Originariamente inviata da
Godel
Questi sono due esempi di come una certa propaganda, che ai tempi di mio nonno si rifaceva ai movimenti comunisti in risposta al nazionalismo filofascista, sia riuscita ad introdurre in uno dei popoli più importanti della storia (noi) l'idea che siamo dei figli di *******.
Ora la propaganda è grembiulina, ma la storia non cambia (o meglio, cambia per i comodi di chi la fa..). Infatti Lucky Luciano, notissimo mafioso americano, contribuì sensibilmente allo sbarco alleato in Sicilia tramite le sue influenze 'culturali' in quella terra e fra quella gente. Te che sei un antifascista Enigma, dovresti considerarlo un eroe insomma.
Capone ha prestato servizio ai stessi poteri sommersi cui prestano servizio oggi gli americani 'di potere', tali Bush, Powell, Murphy, Paulson e company. Gli altri non saprei, non vale neanche la pena cercare informazioni su di loro se quando si parla di nostri connazionali nel mondo davvero vi viene in mente Al Capone o Lucky Luciano.
Non citerò gli italiani di successo perchè non ho tempo, e bisognerebbe occupare troppo spazio qui. Quanto agli italiani non di successo, potresti ricordare i morti della miniera di Monongah, che nessuno per cento anni si è degnato di cagare negli Stati Uniti, figriamoci qui da noi nei libri di storia; oppure quelli morti nel disastro delle Marcinelle; gli italiani all'estero dell'America latina, dell'Africa, dell'Asia; quelli delle missioni, che sono morti per portare aiuti in quelle terre, e ancora ci muoiono senza riempire pagine di giornali; i morti ammazzati durante la seconda guerra mondiale in Albania, in Africa, ed in altre regioni, morti non ricordati perchè c'è ancora chi si vergogna della memoria per i ragazzi, gli uomini e le donne, che sono stati trucidati solo perchè combattevano da fascisti; quelli morti nella prima guerra mondiale; quelli morti l'11 settembre, da eroi, che facevano parte dei soccorsi alle torri gemelle.
La storia d'Italia è stata la storia del mondo per secoli, non ha senso stare a fare paragoni; in ogni luogo c'è un segno della nostra presenza, in tutto il mondo le invenzioni, le opere, le azioni degli italiani sono ricordate, in ogni campo, dalla scienza alla medicina, dall'arte alla cucina; dai tempi dei romani, da prima; dalle crociate alla scoperta delle americhe, dall'invenzione del telefono a quella della forchetta. Ma stiamo a discuterne? Ha senso tirar fuori certi paragoni sulla pelle della gente?
Siamo stati uno dei popoli più grandi della storia, ma il punto non è questo. Il punto è che non puoi gli immigrati che vengono nel nostro paese e gli italiani che sono emigrati in America. L'America è un continente, l'Italia è una nazione, pure piccola. Erano altri tempi quelli, era un altro modo di pensare; ancora non eravamo solo calcio e denaro. Le americhe, ed in particolr modo gli Stati Uniti, sono sempre stati un minestrone di etnie e di culture; sono quasi tutti emigranti lì, dato che i popoli autoctoni di quelle terre sono stati in gran parte spazzati via. Tutte queste chiacchiere sugli italiani profughi schifosi di chissà quale mondo sono semplicemente una cretinata, e la scuola ne è in parte colpevole.
Infatti non parla di nessuna delle cose dette, come non parla delle foibe albanesi, in cui migliaia di italiani hanno trovato la morte anche dopo l'armistizio dell'8 settembre 43. Nei libri di storia dovreste studiare il manuale Cubrilovic, non Al Capone.
Ma è una lettura che non vi consiglio, tanto neanche Stella scriverebbe saggi su questo. Semmai vi consiglio una passeggiata, una passeggiata nei boschi dell'Emilia. Dove nella terra, o nei crepacci di quella regione, ci sono ancora i resti di soldati, civili, donne e bambini uccisi in modi orrendi.
Queste e troppe altre sono le cose che mancano nei libri di storia delle scuole; ma purtroppo un Al Capone fa più notizia di un morto ammazzato sconosciuto, come fa più notizia di un Joe Petrosino, morto ammazzato anche lui perchè gli italiani nel mondo sono solo mafia, spaghetti, e mandolino.