Un numero sempre maggiore di adolescenti, anche ragazzine di tredici anni, si presenta in ospedale per chiedere la pillola del giorno dopo. Che fare? Si chiedono i medici genovesi assillati non tanto da dubbi di natura religiosa, quanto piuttosto riguardanti la sfera etico-legale. Così, in assenza di leggi chiare, chiedono lumi alla magistratura. E i giudici rispondono: la pillola deve essere prescritta. Ma si aprono ad un confronto perché, ammettono, è un fenomeno che può nascondere disagio sociale e famigliare.
"Richiesta di parere in merito alla liceità della prescrizione di Norlevo, pillola del giorno dopo a minorenni in assenza dei genitori o di chi ne detiene la patria potestà". Comincia così la lettera del 21 gennaio con cui la responsabile del Presidio ospedaliero metropolitano Bruna Rebagliati si rivolge al presidente del Tribunale dei Minori Adriano Sansa e al Giudice Tutelare della sezione famiglia Francesco Mazza Galanti.
I vertici della Asl3 si sono mossi a seguito delle sempre più frequenti richieste di chiarimenti da parte dei medici dei pronto soccorso e dei reparti di ginecologia e ostetricia. "La minore età, nella prescrizione dei contraccettivi pone il medico di fronte a dubbi e resistenze" scrive Rebagliati. Gli interrogativi sono di natura medico legale e deontologica, "non esistendo nella legislazione italiana una norma specifica che disciplini la contraccezione nella minore età". I punti centrali riguardano la liceità della prescrizione in assenza o all'insaputa dei genitori e l'esistenza di un'età minima per la contraccezione. Negli ultimi mesi, diversi medici genovesi hanno sollevato obiezioni di opportunità legale di fronte all'aumento vertiginoso di adolescenti a caccia della pillola.
Nell'aprile scorso, anche a seguito di polemiche per il rifiuto di alcuni medici, obiettori per motivi religiosi, di prescrivere la pillola a donne maggiorenni, la Regione Liguria aveva dato precise disposizioni per far sì che il diritto previsto dalla legge fosse davvero garantito. Il Norlevo è infatti considerato un farmaco di contraccezione e non abortivo. E' addirittura definita "uno strumento di prevenzione dell'aborto" e deve essere assunta "nelle 12 ore e non oltre le 72 successive, ponendo di fatto ristretti limiti di tempo per la prescrizione" ricordano i medici. L'Asl 3 sottolinea però un vuoto normativo visto che la disposizione regionale "non si esprime sull'età dell'utente". E quindi chiede un'indicazione univoca a fronte di "interpretazioni medico legali difformi" derivanti da disposizioni e norme di varia provenienza.
La magistratura, pur ribadendo che per la pillola del giorno dopo non può valere l'obiezione di coscienza, riconosce la particolarità del problema e si è detta disponibile ad essere interpellata nei casi dubbi. Inoltre, i giudici stanno verificando con le strutture sanitarie e i servizi sociali la possibilità di intervenire, pur nel rispetto della riservatezza della persona, quando dietro la richiesta della pillola esista il sospetto di un disagio della minore o della totale assenza di controllo famigliare.
Boom di richieste dalle adolescenti I giudici: date la pillola del giorno dopo - cronaca - Repubblica.it
è un'assurdità dare la pillola ad una tredicenne. A mio giudizio la si rovina irrimediabilmente.