Quale crisi, è tutto finto:
solo festa intorno trovo
perché arriva l’anno nuovo.
Quel ch’è nero nel dipinto
è soltanto virtuale,
come fosse un videogioco
per gettar pepe nel fuoco
di quest’allegria globale.
Pazza folla negli outlet
e nei centri commerciali:
soldi in cibi ed in regali
vanno giù come i sorbet.
Nelle strade le auto a frotte
come greggi vanno lente:
transumanza irriverente,
del petrolio se ne fotte.
Sulla neve scendon sciolti
abbronzati gli sciatori:
essi son tutti evasori
o anche gli altri sono molti?
Ristoranti e pizzerie
dan ricetto ai tanti gatti
che di cibo ancor strafatti
van scialando economie.
E’ la crisi ch’è pittata
o è virtuale quel che vedo?
Berlusconi fu l’aedo
di una storia … consumata.
Sta’ a veder ch’è una manfrina
di spettàcolar finzione
messa su in mondovisione
pur la guerra in Palestina.
Come in ùn reality-show
tiran missili e bombette:
parodie quasi perfette;
cadon morti giù a gogò
ma non muore veramente
chi si schianta su quel palco:
s’alza al volo e resta il calco
d’un presepe ch’è morente.
Perciò andiamo a incominciare
mentre impazzano già i botti:
se nell’ultimo non fotti,
… tutto l’anno a smanacciare.
Allegria, frartelli cari,
l’ottimismo è d’ordinanza:
dai, riempiamoci la panza,
che dal 2 … son cazzi amari!