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santià privata: una vergogna tutta italiana

  1. #1
    Overdose da FdT
    Uomo
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    Predefinito santià privata: una vergogna tutta italiana

    cronaca:
    Truffa e lesioni, 14 arresti alla Santa Rita In manette anche il direttore sanitario Tra le accuse cinque omicidi aggravati e interventi non necessari: come l'asportazione di un seno a una 18enne
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    MILANO - La Guardia di Finanza di Milano ha arrestato 13 medici e il titolare della casa di cura milanese Santa Rita, struttura privata ma convenzionata con il Servizio sanitario nazionale. Le 14 ordinanze di custodia cautelare, delle quali due in carcere e le altre ai domiciliari, sono state firmate dal gip Micaela Curami su richiesta dei pm Grazia Pradella e Tiziana Siciliano, titolari delle inchieste sulla nuova «sanitopoli» milanese che riguarda presunti rimborsi gonfiati per un totale di circa 2 milioni e mezzo di euro, denaro sequestrato insieme a circa 4mila cartelle cliniche. Destinatari 13 medici, tra cui l'ex direttore sanitario della Santa Rita, e il rappresentante legale nonché socio di maggioranza della struttura, il notaio Francesco Paolo Pipitone. Anche la clinica in qualità di ente giuridico è indagata in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti.
    PRIMARIO E AIUTO IN CARCERE - È il primario della Chirurgia Toracica della clinca Santa Rita, il dottor Pierpaolo Brega Massone, una delle due persone destinatarie dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Milano sui rimborsi gonfiati nella struttura sanitaria milanese. L'altra persona per il quale il gip Micaela Curami ha disposto il carcere è uno dei più stretti collaboratori del primario, il dottor Pietro Fabio Presicci.
    TUTTI GLI ALTRI ARRESTATI - Oltre a Pier Paolo Brega Massone e Pietro Fabio Presicci che sono finiti in carcere, sono stati disposti gli arresti domiciliari per le seguenti persone: Paolo Francesco Pipitone, socio unico e legale rappresentante della casa di cura; Sampietro Maurizio, direttore sanitario fino al maggio 2007; Renato Scarponi, capo equipe presso l'Unità Operativa di Ortopedia; Merlano Gianluca, vice direttore sanitario dal 2 novembre 2005 fino al maggio 2007; Mario Baldini e Paolo Regolo responsabili d'equipe presso l'Unità Operativa di Neurochirurgia; Maria Pia Pedesini, responsabile d'equipe dell'Unità Operativa di Urologia; Augusto Vercesi, responsabile dell'Unità Operativa di Urologia; Giuseppe Sala, responsabile dell'Unità Operativa di Anestesia; Giorgio Raponi, responsabile d'equipe presso l'Unità Operativa di Otorinolaringoiatria e la sua assistente Eleonora Bassanino e Marco Pansera componente dell'equipe di chirurgia toracica.
    OMICIDIO AGGRAVATO - C'è anche l'omicidio aggravato dalla crudeltà tra le 90 accuse totali contestate a un paio di medici destinatari delle ordinanze delle custodie cautelari. A vario titolo le altre accuse vanno dalle lesioni gravissime alla truffa ai danni del Servizio sanitario nazionale fino al falso. L'accusa di omicidio aggravato si riferisce a cinque pazienti, anziani in condizioni di forte debilitazione, operati nonostante non fosse necessario. Secondo le indagini, in conseguenza dell'intervento i cinque sono morti. Il reato di lesioni gravissime si riferisce invece a operazioni ritenute dagli inquirenti inutili, su malati terminali o comunque con prognosi infausta.
    IL PM AVEVA CHIESTO IL CARCERE PER TUTTI GLI INDAGATI - La procura di Milano, pm Tiziana Siciliano e Grazia Pradella, aveva chiesto la misura della custodia cautelare in carcere per 14 indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla clinica Santa Rita, dove insieme alla truffa al servizio sanitario nazionale sono contestati anche cinque omicidi di pazienti. Ma il gip Micaela Serena Curami ha attenuato la richiesta di misura per 12 degli indagati concedendo il beneficio degli arresti domiciliari.
    MAMMELLE ASPORTATE - Tra gli episodi contestati anche una decina di casi di pazienti con tubercolosi curati con l'asportazione del polmone. Proprio per far luce su questi episodi lo scorso anno l'Asl di Milano aveva creato una commissione d'inchiesta e sospeso l'accreditamento col Ssn per il reparto di chirurgia toracica della clinica. In altri casi sarebbero state asportate mammelle a donne in giovane età, compresa una ragazza di 18 anni, senza motivo, quando sarebbe bastata la semplice asportazione di un nodulo. Una donna di 88 anni affetta da tumore, sarebbe stata operata 3 volte in tre mesi (con un rimborso di 12 mila euro a intervento), quando sarebbe bastato un solo intervento. In molti casi il consenso all'intervento non sarebbe stato firmato dai pazienti e l'operazione eseguita anche contro il parere del medico curante. Complessivamente gli indagati sono 18.
    INTERCETTAZIONI - «L'utilizzo delle intercettazioni è stato fondamentale per l'inchiesta perché gli indagati parlano in modo esplicito della necessità di operare per guadagnare» spiegano i pm Pradella e Siciliano, sottolineando che per quanto riguarda l'aspetto economico sono state intercettate numerose conversazioni che «colpiscono in quanto l'interesse remunerativo è subordinato all'interesse per il paziente». Dello stesso avviso il colonnello della Guardia di Finanza Cesare Marangoni che ha condotto le indagini, secondo il quale senza le intercettazioni «non si sarebbero individuati anche i casi di omicidio volontario». In alcuni casi presi in esame lo stipendio dei medici, che era di meno di 2mila euro, grazie al sistema architettato per gonfiare i rimborsi, arrivava anche a 27mila euro mensili.
    INCHIESTA AVVIATA NEL 2007 - L'inchiesta, che riguarda la clinica situata in via Jommelli, è cominciata nella primavera del 2007. Le Fiamme gialle avevano sequestrato migliaia di cartelle cliniche su richiesta dei pm, ritenute non veritiere o comunque alterate in modo tale da permettere rimborsi maggiori rispetto a quelli dovuti.
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    Domanda : perchè la sanità privata italiana non funziona? fino a quando dovremmo leggere di morti ( vedi anziani operati in cambio di soldi)
    Con tutti i soldi che vengono investiti nella sanità privata perchè non migliorare quelli pubblici? un affare da impuniti?
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    Pipitone prenderà i più delinquenti che gli faranno guadagnare miliardi»
    Lo scandalo della casa di cura milanese Santa Rita: le intercettazioni
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    MILANO - Le responsabiltà dello scandalo della clinica milanese Santa Rita emergono con chiarezza dalle intecettazioni. «Pipitone prenderà i più delinquenti del mondo che gli faranno guadagnare miliardi nel calcolo delle probabilità ... se anche li cascano la colpa è dei medici e lui viene fuori pulito». Sono le considerazioni di Arabella Galasso, medico della casa di cura santa Rita, in un dialogo intercettato nell'ambito dell'inchiesta sulla nuova sanitopoli milanese e riportato nell'ordinanza del gip Micaela Curami nel capitolo che riguarda il notaio Francesco Paolo Pipitone, titolare della clinica privata e finito agli arresti domiciliari. Secondo il giudice Curami dalle conversazioni intercettate emerge che Pipitone non solo era a conoscenza del sistema, ma lo ispirava e lo dirigeva. Inoltre da due dialoghi della dottoressa Galasso risultano «chiarissime»le responsabilità di Pipitone. Il 18 luglio del 2007 Arabella Galasso, al telefono con una tale Clara, dice: «Questo cosa vuol dire, che Pipitone prenderà i più delinquenti del mondo che gli faranno guadagnare miliardi nel calcolo delle probabilità ... se anche li cascano la colpa è dei medici e lui viene fuori pulito. Quante prob... voglio dire se prende una macchina da guerra come Scarponi... che opera anche quelli che non hanno bisogno che... che si mette a contraffare le cartelle... lui guadagna, poi dopo i Noc fanno le ispezioni a campione... non è mica detto che acchiappino Scarponi, intanto lui ha guadagnato però, capisci?».
    LE ACCUSE - Poco più avanti la dottoressa Galasso prosegue: «Quindi questo è l'ennesimo mezzo che danno a questi proprietari di merda di speculare, perchè parliamoci chiaro quando un intervento vien pagato 8.000 euro e noi ne prendiamo 700 gli altri 7.300 se li intasca il Pipitone». Il medico poi prosegue: «Allora adesso il suo gioco più conveniente è quello di mettere dentro quelli che si sa essere... fetenti, perchè tanto lui dice se li cascano io li butto fuori, non mi può dir niente nessuno, la colpa è loro. Quindi se adesso c'è un controllo sulle cartelle, se fino ad oggi c'è stato il vice direttore sanitario che passava le cartelle una ad una e ti chiamava se i DRG erano pompati e te li faceva rifare, adesso lui gli toglierà quella mansione perchè tanto a me che ***** me ne frega se il medico sbaglia paga lui». E ancora più sotto «Ma è normale che sia così perchè quando un chirurgo è pagato a prestazione, se vuole guadagnare deve fare più prestazioni, mentre una volta il ricovero era pagato a giornate...». In un'altra telefonata, con la madre, del 24 luglio 2007(...) «Lui deve capire che non può far venire a lavorare dei banditi, che contribuiscono a farci finire sui giornali perchè la verità è questa, perchè è inutile che lui si tira fuori dalle responsabilità, la gente a lavorare lì la fa venire lui e finchè ci sono stati gli onesti non è mai successo niente; adesso vengono dei medici che sono altro che da denunciare per truffa, son dei criminali».


  2. #2
    Mai più senza FdT lakeofire
    Uomo 39 anni
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    Beh i cretini ci sono ovunque. L'unico dispiacere quando leggo queste cose è la certezza che non paghino (questo indipendentemente che sia pubblica o privata).

    Per il funzionamento... quella pubblica si sa che va da cani e si sa anche il perchè. Quella privata per quello che so io è solo + veloce
    Tanto i danni li fanno ovunque

  3. #3
    Nuvolablu
    Donna 43 anni
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    Mi hai preceduta nell'apertura di questo topic, Usher
    Sono allibita, è un caso davvero sconcertante oltre che gravissimo...
    povero Ippocrate, come si starà rivoltando nella tomba
    Mi auguro siano presi serissimi provvedimenti....

  4. #4
    Il Merda
    31 anni
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    Non c'è a stupirsi. Qua in Italia niente va come dovrebbe andare.

  5. #5
    Overdose da FdT
    Uomo
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    Quote Originariamente inviata da nuvolablu Visualizza il messaggio
    Mi hai preceduta nell'apertura di questo topic, Usher
    Sono allibita, è un caso davvero sconcertante oltre che gravissimo...
    povero Ippocrate, come si starà rivoltando nella tomba
    Mi auguro siano presi serissimi provvedimenti....
    la pietas si puo comprare basta fissare un prezzo e all'orrore non c'e fine tu che dici?
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    avere la faccia come il culo, anche davanti all evidenza
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    Brega: «Sempre pensato a bene pazienti»
    MILANO - «Ho sempre pensato al bene degli ammalati». Così Pier Paolo Brega Massone, l'ex primario della clinica Santa Rita arrestato con l'accusa - tra l'altro - di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà per la morte di cinque anziani pazienti, ha risposto al gip Micaela Curami, durante l'interrogatorio di garanzia nel carcere di San Vittore. Brega Massone è in carcere insieme al suo ex collaboratore, Pietro Fabio Presicci, che si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del gip.
    «CODIFICHE NON APPROPRIATE» - L'ex primario ha però fatto alcune ammissioni, spiegando che per quanto riguarda le operazioni al seno «le codifiche non erano appropriate», irregolarità - ha sottolineato - dovute a decisioni del direttore sanitario, incarico prima ricoperto da San Pietro e poi da Merlano. Lo stesso Brega Massone ha spiegato che il contenuto di un sms in cui si autodefiniva «l'Arsenio Lupin della chirurgia» era solo una battuta. «Il mio cliente ha risposto, si è difeso e ha dichiarato di avere agito nei confronti dei propri pazienti secondo scienza e coscienza» dice il legale Giuseppe Cannella, aggiungendo che il chirurgo ha respinto tutte le accuse, in particolare quelle di omicidio volontario e di lesioni gravi e gravissime. Uno dei difensori di Presicci, l'avvocato Daniela Mazzocchi, ha invece spiegato che il suo assistito «non si vuole sottrarre all'interrogatorio a cui intende sottoporsi dopo aver visionato con novizia la documentazione».
    FINE CONTRATTO - La regione Lombardia prende provvedimenti: il Pirellone ha sospeso «a tempo indeterminato» il contratto di accreditamento con la Santa Rita. Lo ha annunciato il presidente Formigoni, aggiungendo che «ci costituiremo certamente parte civile. Ci faremo carico delle centinaia di lavoratori che spendono la propria vita in quella clinica, delle centinaia di pazienti che vi sono ricoverati». «La Lombardia ha già collaborato in questi mesi con la magistratura per mettere alla luce ciò che è venuto fuori - ha spiegato il governatore -. Quello che è emerso ha a che fare con il crimine, quindi mette in gioco innanzitutto le responsabilità personali dei medici che vi sono coinvolti, gente che ha studiato, che ha giurato di lavorare per il bene e per la salute dei cittadini e che ha tradito in maniera così grave il giuramento di Ippocrate».
    SISTEMA DI CONTROLLI - È pesante il giudizio di Formigoni: «C'è una responsabilità personale, chiamo l'Ordine dei medici a un'assunzione forte di responsabilità personale. Per quanto riguarda la Lombardia, il sistema di controlli che abbiamo sviluppato in questi anni ci ha permesso di individuare numerosi casi di violazione anche nella stessa clinica Santa Rita. Abbiamo interrotto per due mesi l'anno scorso l'attività di clinica e di chirurgia della struttura, abbiamo revocato il pagamento di un milione e mezzo di euro, quindi li avevamo già sanzionati». E sui sistemi di controllo: «Li rivediamo 3-4 volte all'anno. Ogni 3 o 4 mesi presentiamo in giunta un metodo per formare ancora meglio il personale, abbiamo il sistema migliore di tutt'Italia. Eseguiamo più del doppio dei controlli che sono richiesti dalla legge nazionale. Dopodiché alcuni casi particolari di violazione come in questo caso potevano nascere soltanto dalla denuncia di un malato che si è rivolto giustamente alla magistratura».
    CONSIGLIO REGIONALE - L'opposizione al Consiglio regionale del Pirellone ha chiesto che si impegni una struttura della Regione per riesaminare il sistema degli accreditamenti, con un ordine del giorno firmato da Sinistra Democratica, Pd, Prc e Verdi e che fa riferimento non solo gli arresti alla casa di cura Santa Rita, ma anche gli abusi riscontrati recentemente al San Raffaele, alla Multimedica e all'Humanitas. L'opposizione parla di «autentiche patologie del sistema» e propone un intervento straordinario sul programma dei controlli, un rapporto stretto con gli ordini professionali, un parere «obbligatorio e vincolante» su queste azioni e l'impegno di «una struttura dedicata per il riesame del sistema degli accreditamenti». Un'ipotesi, quella del 'sistema malato', che potrebbe trovare conferma dato che sono in corso da parte della Guardia di finanza accertamenti su una decina di altre strutture sanitarie a Milano e provincia. Il colonnello Cesare Maragoni ha però precisato che, allo stato, i controlli sono solo di natura economica e non riguardano presunti episodi di malasanità.
    NO COMMENT DA ROMA - Da Roma arriva però una sorta di 'no comment'. Il ministero del Welfare non ha in programma alcuna iniziativa dopo l'ultimo scandalo della 'sanitopoli' milanese. Lo ha detto il sottosegretario con delega alla Salute, Ferruccio Fazio. «Al momento non siamo stati investiti come ministero di questa cosa - ha detto -. Ci sono indagini giudiziarie su cui non possiamo entrare». Fazio ha comunque precisato che «il modello lombardo è buono» e che «il sistema dei controlli è fondamentale».
    RABBIA DEI PAZIENTI - 'Day after' per i pazienti della clinica: davanti all'istituto di via Jommelli ci sono tensione e rabbia. «È uno schifo. Non si gioca sulla salute» denunciano alcuni. I dipendenti della clinica si difendono: «Noi non c'entriamo nulla. Non si può generalizzare per le colpe di pochi». «Quando ho sentito i tg è stata la conferma di un sospetto - dice Giuseppe, pensionato di 57 anni, ricoverato quattro giorni a febbraio per l'asportazione di un diverticolo alla vescica -. Una volta dimesso ho chiesto un'ecografia di controllo e il risultato è stato che il diverticolo era ancora lì, integro come prima. Ora penso di denunciarli». Un'infermiera replica a un uomo che accusa la struttura: «Perché non va da un'altra parte? Non la obbliga nessuno a venire qui». Poi attacca i medici coinvolti nell'inchiesta: «Non è possibile che per colpa di quei farabutti tutto vada in malora. Era un così bell'ospedale. Sono qui da tre anni e ho sempre lavorato bene».
    Ultima modifica di Usher; 10/6/2008 alle 19:48

  6. #6
    Overdose da FdT
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    quando lo scandalo scoppia in tempi non sospetti e nessuno fa neinte e oggi tutti ipocritamente piangiamo lacrime di coccodrillo
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    Case di cura e di truffa

    di Giorgio Sturlese Tosi
    Lo scandalo della clinica Santa Rita, i rimborsi gonfiati del San Raffaele. Indagini anticipate un anno fa da L'espresso con un'inchiesta di copertina sul volto oscuro della sanità lombarda




    La copertina dell'11 settembre 2007
    San Raffaele, San Carlo, San Donato, Sant'Ambrogio, San Giuseppe, Santa Rita e San Pio X: la crème della sanità privata lombarda è nel mirino dell'autorità giudiziaria. E pezzi da novanta come Giuseppe Rotelli, Mario Cal, Francesco Paolo Pipitone, la famiglia Ciardo sono indagati da Guardia di finanza, Nas e Squadra mobile. Sospettati, loro che hanno trasformato la salute in Lombardia in un business da un miliardo e 200 milioni di euro l'anno, di avere corretto, se non corrotto, parte del sistema.

    A fare luce sulla nuova sanitopoli lombarda sono tre inchieste della Procura di Milano affidate congiuntamente ai pm Tiziana Siciliano, Grazia Pradella e Sandro Raimondi, e quindi, praticamente, unificate in un'unica maxi-indagine. Che ha rovinato le vacanze a un bel po' di big. Perché gli avvisi di garanzia per i reati di truffa al Sistema sanitario nazionale e falso ideologico nella compilazione delle cartelle cliniche stavolta hanno colpito in alto.

    Fino a Giuseppe Rotelli, il re della sanità lombarda, consulente al ministero della Salute con Gerolamo Sirchia, proprietario di 17 case di cura private, con 3.700 posti letto e un fatturato annuo di 650 milioni di euro, quattro delle quali a Milano, finite nel setaccio della Procura. Ma Rotelli possiede anche il 5 per cento di Rcs Mediagroup che lo porta a un passo dal patto di sindacato, e ha amicizie importanti in Mediobanca. Oltre che in Regione, dove, negli anni '80 ha collaborato in maniera importante all'estensione del Piano sanitario, firmato dal socialista Sergio Moroni. Del suo gruppo sono state perquisiste le cliniche San Donato, San Siro, Sant'Ambrogio e Galeazzi e sono state sequestrate cartelle cliniche che dimostrerebbero, secondo gli inquirenti, palesi falsificazioni finalizzate a ottenere rimborsi ingiustificati per milioni di euro dalla Regione.



    Dopo il magnate Rotelli, l'onda dell'inchiesta ha raggiunto persino il San Raffaele dell'intoccabile don Luigi Verzè. La Procura di Milano ha avviato un'inchiesta su ricoveri irregolari eseguiti nella casa di cura San Raffaele-Villa Turro. Risultato: il legale rappresentante della Fondazione San Raffaele, Mario Cal, il direttore sanitario e alcuni responsabili di reparto sono indagati per gli stessi reati contestati al gruppo di Rotelli.

    Gli stessi reati vengono contestati anche a imprenditori meno noti, come il notaio siciliano Francesco Paolo Pipitone, titolare della Casa di cura Santa Rita, uno dei poli più dinamici della sanità privata nel capoluogo lombardo. Come pure sono sotto indagini della Squadra mobile milanese gli ex proprietari della Casa di cura San Giuseppe, mentre i Nas indagano sui frati camilliani proprietari della clinica Pio X, i cui nuovi vertici, dopo gli esami dei bilanci, hanno deciso di dimettersi. Addirittura in manette è poi finita buona parte della famiglia Ciardo, proprietaria della clinica San Carlo, i cui vertici sono stati azzerati dagli arresti.

    Quella che gli inquirenti disegnano come una gigantesca truffa ai danni del Ssn è tutta scritta nella sintesi di 8 milioni di cartelle cliniche emesse dal 2003 al 2006 da tutti gli ospedali pubblici e privati convenzionati della Lombardia. Che il colonnello della Guardia di Finanza Cesare Maragoni, comandante del Gruppo tutela spesa pubblica del nucleo di Polizia tributaria di Milano, porta sempre con sé. Nel suo computer ci sono milioni di dati incrociati, a giustificazione di un'indagine che scuote l'intero sistema della sanità privata lombarda.

    Dodici finanzieri, assistiti dai periti del Tribunale, in un anno hanno esaminato poco meno della metà delle cartelle degli istituti clinici privati accreditati. Ma hanno già scoperto che nella regione che investe il 74 per cento del suo bilancio nella sanità, facendo dei centri privati il suo fiore all'occhiello, nessuno controlla dove va a finire quel miliardo e 200 milioni di euro all'anno erogato in rimborsi alle strutture accreditate.Ottantamila di quelle cartelle sarebbero state truccate, gonfiate, falsificate per ottenere rimborsi illeciti per almeno 18 milioni di euro.




    La casa di cura San Carlo di Milano
    Finiti a rimborsare asportazioni di nei pagati fino a 14 mila euro; interventi di chirurgia estetica su transessuali affetti da Hiv spacciati per interventi legati alle patologie indotte dal virus, a carico dalla Regione per 12 mila euro; presunte operazioni chirurgiche complesse addebitate per 50 mila euro, di fatto semplici interventi in day hospital. E poi esami eseguiti su pazienti ricoverati per tre giorni (il massimo della convenienza per una struttura accreditata) che si sarebbero potuti fare ambulatorialmente. Il trucco era semplice: bastava cambiare il codice numerico e il gioco era fatto. Insomma, falsificazioni talmente grossolane che oggi molti tra gli inquirenti si chiedono come mai nessuno se ne fosse accorto.

    O forse qualcuno faceva solo finta di non accorgersene. Come sembrano indicare alcune intercettazioni telefoniche eseguite dal Nas Milano nel corso dell'indagine sulla clinica San Carlo. Sulla graticola c'è finita Paola Navone, responsabile del nucleo operativo di controllo della Asl Città di Milano, indagata per favoreggiamento poiché avrebbe invitato i suoi collaboratori a ostacolare il lavoro del comandante Giovanni Maria Jacobazzj del Nas che guidava le indagini alla San Carlo. "Frasi in libertà dette dalla mia cliente che sono state male interpretate dai carabinieri", sostiene l'avvocato della signora Navone, Piero Magri.

    Ben altro secondo gli inquirenti, che hanno disposto l'arresto della proprietaria della San Carlo, Marina Sassaroli, 79 anni, da subito ai domiciliari, e dei figli che sedevano nel consiglio di amministrazione, Grazia e Alberto Ciardo. Oltre a loro, in carcere è finito anche Alberto Palmesi, presidente del cda di Eukos, la società dei Ciardo che possiede la clinica, il consigliere d'amministrazione Carlo Schwarz, il direttore sanitario Alberto Fantini (83 anni, anche lui ai domiciliari), il responsabile di Chirurgia generale Carlo Zampori e il chirurgo Gianluca Campiglioe.

    Nell'ufficio di Paola Navone, rimasta alla sua scrivania fino a luglio nonostante l'avviso di garanzia, ben 12 impiegati avevano il compito di controllare le cartelle cliniche di 30 istituti di ricovero e 160 ambulatori di prestazioni diagnostiche in convenzione. Le falsificazioni, osservano oggi gli inquirenti, erano talmente banali da non poter passare inosservate: a un codice di intervento deve corrispondere un codice di rimborso prestabilito e codificato. Non solo, nemmeno serve chiamare in causa la fallacia: tutti gli errori esaminati dal Nas provocavano rimborsi maggiori, mai il contrario.

    Ma se alla Asl qualcuno faceva il pesce in barile, l'inchiesta milanese ha rilevato che le inadempienze stanno più in alto. Nello stesso sistema di controlli messo in piedi dalla Regione Lombardia, francamente a maglia larga. Basti pensare che la regola regionale era quella di esaminare soltanto il 5 per cento delle cartelle di ogni istituto. Non solo, era sempre l'assessorato alla Sanità a stabilire che i controlli fossero preannunciati con almeno 48 ore di anticipo e che i funzionari dovessero specificare alla struttura da controllare quali cartelle cliniche sarebbero state prelevate. Un sistema che sembra fatto apposta per coprire chi vuole nascondere cartelle cliniche truccate, e che soltanto una delibera del 30 marzo 2007 (a inchiesta ormai esplosa) ha corretto, consentendo ispezioni a sorpresa e possibilità di estendere il campione di cartelle in caso di sospetti.

    E il clamore dell'inchiesta ha alfine svegliato anche la dormiente opposizione, che oggi chiede di rivedere il sistema di accreditamento e la sospensione delle convenzioni alle cliniche sotto indagine. "Ci sono centinaia di addetti e migliaia di pazienti in gioco", sbuffa Carlo Lucchina, il direttore generale della Sanità lombarda: "Non possiamo smettere di garantire un pubblico servizio come quello degli istituti di cura". E infatti, l'assessorato ha sospeso la convenzione solamente alla clinica San Carlo, che nel 2006 ha fatturato 10 milioni di euro, di cui un milione oggetto della presunta truffa. Per un mese. Finché gli azionisti della Eukos spa, proprietaria della clinica, dalla cella di San Vittore hanno delegato il commercialista Generoso Galluccio di presentarsi come uomo di garanzia in grado di bonificare la società: la convenzione è stata ripristinata il 12 febbraio scorso.

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    ma se in lombardia si scopre questo schifo perchè forse i controllo sono maggioi chissà nel resto di italia dove i controlli sono solo eufenistici.
    Un assurdo caso isolato, oppure il segnale che bisognerebbe rivedere le convenzioni?
    -------------

  7. #7
    Se muoio rinasco P S Y C H O
    da Estero
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    Sarà un caso che certe cose siano successe a Milano...?

    "Aborto, 7 medici su 10 obiettori" | Milano la Repubblica.it


    E se gli enti locali, anziché per la loro battaglia politica contro la 194 avessere speso le risorse a disposizione per controllare il corretto andamento delle strutture sanitarie, non si sarebbero potuti evitare casi come quello in oggetto?

  8. #8
    Overdose da FdT
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    Quote Originariamente inviata da Abel Balbo Visualizza il messaggio
    Sarà un caso che certe cose siano successe a Milano...?

    "Aborto, 7 medici su 10 obiettori" | Milano la Repubblica.it


    E se gli enti locali, anziché per la loro battaglia politica contro la 194 avessere speso le risorse a disposizione per controllare il corretto andamento delle strutture sanitarie, non si sarebbero potuti evitare casi come quello in oggetto?

    la logica e sempre quella finchè non ci scappa il morto tutto e permesso in questo cavolo di paese.

  9. #9
    Overdose da FdT Yoda
    Uomo 30 anni da Trento
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    mi sono messo le mani nei capelli qnd l'ho letto sul giornale... e kissà qnte altre cliniche del genere ci saranno ancora...

  10. #10
    Can che dorme Wolverine
    Uomo 39 anni
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    Sono rimasto anche io sorpreso-schifato......so che la truffa alle ASL fingendo operazioni è prassi in molte parti, ma almeno dalle altre parti le operazioni non te le fanno davvero.....QUA INVECE LE ESEGUONO SUL SERIO! E un sacco di gente ci è morta là dentro per questa assurdità!

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