Raid di giovani a volto coperto e armati di mazze. Poco prima in zona corteo di Forza Nuova
Assalto a un locale frequentato da romeni in una strada che dista solo poche centinaia di metri dal luogo dove sono stati aggrediti i due fidanzatini ed è stato consumato lo stupro della giovane romana. È successo domenica sera a Roma intorno alle otto. Quattro cittadini romeni sono rimasti feriti, due in modo più serio. Un assalto che sa di spedizione punitiva: alcuni giovani a volto coperto sono arrivati armati di mazze di legno davanti a un kebab turco di via di Carrocceto, nella zona di Porta Furba, sulla via Appia.
Il locale è noto per essere frequentato da romeni. Coperti da passamontagna e cappellini in testa, il gruppo di aggressori, ha picchiato gli stranieri e infranto alcune vetrine. Pochi minuti, poi si sono allontanati in fretta senza lasciare tracce. Due dei romeni feriti sono stati medicati dal 118 direttamente sul posto, mentre altri due che hanno riportato delle contusioni e delle escoriazioni su tutto il corpo sono stati trasportati all´ospedale Vannini. E lì hanno raccontato che a consumare l´aggressione sono state una ventina di persone.
I carabinieri hanno avviato degli accertamenti per capire se l´assalto al locale frequentato da persone dell´Est può essere legato allo stupro che si è consumato il giorno di San Valentino. Nella zona la tensione è molto alta. Poco prima del raid per le strade del quartiere c´era stata una manifestazione di protesta di Forza Nuova. Intanto ieri la giovane vittima ha passato due ore davanti al computer per ricostruire gli identikit degli stranieri che l´hanno stuprata con una forza d´animo che ha sbalordito anche gli psicologi della polizia.
Ora c´è una ricorstruzione precisa dei violentatori che è sul cruscotto di tutte le volanti. Gli identikit mostrano due uomini sui 20-30 anni, uno piuttosto massiccio, coi capelli lunghi, il naso schiacciato e la faccia da pugile. «Abbiamo tracce promettenti» dice il questore Giuseppe Caruso. Gli investigatori hanno anche un altro indizio: le schede Sim che gli aggressori hanno tolto dai telefonini delle vittime. Dai laboratori potrebbero uscire le impronte digitali di almeno uno degli aggressori.
E a proposito del raid il sindaco Alemanno dice: "C'è chi vuole speculare sulla paura della gente, sulla voglia di riscatto e sulla rabbia e noi dobbiamo dire con chiarezza che non è pensabile di farsi giustizia con le mani proprie".
Il sindaco, che è intervenuto a margine di un sopralluogo a Castelfusano dove è in corso un'operazione di bonifica per lo smantellamento di insediamenti abusivi, ha aggiunto in riferimento al raid che "è evidente che si tratta di un segnale molto negativo e pericoloso".
"Vogliamo coinvolgere i cittadini - ha proseguito Alemanno - in un'opera di attenzione al territorio per rendere più agevole l'intervento delle Forze dell'ordine, ma deve essere sempre finalizzata ad un più rapido intervento di queste, mai alla violenza e alle ronde che si fanno giustizia da sole". (16 febbraio 2009)