Milano, vigile gay rischia il posto
Ha partecipato a un concorso in divisa
Per tutti è il gay più sexy del mondo, ma ora la sua vittoria allo speciale concorso di bellezza per omosessuali potrebbe costargli il posto. Dopo aver sbaragliato 46mila concorrenti provenienti da 162 nazioni e essere rientrato da New York con lo scettro del più bello, Fabrizio Caiazza, vigile 33enne di Milano, potrebbe infatti essere sospeso perché ha utilizzato la divisa senza alcun permesso.
Napoletano di origini e milanese di adozione, appena tornato dagli States, Caiazza è stato convocato e ripreso dal comandante della polizia locale di Milano, Emiliano Bezzon. Del suo caso se ne occuperà la commissione disciplinare del Comune, chiamata a decidere se applicare una sospensione dal servizio o soltanto un richiamo formale.
L'avventura del vigile, impiegato al nucleo radiomobile come motociclista da oltre sette anni, inizia a maggio, quando il 33enne decide di iscriversi al singolare concorso di bellezza americano per soli uomini sponsorizzato dal sito internet gaydar.it. Alla gara si presentano oltre 46mila partecipanti, ma Caiazza sbaraglia tutti aggiudicandosi il titolo, un contratto da modello e un premio di 15mila euro. "Userò questi soldi per finanziarmi gli studi universitari - aveva dichiarato il 33enne subito dopo la premiazione -. Sono contento che abbia vinto un italiano, ho tenuto alta la reputazione degli uomini italiani in tutto il mondo".
Sull'esito finale del concorso, secondo quanto riferito proprio dal vigile meneghino, il fascino della divisa potrebbe aver giocato un ruolo importante. Un escamotage che però ora potrebbe costargli caro. Il regolamento impone infatti agli agenti di comportarsi in modo dignitoso e decoroso anche fuori servizio e l'idea di sfilare in uniforme non è piaciuta né ai responsabili del Comando, né ai colleghi di Caiazza. "Avrebbe dovuto sfilare per conto suo, a suo nome e non usando la divisa, senza tra l'altro chiedere il permesso al comandante che rappresenta il corpo dei vigili urbani di Milano", sostengono alcuni. "Ognuno è libero di avere le tendenze sessuali che più gli aggradano — spiega al 'Corriere della Sera' una vigilessa che conosce bene Fabrizio — ma quando si è un pubblico ufficiale non si può andare a un concorso per gay con addosso la divisa. È un modo per screditare l'intero corpo".