MILANO - La notizia sembra tanto clamorosa quanto incredibile. La polizia peruviana ha arrestato quattro persone sospettate di far parte di una banda che avrebbe assassinato almeno 60 persone per estrarre dai loro corpi grasso da vendere in Perù, ma anche in Europa, ad aziende disposte ad utilizzarlo per la fabbricazione di prodotti cosmetici. Lo ha reso noto il procuratore del tribunale penale di Lima, Jorge Sans. Secondo i media locali, tra i potenziali acquirenti ci sarebbero anche due «italiani» che gli inquirenti stanno cercando di arrestare.
«IL TRAFFICO DURAVA DA 30 ANNI» - I quattro peruviani arrestati avrebbero confessato, rivelando anche che il loro traffico durava da molto tempo. Lo riferisce il quotidiano El Comercio citando il generale Felix Murga, responsabile del Dipartimento di polizia anti-crimine. «Il grasso lo estraevano dal torace e dai muscoli», ha dichiarato Murga. Secondo le indagini effettuate finora, la sostanza veniva venduta per lo più in Europa, a circa 15.000 dollari al litro.
IL CASO - Il caso è venuto alla luce agli inizi del mese, quando la polizia ha arrestato due persone mentre stavano ritirando un involucro di plastica che, presumibilmente, conteneva il grasso umano estratto dal corpo di un uomo, Abel Matos Aranda, ucciso in Perù lo scorso settembre. I media hanno subito definito gli arrestati «la banda dei pishtacos», (dalla parola quechua 'pishtay', che significa «tagliare a strisce»): come nelle leggende peruviane - ne parla anche lo scrittore Mario Vargas Llosa nel romanzo Il caporale Lituma sulle Ande -, sono le persone che aggrediscono uomini e donne per sgozzarli, mangiare la loro carne e vendere il loro grasso.
I CLIENTI - I media, citando il generale Murga, scrivono inoltre che tra i possibili clienti vi sarebbero anche due non meglio precisati «italiani», dei quali si parla nelle intercettazioni telefoniche effettuate sui cellulari dei detenuti. Murga, per altro, ha anche assicurato che gli arrestati agivano più o meno come i 'pishtacos'. Attiravano le loro vittime in luoghi solitari e, dopo averle, decapitate, ne trasferivano i corpi in rudimentali laboratori per estrarne il grasso. Sempre secondo Murga, al di là di cercare di individuare i due presunti italiani che avrebbero acquistato la sostanza, è anche scattata la caccia ad almeno altri sette membri della banda. Per ora, comunque, non sembra che si siano comportati fino in fondo come i 'pishtacos'. Che, secondo il Dizionario Enciclopedico del Perù di Tauro del Pino, spesso sotterravano le loro vittime, a volte ancora in vita, per fecondare la terra o rendere più solide le fondamenta di una casa. In questo caso, avrebbero pensato invece solo ai soldi vendendone il grasso ad aziende europee, che l'utilizzavano per fabbricare prodotti cosmetici. La notizia comunque non può non alimentare forti dubbi. Alcuni professori universitari, interpellati da varie agenzie sudamericane, sono apparsi molto scettici sulla vicenda, sostenendo che non vi sarebbe "mercato" per il grasso umano (corriere)
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