Originariamente inviata da
paky92
News > Di' la tua > Attualità
10 marzo 2009 - 11:30
Alla faccia della minuzia
Parte oggi il sistema di voto alla Camera con il lettore di "impronte". Uno scherzetto da 450.000 euro, contro il quale si scagliano ancora dei deputati "obiettori". Gli altri si sono accontentati di avere in cambio una bella "ricreazione"
Le chiamano "minuzie": sono quelle specie di impronte digitali semplificate che i parlamentari della Camera sono stati chiamati a registrare per far funzionare il nuovo sistema di voto anti-pianisti. Grazie a esso (attivo da oggi), essendo i politici costretti a mettere un dito su un dispositivo di riconoscimento per attivare la tastiera del voto - da azionare con l'altra mano -, dovrebbe diventare impossibile votare a nome di altri deputati assenti.
Una minuzia, però, questa operazione proprio non la si potrebbe definire visto che alle casse dello Stato il sistema è costato una cifra prossima ai 450.000 euro, ma soprattutto perché il malcostume di "truffare" durante le votazioni parlamentari è indegno di ogni democrazia civile. Eppure, di fronte a questa imbarazzante soluzione c'è ancora chi fa "obiezione di coscienza": fino a pochi giorni fa erano 57 su 630 gli irriducibili, tra i quali alcuni piuttosto rumorosi. "Le impronte digitali sono un oltraggio alla dignità del Parlamento - dice Paolo Guzzanti -. Già mi sento offeso passando sotto il metal detector, perché non sono un criminale cui si vorrebbero equiparare i parlamentari". Gli fanno eco il leghista Brigandì ("Le impronte? Già le ho date al militare". Chissà che ne penserebbero immigrati e bimbi rom?) e l'elegante Margherita Boniver: "La macchina è andata in tilt quando ho impresso il dito. Che (ovviamente) era quello medio".
Ma se i soldi spesi per il sistema e i rifiuti ad adeguarvisi sembrano già uno scandalo, che dire della "merce di scambio" ottenuta dai nostri politici? L'hanno chiamata simpaticamente "ricreazione" ed è la concessione ai parlamentari di sette giorni liberi al mese in cambio di 18 ore supplementari di lavoro nel resto del mese, cui si aggiungono pause sparse di un'ora per rifocillare le membra stanche (probabilmente dallo sforzo di dover votare e, contemporaneamente, premere un dito sul lettore d'impronte). Il quotidiano Il Messaggero ha fatto il conto che, tra vacanze pasquali e pausa lettorale europea, i deputati lavoreranno solo una quarantina di giorni prima dell'estate. Se volete, chiamate pure questa una minuzia... (Libero News)
Alla faccia della minuzia - Attualità - Libero Blog - Libero News
credevate davvero che lo facessero per migliorare il sitema vero????