E' un problema di accettazione.
Chiunque di noi per vivere deve avere la consapevolezza di essere accettato da chi gli vive intorno. Se questo non accade entri in crisi. Il problema diventa di dimensioni gigantesche quando tale situazione è vera in assoluto, cioé quando non esiste più una sola persona sulla quale puoi fare affidamento.
Io credo che di responsabilità in questa storia ce ne siano e tante; il problema è che ce ne sono da parte di tutti e tutti colpevoli equivale a dire nessun colpevole. Più facile liquidarla con un "ragazzo troppo sensibile, senza coglioni..." .
Be', lui ormai è morto, inutile starne a parlare ancora. Semmai invece sarebbe utile affrontare il discorso di questa intolleranza per il nostro vicino che latita sempre nella nostra cultura. Non appena egli si allontana un poco dai binari della nostra consuetudine, lo vogliamo morto.
Nessuno nasce imparato: neanche gli adolescenti più stronzi, che da qualcuno hanno pur appreso la loro scienza..