"L’ergastolo è una pena antiscientifica e anticostituzionale". A sostenerlo è il direttore scientifico dell'Istituto Europeo di Oncologia Umberto Veronesi che oggi ha lanciato il Manifesto contro l’ergastolo nel corso della conferenza internazionale Science for peace ideata dalla sua fondazione.
Tra i firmatari ci sono già l'astrofisica Margherita Hack, gli scrittori Erri De Luca, Susanna Tamaro e Andrea Camilleri, Giuliano Amato, l'attrice Franca Rame e l'attore Ascanio Celestini. In un intervento pubblicato dalla Stampa, Veronesi ha spiegato che l’ergastolo è una pena "antiscientifica" dal momento che "è dimostrato che il nostro cervello, come altri organi del nostro corpo, può rinnovarsi e il cervello che abbiamo oggi non è lo stesso di 20 anni fa". Secondo l'oncologo, poi, l'ergastolo è anche anticostituzionale perché "va contro il principio riabilitativo della nostra Costituzione, che all’articolo 27 recita che le pene devono essere tese alla rieducazione del condannato".
"Il grado di democrazia di un Paese si misura dallo stato delle sue carceri - sostiene il Manifesto - l’ergastolo è una pena molto più dolorosa e disumana della morte perché l’ergastolano pensa di essere morto pur essendo vivo, perchè vive una vita senza vita. Mentre a ogni persona detenuta dovrebbe essere riconosciuto il diritto a una speranza". E continua: "Un uomo non può essere considerato colpevole per sempre. Una pena per essere giusta deve avere un inizio e una fine". "Per chi è condannato a morire in carcere il futuro si consuma nei pochi metri della sua cella e senza futuro non ci può essere ravvedimento - conclude - dunque, l’ergastolo non risponde al bisogno di giustizia ma a quello di vendetta, per soddisfare la reazione istintiva ed emotiva dei cittadini".
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Perché sostengo che l’ergastolo
vada abolito
umberto veronesi
Il dibattito sulla giustizia ci aiuta a delineare la società in cui vorremmo vivere. Per questo abbiamo voluto mettere al centro della quarta conferenza mondiale Science for Peace che si svolge oggi e domani a Milano il tema della violenza dei sistemi giudiziari nel mondo e in quest’ambito sosteniamo la campagna a favore dell’abolizione dell’ergastolo, che riteniamo una forma di pena antiscientifica e anticostituzionale.
Antiscientifica perché è dimostrato che il nostro cervello ha cellule staminali che possono colmare il vuoto lasciato dalle cellule cerebrali che scompaiono; quindi, come gli altri organi del corpo, può rinnovarsi. Questo dato scientifico ha implicazioni importanti per la giustizia perché il carcerato dopo 20 anni può essere una persona diversa da quando ha commesso il reato. Inoltre l’ergastolo è anticostituzionale perché contro il principio riabilitativo della nostra Costituzione, che all’articolo 27 recita che le pene devono essere tese alla rieducazione del condannato. Ma per chi è condannato a morire in carcere, il futuro si consuma nei pochi metri della sua cella, e senza futuro non ci può essere ravvedimento.
Dunque l’ ergastolo non risponde al bisogno di giustizia, ma a quello di vendetta, per soddisfare la reazione istintiva ed emotiva dei cittadini. Ma non risolve il problema reale, che è quello di vivere in un Paese civile e avanzato, in cui la sicurezza individuale è tutelata da una giustizia equa. Una giustizia vendicativa e non rieducativa infatti non riduce la criminalità, è un pessimo insegnamento per i cittadini, e difficilmente porta a un miglioramento nei rapporti umani. L’abbiamo sperimentato con la pena di morte, da molti considerata una punizione esemplare per dissuadere i cittadini dall’omicidio. Ma in Italia dopo la soppressione della pena capitale si è progressivamente ridotto il numero annuale di omicidi fino al livello di 1 caso ogni 100.000 abitanti : il più basso del mondo assieme alla Finlandia. Del resto non è una novità che la violenza generi nuova violenza: è la conclusione di grandi pensatori, da Platone a Leonardo da Vinci fino a Gandhi. Oggi la ricerca scientifica avvalora le loro tesi perché gli studi antropologici e genetici confermano che l’essere umano è biologicamente portato alla non-violenza e dunque l’aggressività, nelle sue varie forme, è nella maggioranza dei casi dovuta a cause ambientali, come il disagio sociale o la povertà, o a violenze e abusi subite durante l’infanzia. Ecco allora che capire, prima di punire, diventa necessario per rimuovere le cause che sono alla radice dei conflitti e dei comportamenti criminali. L’Italia è l’unico Paese ad avere introdotto, nel ’92 l’ergastolo ostativo (il fine pena mai) per i condannati particolarmente pericolosi, come i mafiosi responsabili di omicidi. Possiamo obiettivamente affermare di avere così ridotto il potere delle mafie? Io credo di no. Allora aboliamo l’ergastolo e avviciniamoci a una giustizia che possa fare del nostro Paese un modello avanzato di civiltà.
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http://www.lastampa.it/2012/11/16/cu...8K/pagina.html
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Miei cari forcaioli, che inorridite , davanti ai fatti di cronoca di nera invocando la pena di morte. Questa ne è la dimostrazione .