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l'anniversario della strage di capaci

  1. #1
    Overdose da FdT
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    Predefinito l'anniversario della strage di capaci

    Napolitano: «Capaci fu un terribile attacco alle istituzioni dello Stato

    ROMA - Sedici anni fa, il «barbaro agguato di Capaci», in cui furono uccisi Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della sua scorta, segnò «un terribile attacco alle istituzioni dello Stato» da parte della mafia. Al quale però lo Stato «seppe reagire adeguatamente» nel segno dell'unità. «Le immagini della strage - ha scritto il Presidente della Repubblica in un messaggio inviato a Maria Falcone, presidente della Fondazione «Giovanni e Francesca Falcone nell'anniversario della strage - restano incancellabili nella memoria degli italiani e rinnovano l'angoscia e l'allarme di quel giorno, in cui la mafia colpì un magistrato di eccezionale talento e coraggio».
    «L'impegno e la partecipazione di allora non possono subire flessioni», è il richiamo che rilancia Giorgio Napolitano. «Non è consentito ridurre il livello di attenzione rispetto» alla mafia, scrive Napolitano, «un fenomeno pervasivo, pronto ad attuare le strategie più sofisticate per insinuarsi nella società minandone la vita democratica, la coesione e il progresso».

    MARIA FALCONE - «Gli ultimi successi della magistratura dimostrano che siamo a buon punto nella lotta a Cosa nostra». A dirlo è Maria Falcone, la sorella del giudice ucciso 16 anni fa dal tritolo di Cosa nostra nella strage di Capaci, insieme alla moglie e agli agenti della scorta. «Da più di sei anni provo sempre una grande emozione nel trovarmi qui a ricordare Giovanni e Paolo -aggiunge Maria Falcone- quest'aula rappresenta per tutti noi italiani la caduta del mito dell'invulnerabilità della mafia e dell'imponibilità dei mafiosi».

    NAVE - «Vedervi qui, in tanti, è una grande gioia e dimostra che, contrariamente a quanto si ritiene, i giovani italiani hanno valori forti». Lo ha detto Maria Falcone salutando gli oltre 1200 ragazzi giunti a Palermo con la Nave della Legalità per ricordare il 16/o anniversario Il procuratore Grasso, giunto a Palermo in nave con i ragazzi, ha ringraziato gli studenti con i quali, durante il viaggio, ha parlato e dibattuto sui temi della lotta alla mafia.

    GRASSO - «Nel ricordare Giovanni Falcone provo sempre la stessa emozione che si ripete ogni anno, il 23 maggio è un giorno particolare in cui rivivono quei momenti di rabbia e disperazione». Lo ha detto il procuratore nazionale Antimafia Pietro Grasso che partecipa nell'aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo alla commemorazione del giudice Giovanni Falcone. E parlando dell'importanza della presenza dei giovani al bunker ha detto: «Dobbiamo tenere i giovani di oggi ancorati alla nostra terra, saranno loro la classe dirigente di domani».

    BERLUSCONI - L’anniversario dela strage di Capaci «è un momento di memore riflessione» sul loro «sacrificio». Lo scrive il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in un messaggio inviato alla signora Maria Falcone, presidente della Fondazione Giovanni e Francesca Falcone.

    IL TESTO - «Gentile Signora, - scrive il presidente del Consiglio - la ricorrenza dell’eccidio di Capaci è un momento di memore riflessione sul sacrificio del giudice Giovanni Falcone, della signora Francesca e della scorta. L’importanza della lotta del giudice Falcone contro la mafia e la crimininalità organizzata, per la riaffermazione dei valori fondanti della Costituzione, è testimoniata dal progetto di educazione alla legalità che la Fondazione ha promosso nelle scuole per sensibilizzare i giovani su temi essenziali per la crescita della società civile italiana». «Esprimo, pertanto - conclude Berlusconi - anche a nome del governo, la grata solidarietà».

    MINISTRO GELMINI - A Palermo anche il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini: «La scuola ha un ruolo fondamentale nell'insegnare la legalità. Penso che si debba dare più importanza e più spazio all'educazione civica. La partecipazione delle giovani generazioni a questo evento -aggiunge il ministro- significa che la mafia può e deve essere sconfitta. La scuola è un luogo in cui imparare ad essere cittadini migliori e vedere tutti questi volti entusiasti è un'emozione indescrivibile che mi riempie di gioia».

    MINISTRO ALFANO - «Il pomeriggio del 23 maggio del 1992 mi trovavo nella mia stanza del collegio a Milano dove studiavo quando seppi della strage di Capaci. Ho vissuto sulla mia pelle, ed è la prima volta che lo dico, l'imbarazzo e la vergogna di essere siciliano». Queste le parole del ministro della Giustizia Angelino Alfano. E poi continua: «Il Consiglio dei ministri ha varato misure di grande impatto nella lotta alla mafia e che ci consentono di completare il disegno di Giovanni Falcone». Il guardasigilli ha spiegato che le misure di prevenzione, «fondamentali perché colpiscono i patrimoni mafiosi», rientreranno tra i poteri della Procura nazionale antimafia, «rendendo più efficace l'incidenza e il peso delle confische dei beni mafiosi perchè prima passava troppo tempo tra la confisca e l'effettivo uso del bene».

    MINISTRO MARONI - ««La frontiera più importante nella lotta alla mafia è quella di togliere ai boss i patrimoni; è il modo più efficace per colpirli». Lo ha assicurato il ministro dell'Interno Roberto Maroni, subito dopo avere deposto una corona di fiori davanti alla stele che ricorda la strage di Capaci. Abbiamo approvato - ha concluso Maroni - un provvedimento che contiene norme proposte da Giovanni Falcone e mai entrate nell'ordinamento. È questo il modo più concreto e degno per onorarlo».

    VICE MINISTRO GIUSTIZIA USA - «Falcone ha dato la sua vita per la sua terra, per me e per tutti i miei colleghi che si occupano di giustizia negli Stati Uniti è un eroe». Lo ha detto il viceministro della Giustizia americano Mark Filip. «I risultati raggiunti da Giovanni Falcone, ma anche da Paolo Borsellino -ha detto parlando agli oltre mille giovani presenti- sono noti in tutto il mondo. Falcone è stato un uomo brillante, straordinario, visionario, fu precursore dei tempi perché ebbe delle intuizioni investigative formidabili già in quei tempi. Un vero leader in questo. Era un lavoratore infaticabile, si chiudeva nella sua stanza anche per sedici ore al giorno». «Falcone -ha proseguito- amava la Sicilia, la sua terra e aveva un grande desiderio perchè la Sicilia venisse liberata dalla mafia». Ha poi ricordato che nel Vangelo c'è scritto «non c'è dono più grande di dare la propria vita per i propri amici e Falcone ha dato la sua vita per la sua Sicilia». Poi Mark Filip ha ricordato quando Falcone interrogò per la prima volta Tommaso Buscetta, il primo pentito di mafia: «Gli disse «non ti preoccupare, se io non capisco qualcosa ci possiamo rivolgere al dottore Borsellino». I due erano sempre fianco a fianco nella lotta a Cosa nostra, fin dall'infanzia che hanno trascorso a pochi passi uno dall'altro».

    corriere.it

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    a distanza di tempo da questo terribile episodio che lezione o che eredità dobbiamo trarre ?
    E stato detto tutto o secondo voi manca ancora qualcosa e se si cosa?
    -------------------------------

    Ultima modifica di Usher; 23/5/2008 alle 13:40

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  3. #2
    Mai più senza FdT lakeofire
    Uomo 39 anni
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    Predefinito

    Mah...secondo me la mafia vince sempre e su tutto.
    Lo stato non riuscirà mai ne a vincere ne a farsi "forte". E' il sistema che è sbagliato. E' un canarino che lotta contro un aquila.

  4. #3
    Matricola FdT
    Uomo 45 anni
    Iscrizione: 7/5/2008
    Messaggi: 24
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    Le mafie sono tante.
    Quella siciliana ha subito un duro colpo. Tutto è iniziato con la legge "rognoni La Torre" ( La Torre venne ucciso per questo)
    Questa legge permetteva e regolava il sequestro dei beni.
    I Falcone e Borsellino non sono morti invano, oggi la "società civile" che denuncia i taglieggiamenti subiti è sempre in numero maggiore.
    Non dico che domani la mafia è out, ma le premesse sonon positive.

    Diversa è la situazione con la "ndrangheta calabrese" che è attiva alla grande e specialmente nel mercato della coca fa il bello e cattivo tempo.

    Si spera che la Magistratura continui nell'opera dei sequestri dei beni. Questo è l'unico modo per bloccare questo cancro.

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