Usavano il "permesso premio" dal carcere per organizzare rapine ai portavalori. Erano detenuti in semilibertà tre dei sette malviventi che stamani vicino a Gaeta hanno tentato il colpo al furgone con 1 milione e 260 mila euro, sono detenuti semiliberi. Due erano stati condannati all'ergastolo per omicidio. Dopo un lungo inseguimento, i carabineri li hanno bloccati insieme alla banda armati di kalashnikov, fucili mitragliatori, bombe molotov e giubbetti antiproiettili.
I cugini ergastolani. Tra loro, Luciano Febi e il cugino Mario, 53 e 52 anni, condannati all'ergastolo per l'omicidio di una guardia giurata durante l'assalto a un portavalori a Castel Madama nel maggio 1991. Era già capitato nel novembre scorso: anche allora i cugini Febi erano stati accusati di aver partecipato a una rapina durante un loro permesso fuori dalla prigione. Quella volta, l'assalto al furgone sulla strada per il santuario Divino Amore di Roma fruttò alla banda 2 milioni e 400 mila euro.
Nella banda padre e figlio, incensurato. Sono stati arrestati anche Daniele Piani, anch'egli coinvolto nella vicenda del 1991; Maurizio Di Giuseppe e suo figlio Marco, di 25 anni, unico incensurato; Fabrizio Toti e Diego Pedetta, quest'ultimo condannato in primo grado per una rapina a una banca di Santa Maria delle Mole, alle porte di Roma, il 13 giugno 2002, costata la vita ad un carabiniere. Fu poi assolto dopo l'annullamento della condanna da parte della Cassazione.
Spari contro il furgone. Stamane hanno ritentato il colpo ma gli è andata male. Hanno atteso che il furgone raggiungesse Piana Sant'Agostino, lungo la statale che porta a Gaeta, in provincia di Latina, e sono entrati in azione alle 7.30 del mattino. Alla guida di un autocarro rubato, hanno speronato il blindato dell'istituto di vigilanza Securitas di Latina e l'hanno spinto fuori dalla carreggiata. Sono scesi imbracciando i kalashnikov e le pistole e hanno sparato contro la portiera dell'autista obbligando le tre guardie giurate e scendere e consegnare le pistole.
Tre minuti d'inferno: i rapinatori con i fucili mitragliatori spianati, i colpi esplosi contro il furgone, le guardie giurate terrorizzate con le mani alzate. Un paio di banditi hanno acceso una motosega e hanno inziato a tagliare la lamiera del blindato. Qualcosa non ha funzionato: il lavoro si protraeva oltre i tempi previsti e in lontananza si sentiva una sirena dei carabinieri. La banda è fuggita lasciando intentata la rapina ma dopo un inseguimento, è stata bloccata.
Gaeta, fallito assalto a furgone portavalori Nel commando ergastolani in licenza premio - cronaca - Repubblica.it
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