Strage di civili:"Massacrati in casa e bruciati"Karzai "Omicidio intenzionale, imperdonabile"
16 morti e 9 feriti, soprattutto donne e bambini. Versioni contrastanti sugli autori. Nuove tensioni tra Nato e popolazione
[COLOR=#FFFFFF !important]Un vecchio capo famiglia veglia i 'suoi' morti (Reuters)
MILANO - «Sono entrato in tre case e ho contato 16 morti, inclusi bambini, donne e uomini anziani», racconta in una testimonianza un reporter dell'agenzia Afp che ha visitato i villaggi afghani dove un soldato americano ha compiuto una strage di civili. «In una delle abitazioni c'erano i corpi di dieci persone, fra cui donne e bambini, che erano stati tutti uccisi e bruciati in una stanza. Un'altra donna invece giaceva morta all'entrata della casa. Sono stati uccisi e bruciati. Ho visto (fra i cadaveri) almeno due bambini fra i due e i tre anni, che erano stati bruciati». Il racconto del fotografo continua con immagini agghiaccianti. «In un'altra casa», situata in un secondo villaggio, «c'erano quattro persone morte. Ho visto i loro cadaveri stesi in una stanza. Fra loro c'erano due uomini anziani e una donna».Dal Corano bruciato ai cadaveri oltraggiati,
gli episodi che imbarazzano gli Usa
KARZAI - Ci sono «nove bambini e tre donne» tra le vittime del folle gesto. Lo ha comunicato il presidente afghano Hamid Karzai condannando la sparatoria e sostenendo che si è trattato di «omicidi intenzionali» di cui ha chiesto alla Nato di fornire spiegazioni. Nell'attacco, ha aggiunto il presidente, sono anche rimaste ferite cinque persone. Un massacro «imperdonabile» per il presidente che ha detto: «Il governo ha condannato a più riprese operazioni condotte sotto il nome di guerra al terrore che causano perdite tra i civili. Ma quando degli afghani sono uccisi deliberatamente dalle forze americane si tratta di assassinio». Karzai, nella mattinata si era detto pronto a firmare l'accordo di partnership reciproca con gli Usa prima di un summit della Nato che si riunirà a Chicago a maggio. Ma anche auspicato un paese senza più truppe straniere. E, come condizione per firmare l'accordo, ha chiesto che le forze internazionali smettano di condurre raid notturni nelle case in cerca di sospetti militanti.
STRAGE - La strage è avvenuta nella notte. Il soldato è uscito dalla sua base, nel sud dell'Afghanistan prima dell'alba . Ed è andato casa per casa. Un percorso metodico e folle che lo ha portato al villaggio accanto. Il soldato sparava in mezzo alla gente. Senza motivo. Dicono in preda a un raptus, causato dall'esaurimento nervoso. Di lui non si sa ancora il nome. Dopo ore di confusione sul numero delle vittime, se ne sono contate sedici. L'incidente rischia di creare nuove tensioni fra la popolazione locale e le truppe straniere.
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KILLER SOLITARIO O IN GRUPPO? - Il soldato, colto da un raptus, ha lasciato la sua base intorno alle 3 del mattino (le 23.30 di ieri in Italia), facendo irruzione nelle due case e aprendo il fuoco sui civili. Secondo un residente citato da Associated Press, avrebbe aperto il fuoco in tre case diverse. Dopo la strage il militare si è consegnato ai suoi commilitoni ed è stato arrestato. Questo il racconto diffuso per tutta la giornata e sostenuto dall'Isaf. Ma, secondo alcuni testimoni non sarebbe un killer solitario impazzito, ma un «gruppo di soldati americani, che ridevano ed erano ubriachi» . Haji Samad, abitante di uno dei due villaggi afghani del massacro, ha raccontato che undici membri della sua famiglia, fra cui figli e nipotini, sono stati uccisi all'interno della sua casa da quelli che descrive come «soldati ubriachi che sparavano all'impazzata». Lui al momento del massacro, in piena notte, era fuori casa. La tv ha mostrato immagini dell'interno della casa con sangue dappertutto. I soldati «hanno versato liquido infiammabile sui corpi e tentato di dare loro fuoco», ha raccontato Samad in lacrime. Una versione dei fatti molto diversa da quella ufficiale dell'Isaf e che è alla base della dura condanna lanciata dal presidente afghano, Hamid Karzai, che parla di «omicidi intenzionali».
INCHIESTA - Il militare ha sparato all'impazzata nei villaggi di Alokozai e Garrambai, nel distretto di Panjwayi. Il distretto in questione, a sud-ovest di Kandahar City, è stato uno dei campi di battaglia più duri della guerra in Afghanistan, in quanto luogo di nascita del movimento dei Talebani. La strage odierna si verifica poche settimane dopo la vicenda dei corani bruciati da militari Usa, proprio quando l'ondata di protesta, con diversi morti tra cui anche soldati americani, iniziava a calmarsi.
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FUORI CONTROLLO - Secondo il governo americano non ci sono altri soldati della coalizione internazionale coinvolti nella strage. Il vice comandante della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf, sotto comando Nato), generale Adrian Bradshaw, confermando che «uno dei nostri soldati ha ucciso e ferito un certo numero di civili in un villaggio adiacente alla sua base» sostiene di non essere «in grado di spiegare le ragioni del suo gesto». In un comunicato da lui firmato in assenza del comandante della Forza, generale John Allen, Bradshaw ha aggiunto che si è trattato di «un gesto disumano» che «non faceva in alcun modo parte di una attività autorizzata dell'Isaf». Prima di presentare «il rammarico ed il dolore per l'accaduto», l'alto ufficiale ha assicurato che «una inchiesta è già in corso ed ogni sforzo sarà fatto per stabilire la dinamica dei fatti e far rendere conto dell'accaduto a chiunque ne sia responsabile». L'ambasciata Usa a Kabul avverte con una nota che si temono rappresaglie anti-americane.
Fonte: Il Corriere della Sera.