Fonte RepubblicaSport.it
A Quito, Ecuador, è ora di pranzo. Byron Moreno è appena tornato da una partita arbitrata.
Ancora arbitra, signor Moreno?
"Sì sì, un torneo di ingegneri".
Ah ecco. Non è che le va di venire a dirigere anche qualche partita in Italia? Sa, siamo un po' a corto di gente onesta, ultimamente.
"Eh lo so, se mi invitano arrivo subito, sarei felicissimo".
Ha mai sentito parlare di Moggi?
"Sì, so chi è".
Ha telefonato anche a lei, per caso?
"Sì stamattina, ma ha risposto mia moglie".
Sul serio? Luciano Moggi quello della Juventus?
"Aaah no no, ho capito male, mi scusi. So chi è, ma non ci ho mai parlato"
Ha visto cosa sta succedendo in Italia?
"Eh sì, mi dispiace molto".
Molto, ce lo immaginiamo.
"Davvero. E' un peccato che per un gruppo di persone venga meno il prestigio e la trasparenza di tutto il calcio. Ma gli italiani devono essere convinti che questa gente verrà punita e il calcio sarà ripulito. Siamo molto vicini al Mondiale, c'è tanta attesa per una squadra che ha molte possibilità di vincere perché fa un calcio diverso da quattro anni fa, molto più offensivo. C'è Toni e sono molto contento che Totti abbia recuperato, per voi è un simbolo".
Insomma l'Italia stavolta potrebbe andare avanti anche se incontrasse un Moreno?
"Ma in Corea mica fu eliminata per colpa mia: la colpa era del vostro ct pauroso, di Trapattoni. Facevate un gol e tutti in difesa. Chi gioca un buon calcio non si preoccupa degli arbitri".
Sante parole. A proposito, di De Santis che dice?
"Non lo conosco, ma è una pena perdere un Mondiale così: sono occasioni che non passano più. Ho saputo che anche Carraro è coinvolto. Mi dispiace molto".
Come no.
"L'essere umano non è rancoroso. Carraro per 4 anni ha lanciato tante accuse contro di me e ora tocca a lui, mi spiace. Vi ricordo che la Fifa fece un'inchiesta su di me e mi dichiarò innocente: nessun indizio, nessuna prova".
Pensavamo che lei fosse il più marcio di tutti e invece quelli marci eravamo noi, che roba.
"Ma io amo l'Italia, voglio essere vostro amico, avete una cultura unica al mondo. Poi mi avete dato anche il Tapiro d'oro".
Anche Moggi l'ha avuto. Ma ora lei che fa?
"Il commentatore in tv e radio. E ho una scuola arbitri".
Pure una scuola?
"Sì, insegno ai ragazzi che per un arbitro contano tre cose: conoscenza delle regole, psicologia e forma fisica".
Forma fisica, lei?
"Mai avuto problemi atletici. Poi insomma, se uno fa un errore poi non lo rifà più".
Allora potrebbe aprire una scuola arbitri anche in Italia, che ne dice? Ce lo meriteremmo.
"Una volta se n'era anche parlato col mio agente italiano, poi mancavano i permessi. Ma se esistesse ancora la possibilità ne sarei felicissimo".