Sicilia invasa dai rifiuti
di
Alessandro De Pascale
EMERGENZA. Dopo l’annullamento da parte della Corte Ue del Piano Cuffaro, la nuova giunta Lombardo da giorni è al lavoro per approvare la nuova legge. Stop ai mega inceneritori, sì alla differenziata e al riciclo.
La città di Palermo è di nuovo travolta dai rifiuti. Varie zone della regione, a intermittenza, da mesi sono una discarica a cielo aperto. I turisti scappano, i vigili del fuoco spengono i roghi. Da giorni il Consiglio regionale è riunito d’urgenza per approvare la nuova legge sul riordino degli Ato (Ambiti territoriali ottimali) che sull’isola gestiscono l’immondizia. Anche ieri. Ma tuttora mancano gli oltre 500 milioni di euro che servono per attivare un mutuo e coprire i debiti di questi 27 carrozzoni, molti dei quali sono ormai al collasso finanziario. Martedì scorso erano già stati approvati diversi articoli, tra cui quello per l’ampliamento delle discariche, indispensabile fino all’adozione del nuovo Piano regionale dei rifiuti della giunta di Raffaele Lombardo. Che al momento ancora non c’è.
La corretta gestione dei rifiuti è un problema annoso per l’Italia. La Sicilia e la Campania non sono le uniche Regioni ad essere state commissariate perché finite in emergenza. Anche Calabria, Lazio, Puglia ma addirittura la Provincia di Milano, negli anni sono ricorse ai poteri straordinari, spendendo decine di miliardi di euro. Ma nonostante questo, in barba alle norme europee, più della metà dei rifiuti solidi urbani raccolti nel nostro Paese, tuttora finiscono in discarica. «I commissariamenti non hanno mai risolto nulla - spiega Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente - ma almeno in Sicilia abbiamo ottenuto l’annullamento, da parte della Corte di giustizia europea, del Piano rifiuti approvato dalla precedente giunta di Totò Cuffaro. Come i bandi che avevano dato mandato a quattro Asi di costruire gli inceneritori, annullati da Lombardo».
I mega termovalorizzatori e le nuove discariche erano infatti l’unica soluzione individuata da Cuffaro. «Abbiamo approvato un emendamento che prevede impianti di incenerimento solo se autosufficienti a livello energetico, e i grandi inceneritori non lo sono», spiega Roberto De Benedictis, vicepresidente del gruppo Pd all’Assemblea regionale siciliana. «Per fortuna - aggiunge Ciafani - una commissione di esperti sta riscrivendo il Piano rifiuti». Tra gli articoli chiave già approvati c’è quello che fissa i parametri delle nuove 27 società dei Comuni, le Srr, che sostituiranno i vecchi Ato. Entro il 2010 dovranno arrivare al 20 per cento di differenziata, al 40 nel 2012, fino al 65 per cento del 2015. Pesanti sanzioni per gli enti locali inadempienti: scioglimento del Consiglio comunale e revoca del sindaco. La giunta Lombardo è insomma sul banco di prova dei rifiuti.
Un altro emendamento consentirà di creare le aziende che ricicleranno il materiale differenziato, così da incentivare l’occupazione. Al momento l’accordo politico che manca è sul salvataggio degli Ato virtuosi. Tra cui alcuni di Trapani e Agrigento che hanno raggiunto livelli di differenziata degni del Veneto o della Lombardia: sopra il 20 per cento. Anche sul fronte giudiziario l’attenzione resta alta. I carabinieri sono al lavoro dal 16 gennaio 2009, giorno in cui il prefetto di Palermo decretò lo stato di emergenza. Dall’inizio del 2010 sono 52 le persone arrestate dall’Arma per «abbandono incontrollato» e «trasporto senza autorizzazioni» di rifiuti speciali. Di cui 24 a marzo, otto solo ieri. I camion, le autovetture e i muletti sequestrati sono 41.
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