TARANTO - Era stato accusato nel 2009 di aver rubato un ovetto kinder. Oggi, a tre anni di distanza, il tribunale lo ha assolto «perché il fatto non sussiste». E' successo a un giovane di 21 anni, denunciato a piede libero e mandato a processo per aver rubato della cioccolata.
La vicenda. Era successo nell'agosto del 2009 a Montedarena, una località balneare in provincia di Taranto. Il fatto aveva suscitato curiosità e discussione proprio per la sproporzione tra il presunto reato (l'ovetto costava poco più di un euro) e le conseguenze per un giovane che all'epoca aveva appena 18 anni, oltre ad alimentare il dibattito sui costi e i tempi della giustizia. Il fatto si verificò il 4 agosto davanti al chioschetto di un ambulante che sosteneva che il ragazzo si era messo in tasca l'ovetto e che per di più lo aveva ingiuriato dopo essere stato scoperto. Del tutto diversa la versione del giovane, che invece diceva di aver preso l'ovetto con l'intenzione di pagarlo. Questo non era bastato per far ritirare la denuncia alla presunta vittima. Ieri, prima della sentenza, il pm aveva chiesto l'assoluzione del giovane.
Odissea giudiziaria. «Questo processo in fin dei conti - dice l'avvocato Gianluca Pierotti, difensore del giovane - non è stato più lungo di altri. Il problema è invece che, fino a quando questi comportamenti che provocano un allarme sociale inconsistente saranno giudicati reato, assisteremo a un intasamento della giustizia. Il pm non poteva fare altro che istruire il processo». Tuttavia il magistrato ha ritenuto di non svolgere indagini, andando direttamente al dibattimento dove sono stati sentiti solo un paio di testimoni «tra i quali un carabiniere - continua Pierotti - che ha evidenziato correttamente come il ragazzo ha aspettato che la pattuglia arrivasse sul posto e subito si è avvicinato a loro facendosi identificare».
Il processo. Al dibattimento è stato decisivo aver dimostrato che il ragazzo indossava pantaloni a vita bassa e molto aderenti che rendevano impossibile il gesto di nascondere l'ovetto sotto la cintura come sosteneva la parte lesa. «Abbiamo accolto la sentenza con grande soddisfazione - continua Pierotti - si tratta di un provvedimento equilibrato che ci aspettavamo e che restituisce serenità a un ragazzo e a una famiglia perbene». Il giovane ha dovuto però rimandare l'arruolamento in Marina. «Se la sentenza passerà in giudicato entro il 30 aprile, quando cioè scade il termine per il bando di arruolamento dell'ultimo scaglione - conclude l'avvocato - allora potrà partecipare».
Fonte: Il Messaggero
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