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Usher
Per essere liberata la vittima avrebbe dovuto, secondo quanto ha riferito ai carabinieri, abortire o lasciare il nascituro ai nordafricani, in quanto musulmano: uno di loro, un cittadino marocchino, è il padre del bambino
I carabinieri hanno liberato a Castelmella (Brescia) una donna italiana incinta tenuta sotto sequestro da alcuni nordafricani. Per essere liberata la vittima avrebbe dovuto, secondo quanto ha riferito ai carabinieri, abortire o lasciare il nascituro ai nordafricani, in quanto musulmano: uno di loro, un cittadino marocchino, è il padre del bambino.
La vicenda è cominciata nell'estate scorsa. La donna, originaria della provincia di Lecce, ha conosciuto un immigrato marocchino a Voghera (Pavia) al quale si è legata sentimentalmente. La coppia ha deciso poi di andare a vivere a Castelmella presso una cugina tunisina dell'immigrato, agli arresti domiciliari.
La donna italiana è rimasta incinta, ma nel frattempo la situazione si era deteriorata per il comportamento del compagno. Quando ha deciso di lasciarlo, le è stata prospettata la possibilità di abortire o di lasciare il bambino "in quanto musulmano" alla famiglia del padre.
Recentemente la vittima aveva preso in considerazione la possibilità di abortire e si era sottoposta, a tal fine, a una visita medica. Il compagno e i parenti la tenevano rinchiusa in una stanza: quando i carabinieri procedevano ai controlli della donna ai domiciliari, la nascondevano su un balcone. E' riuscita però a mandare un messaggio con il telefono cellulare alla madre, in provincia di Lecce, che ha attivato i carabinieri. Dopo la liberazione sono stati arrestati il compagno, la cugina e il fidanzato tunisino di quest'ultima. (repubblica)
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puo questo modo di pensare integrarsi alla nostra cultura?
, pero i diritti religiosi quelli pero quelli pretendono