1) Le truppe delle basi militari Usa di Aviano, Vicenza, Ghedi, Livorno, Gaeta, Sigonella sono in Italia in base ad un trattato segreto di 50 anni fa, assurdamente ancora segreto.
2) In base a quel trattato i soldati Usa non possono essere giudicati dalla nostra magistratura per delitti commessi in Italia (vedi strage della funivia del Cermis)
3) Queste truppe non sono inquadrate nella Nato, dipendono solo dal governo Usa. Il governo Italiano non può in alcun modo sapere, controllare, decidere come e dove verranno impiegate.
4) Settant'anni fa il governo democristiano di allora poteva avere motivi per accettare la presenza di truppe Usa, contrapposte al Patto di Varsavia. Ora è tutto cambiato, vari paesi dell'ex blocco orientale sono entrati nella Nato. A che ci servono le basi militari Usa?
5) A Vicenza verrebbe concentrata la 143° brigata paracadutisti, formazione d'assalto da impiegare solo per attacchi violenti, tipo la distruzione completa di una città come Falluja (300 mila abitanti) a cannonate e bombe a fosforo.
6) òp stanzionamento in Italia di questa unità militare non può che essere percepito come una minaccia dagli stati del Mediterraneo al Medio Oriente con i quali noi abbiamo relazioni amichevoli ed economicamente importanti.
7) Questa presenza contraddice i nostri interessi e la politica estera avviata - con approvazione unanime- dal ministro D'Alema.
8) Berlusconi può avere motivi personali per essere fedele a Bush. L'Italia ha interesse ad avere buoni rapporti con Nancy Pelosi e la nuova maggioranza del parlamento Usa, che si appresta a negare finanziamenti alla politica militare di Bush.
9) La difesa da attacchi terroristici si fa con la polizia e l'intelligence, non con truppe aviotrasportate e depositi di bombe atomiche.
10) La presenza di basi Usa può attirare attacchi terroristici sul nostro territorio.
11) La presenza delle basi usa conta parecchio. L'Italia paga il 42% della spesa di mantenimento delle truppe.
12) Una grande base al centro di una zona fittamente urbanizzata sconvolgerà la vita di Vicenza.
I vicentini hanno ragione a chiedere un referendum.
Tino Zandigiacomi.