sembrato plausibile ipotizzare che la coscienza potesse vivere su un piano tutto suo.)
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(Qui di seguito riporto un ragionamento che mi è venuto spontaneo e che potrebbe essere privo di senso. Se avete di meglio da fare, potrebbe non essere necessario leggere da qui in poi xD).
Tralasciando questo, in base ad un post di Half Shadow, c'è qualcosa che vorrei dire. Lui ha detto di aver rischiato la morte, ma di averla scampata. In poche parole ha detto che abbiamo i nostri ruoli da compiere, e possiamo lasciare questo mondo solo quando è il momento per noi. Beh, mi hai fatto riflettere, e mi è venuto in mente che una cosa del genere è accaduta anche a me. Arrivi davanti alla morte, sei convinto che hai finito, e poi ti ritrovi salvo. All'inizio è stata una bella sensazione, poi però io ci sono stato molto male, dentro. Affermare, quindi, che forse "non dovevo morire" può più che altro farmi comodo... ma il modo in cui quel palo abbia smesso di trasmettere elettricità potrebbe essere strano, sotto qualche punto di vista...
Ultimamente mi è venuta in mente una cosa, che credo prima o poi potrei condividere con il mondo. E se, ad esempio, fosse stato questo che dovevo fare?
Se devo pensare che la coscienza si conserva dopo la nostra morte fisica... mi viene difficile credere ad inferno e paradiso o cose del genere. Piuttosto, mi viene più facile credere alla transizione della nostra coscienza dal nostro corpo a fisico a quello astrale, che a sua volta percepisce la (vive nella) dimensione astrale dell'esistenza.
non capisco cosa vuol dire questo discorso e la transazione, se credi ad una vita dopo alla morte, mi sembra il minimo che ti rimanga una coscienza.
In occidente abbiamo così paura della morte perché ci è dato dal modo in cui i Romani percepivano l'idea dell'aldilà, ovvero che non restassero altro che ceneri mute. Con l'avvento della Chiesa sì, le cose sono cambiate, ma non è che abbiano fomentato nelle monti la vera idea della morte, che, a mio parere, non è nient'altro che un dono: un dono perché ci permette di evitare le cose che possano condurci ad essa o che possano far corrompere noi stessi. Spirito e fisico non sono separati, anzi. Entrambi "si aiutano" per poter crescere e migliorare. Ciò che viene sempre dimenticato o sul quale non si vuole riflettere è che questa vita è una transizione, per capire delle cose o più semplicemente una palestra dove esercitarsi e accrescere la propria muscolatura (che potrebbe banalmente tradursi in "tolleranza", ma senza l'idea di fastidio che questa parola porta con sé).
Non c'è né un prima né un dopo. Molte culture parlano sempre dell'"eterno presente" (o Zeitgeist, concetto più vicino a noi) o del tempo del sogno, che fondamentalmente è questo che viviamo noi nella cosa che noi chiamiamo realtà. Ciò che vivremo sarà lo stesso che viviamo adesso, solo con mezzi differenti, con un involucro diverso (per chi non ce la fa) o pura energia, senza un corpo che la contenga/limiti/condensi. Illuminante in tal senso potrebbe essere la lettura di esperienze di viaggi astrali o esperienze di pre-morte, ché rendono bene l'idea di ciò che voglio dire. Vivere questa sensazione non è mica difficile. Il punto è che siamo imbottiti e distratti (volutamente) da stronzate del momento, dimenticando la vera importanza di ciò che viviamo: noi. Si ritorna sempre a questo punto. Dall'antichità a oggi, dagli albori della filosofia a oggi ciò che ha mosso l'uomo e che l'ha reso in fallo continuo (per cortesia, niente battute) è la paura. La paura di morire, particolarmente da soli. Da questa paura proviene anche la mania ossessiva di accoppiarsi, in questo periodo ancora più evidente, per sentirsi immortali (la discendeza ci fa credere che noi viviamo nei nostri generati, quando in realtà noi viviamo sempre). Ma non è questa la cosa importante, per ora. La morte la temo e "la evito" solo se penso che ho ancora delle cose da fare e delle persone da aiutare e da voler vivere. Ma ritengo di non esserne spaventato, sarebbe lo stesso timore che si prova crescendo, passando dalla fanciullezza alla adolescenza e alla giovinezza ecc.: sono solo stadi, ma nulla cambia.
non capisco cosa vuol dire questo discorso e la transazione, se credi ad una vita dopo alla morte, mi sembra il minimo che ti rimanga una coscienza.
Si ovvio, solo che ho usato termini con i quali, prima di tutto, non ho molta familiarità, e che poi hanno a che fare con un campo ben preciso. Vi consiglierei di cercare qualche lettura su viaggi astrali (come tecniche, come esperienze, come significato, qualsiasi cosa).
Sinceramente è una cosa alla quale potrei credere più facilmente.
Si ovvio, solo che ho usato termini con i quali, prima di tutto, non ho molta familiarità, e che poi hanno a che fare con un campo ben preciso. Vi consiglierei di cercare qualche lettura su viaggi astrali (come tecniche, come esperienze, come significato, qualsiasi cosa).
Sinceramente è una cosa alla quale potrei credere più facilmente.
qualcosa ho letto ma te ci credi veramente a ciò che dicono?? alcuni addirittura li mischiano con i sogni, forse allora è meglio fare filosofia...
ti consiglio, forse, di leggere la vita oltre la morte, esperienze di persone vicine alla morte, credo sia un po' più serio, o almeno ci sono testimonianze, e per pochi attimi i pazienti sono morti veramente.
qualcosa ho letto ma te ci credi veramente a ciò che dicono?? alcuni addirittura li mischiano con i sogni, forse allora è meglio fare filosofia...
ti consiglio, forse, di leggere la vita oltre la morte, esperienze di persone vicine alla morte, credo sia un po' più serio, o almeno ci sono testimonianze, e per pochi attimi i pazienti sono morti veramente.
No guarda, piuttosto sono incuriosito. Secondo alcune teorie i viaggi astrali sono solo sogni lucidi, ed in base a vari motivi è anche molto facile credere a questo. Per quanto riguarda le esperienze pre-morte, mi incuriosisce il fatto che più persone testimoniano fatti molto simili.
Io alla morte non ci penso: so che dovrò morire e, quando si avvicinerà il momento, affronterò la cosa.
Ricordo con molto affetto i miei cari che sono morti, ma non credo che possano essere da qualche parte: sono completamente atea e credo che, dopo la vita terrena, non ci sia assolutamente niente.
Un tema generalmente scansato dalla maggior parte; eppur è la paura principale che genera tutte le paure, affrontando questa (non in maniera fisica) si dovrebbere superare tutte le paure.
Ma con la morte finisce tutto?
I vostri cari defunti come li sentite? presenti in qualche modo nel loro ricordo sempre vivo o lontanissimi o peggio ancora ve li siete scordati?
La morte è solo una porta che conduce nell'altra dimensione?
Perchè in occidente abbiamo così tanto paura della morte?
credo fermamente che si vada in un altra dimensione,non credo che la ci aspettino parenti e amici come in un condominio!!!!
una volta trapassati forse l'anima perde ogni ricordo!!!!
la paura della morte è colpa della chiesa cattolica che ci ha sempre detto che saremmo finiti all'inferno se non avessimo fatto quello che dicevano loro,tant'è che si sono inventati il purgatorio durante il medioevo x accaparrarsi i soldi delle indulgenze,che schifo............