Il piano nomadi del Comune di Milano, a livello ideale, è questo: i campi regolari abitati da rom e sinti di nazionalità italiana rimangono, tutti gli altri vengono sgomberati e i suoi abitanti messi di fronte alla possibilità di stabilizzarsi, per esempio con l’elargizione di 8mila euro per affittarsi una casa. La giunta guidata da Giuliano Pisapia presenterà entro fine mese il relativo progetto, che dovrà dispiegare i suoi effetti entro l’autunno. I dettagli non sono ancora stati resi noti, ma le polemiche già infuriano.
PIANO ROM, I SOLDI? DAL CENTRO-DESTRA - Marco Granelli e Pierfrancesco Majorino, rispettivamente assessori di Milano alla Sicurezza e alle Politiche sociali, anticipano la difesa del provvedimento: «Non esiste alcuna corsia preferenziale né piano per assegnare case ai rom. La nostra volontà è infatti quella di garantire canali ordinari di accesso alle graduatorie per le abitazioni pubbliche senza alcun favoritismo». I fondi per questa e altre iniziative nello stesso settore ci sono e, nel ricordarlo, Granelli e Majorino si preoccupano di dare una grave stoccata al centro-destra: «Intendiamo utilizzare i 5 milioni di euro stanziati dall’ex ministro Maroni e vincolati proprio per azioni di questo tipo a favore dell’etnia rom».
L’ENNESIMO PROVVEDIMENTO PLACEBO? – L’ira dei leghisti in Regione Lombardia non si fa attendere. Dicono i consiglieri del Carroccio Davide Boni e Massimiliano Orsatti: «Utilizzare i fondi dell’emergenza nomadi per trovare casa ai rom dei campi abusivi è l’ultima proposta indecente della giunta rossa di Pisapia. Il Comune pagherà l’affitto ai rom o li aiuterà nel pagamento del mutuo. E i cittadini milanesi – proseguono i due politici –, molti dei quali si vedono pignorata la casa dalle banche per il mancato pagamento delle rate, non riceveranno nessun contributo ma solo un aumento di tasse senza precedenti». Dubbi arrivano però anche dalla Consulta rom e sinti di Milano. In una nota è scritto infatti che non viene condivisa «la scelta di mantenere la logica della precedente amministrazione: utilizzare i fondi destinati all’inclusione in progetti senza futuro, come gli 8mila euro una tantum per la casa, che sembrano più un mezzo per liquidare la questione che una strategia di inserimento».
PACCHETTO ALL INCLUSIVE – La Consulta avanza perplessità anche sul carattere già “chiuso” e definito che avrebbe il piano Pisapia sui rom. Il quale, infatti, contempla precise strategie: prima lo sgombero con preavviso dei campi irregolari, poi la messa in sicurezza obbligatoria dei terreni, quindi il trasferimento delle persone nelle stanze della Protezione civile, infine l’avviamento dei singoli ai programmi di assistenza della Caritas, della Casa della Carità e del Comune. È a questo punto che i rom possono scegliere tra l’iscrizione alle graduatorie per le case sociali, l’alloggio presso le strutture del privato sociale o la ricezione di 8mila euro per affittare un’abitazione. Ma che si farà con coloro che non avranno intenzione di farsi incanalare a in questo processo? Boh.
Milano, pronto il piano per rom e sinti «Chi affitta casa avrà 8mila euro» | ilVostro Quotidiano Online