Una notte di terrore. Sette aggressioni, quattro rapine e tre tentate rapine. La notte brava di quattro ragazzi dell’Ecuador, ma nati a Roma, figli di lavoratori del Tiburtino e del Prenestino, che invece di tornare a casa dopo essere andati in birreria a San Lorenzo hanno deciso di organizzare una spedizione ai Parioli e al Flaminio. A caccia di vittime sole. I quattro sono stati rintracciati e arrestati dalla polizia la notte del 17 febbraio scorso, la stessa delle rapine, ma la notizia è stata resa nota solo martedì 17 aprile.
TRE MAGGIORENNI - In tre, tutti maggiorenni, di 20 anni, sono stati condannati a due anni e otto mesi di reclusione e a 800 euro di multa, hanno l’obbligo di dimora, ma sono stati rimessi subito in libertà. L’unico minorenne che si trovava con loro è stato invece soltanto denunciato. Fra le loro vittime anche un ragazzo iraniano, con nazionalità italiana, di 26 anni, Sam, malato di diabete, al quale i banditi hanno strappato perfino la borsa con l’indispensabile apparecchio per misurare la glicemia.
PRESO A CALCI E PUGNI - «Sembrava che più che rapinarmi, si divertissero a prendermi a calci – racconta il giovane, a Roma da un anno e mezzo, studente di psicologia alla Lumsa –. Stavo tornando a casa sulla Cassia, quando sono sceso dall’autobus in via Flaminia, al Ministero della Marina, per aspettarne un altro. Quelli sono arrivati con un furgone, due sono scesi e hanno cominciato a colpirmi. “Dacci tutto quello che hai”, hanno gridato mentre mi colpivano a calci e pugni».
Prosegue il ragazzo: «Mi hanno strappato l’orologio dal polso (un Omega SpeedMaster) e poi anche la borsa con il portafoglio. Mi hanno rotto un braccio. Gridavo di lasciarmi stare, che tanto gli avrei dato tutto lo stesso, ma loro non mi hanno ascoltato».
Sette rapine in una notte: arrestati tre ventenni romani - Corriere Roma