CAPRI - Uno scarico incontrollato in mare dalla costa. È questa la pista principale seguita dagli inquirenti per capire cosa sia accaduto martedì mattina nella Grotta Azzurra e che provenienza abbia la sostanza che ha provocato i malori dei battellieri. Le ipotesi restano numerose, ma la più accreditata è quella di uno scarico in acqua. «Finché non sarà chiara la composizione della schiuma - ripetono carabinieri e Guardia costiera - non potremo trarre conclusioni certe».
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Il giallo della Grotta Azzurra<br />"Prima ipotesi: scarichi illegali" - Local | L'espresso
(AGI) - Palermo, 14 ago. - Stoccaggio di rifiuti speciali e scarico di acque reflue non autorizzato in mare: sono le accuse a carico di due imprenditori denunciati al termine di una serie di complessi controlli svolti dai militari della Stazione di Cinisi, con il supporto dei carabinieri del Nucleo operativo ecologico e del nono Nucleo Elicotteri di Palermo, nell'ambito dei servizi disposti dal Comando provinciale di Palermo.
Deferiti in stato di liberta' all'autorita' giudiziaria un 45enne palermitano, amministratore delegato della Amaltea srl, e una 29enne di Palermo, titolare della Societa' nautica Promarine, con sede nel complesso. Gli uomini del comando del colonnello Teo Luzi parlano di "gravissime violazioni in materia ambientale" e del concreto rischio di "danneggiare irreparabilmente uno dei piu' bei tratti di costa dell'isola"
SPERLONGA (Latina) — Per fare un tuffo dove l’acqua è più blu non basta farsi oltre 150 chilometri partendo da Roma, sfidare il traffico della Pontina, arrivare in quella che viene definita «la perla del Tirreno» oppure la «Mykonos laziale». A Sperlonga, famosa per le sue case bianche, per la «Grotta di Tiberio» e per l’essere stata scoperta negli anni 50 da Raf Vallone, il mare non è cristallino. E, sulla spiaggia del «Lavatoio», si possono avere ospiti a sorpresa: «L’altra mattina—racconta una signora di Caserta — tra gli ombrelloni c’era un topo ». Prego? «Sì, un topo. Bello grosso, anche. Magari voleva fare il bagno...». Già, ma il mare? «Una delusione, è peggio dello scorso anno»
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La delusione di Sperlonga Emergenza yacht a Sabaudia - Corriere della Sera
RIMINI — L’estate del 1989 per la riviera romagnola fu il big bang. La risacca spalmò sui 134 chilometri di spiaggia adriatica l’«innominata », come qui chiamano la mucillagine. In una sola stagione sparirono i bagnanti e il 50% dei profitti prodotti dal turismo: «Quegli anni sono lontani — rivendica con orgoglio il sindaco di Rimini Alberto Ravaioli — abbiamo ripulito tutto e da nove anni riceviamo la Bandiera blu». Da Ravenna a Cattolica, si contano 138.700 ombrelloni e 1.426 stabilimenti balneari. E ancora 6 parchi acquatici, 4.200 pedalò e 800 bagnini. Poteva mancare il bollino blu della Fee? Rimini, la capitale di questo microcosmo vacanziero, non sembra peraltro badarci più di tanto: «La Bandiera blu? Per quella basta pagare», scherza il presidente dei balneari Giorgio Mussoni: «Da noi l’acqua è pulita, ma quando piove i bagnini devono scendere in spiaggia a raccogliere i pannolini sul bagnasciuga». Parla dei liquami vomitati in mare dopo gli acquazzoni dalle fogne stracolme. «Lo ripeto da anni: vanno potenziate. Ma non vogliono ascoltarmi». Sullo stesso lato della barricata c’è da tempo anche un comitato dal nome inequivocabile: «Basta M... in Mare».
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Riviera vittima degli scarichi «Se piove siamo nei guai» - Corriere della Sera
Quanta merda