diLuca Pistone. Scritto il nov 12 2012 alle 7:00.

L’ondata di omicidi e attacchi violenti che affligge San Paolo ha portato nel weekend a una ventina di omicidi in diversi punti dell’area metropolitana, che conta 20 milioni di abitanti. Secondo la polizia, dagli inizi di ottobre, almeno 240 persone – la metà di queste poliziotti – sono state uccise, mentre aumenta la preoccupazione tra la popolazione.





Una media di 10 omicidi al giorno. Il paradosso è che San Paolo, la terza città più grande del mondo, è il centro del paese che presentava il minor tasso di omicidi in relazione alla sua popolazione. Nel 2011 registrava 10.1 omicidi ogni 100.000 abitanti (in testa alla classifica Alagoas, con 75.5, e Espíritu Santo, con 44.8); oggi registra un aumento di oltre il 40%. Il boom di omicidi è coinciso con le elezioni municipali, che hanno visto Fernando Haddad, del Partito dei Lavoratori (PT), arrivare alla poltrona di sindaco di San Paolo.
La maggioranza degli omicidi avvengono nei sobborghi e nei centri della cintura industriale di San Paolo. Le autorità attribuiscono parte degli omicidi ad azioni orchestrate dall’organizzazione criminale Primeiro Comando da Capital (PCC), in rappresaglia alle operazioni di polizia realizzate negli ultimi mesi. Dopo i morti del weekend si sono registrati scontri mortali con le forze di sicurezza: PCC ha perso tre dei suoi affiliati.
A causa dell’escalation delle violenze, spesso le autorità non comunicano le identità delle vittime o le circostanze degli assassinii. Finora scarsi i risultati del ministro della Giustizia José Eduardo Cardozo che, insieme al governatore regionale Geraldo Alckmin, la scorsa settimana ha creato un’agenzia che coordina gli sforzi statali con quelli del governo paulista per porre un freno al PCC, dedito principalmente al narcotraffico.
Gli ordini sembrano partire dai leader PCC rinchiusi in carceri di massima sicurezza, motivo per cui negli ultimi giorni molti di loro sono stati trasferiti in centri fuori da San Paolo. In realtà, molte di queste uccisioni non sono direttamente riconducibili ai gruppi armati, bensì alla violenza comune a tutte le grandi città brasiliane e che ogni anno nello stato di San Paolo lascia circa un migliaia di morti, assicura Alckmin.
La diffusa criminalità crea il panico, anche tra i tutori dell’ordine. Emblematico il caso di Edcarlos Oliveira Lima, un agente di polizia che, fuori servizio, ha aperto il fuoco e ucciso due uomini, Jefferson de Oliveira Santos e Renato Silva Ferraz, credendoli due criminali intenzionati a tendergli un’imboscata. I due, disarmati, tornavano a casa dopo una giornata di lavoro.

Fonte: Brasile: San Paolo, un’ondata di violenza lascia 200 morti in un mese | Atlas