Un magazine su iPad , ovvero come lasciare il posto fisso per raccontare il mondo ai bambini
Il progetto «Timbuktu» è pensato solo per i tablet
MILANO - Hanno lasciato un lavoro sicuro per dare vita a un’idea: creare la prima rivista dedicata ai più piccoli per iPad. Dopo i riconoscimenti ottenuti in Italia, Francesca Cavallo ed Elena Favilli ora cercano di conquistare l’America. È la storia di due ragazze che non credono alle favole. E che ai bambini raccontano la realtà.
ADDIO AL POSTO FISSO - La loro vicenda ribalta molti luoghi comuni: quello ormai datato sulle donne che non andrebbero d’accordo con la tecnologia ma anche l’attualissimo leitmotiv dei giovani italiani troppo attaccati all’idea – «impossibile», secondo il ministro Fornero - del posto fisso, magari a un passo dalle gonne di «mammà» (parola del ministro Cancellieri). Perché Francesca, pugliese di 28 anni, ed Elena, toscana di 29, il lavoro stabile se lo sono lasciate alle spalle, a Milano, e sono partite per la California. «Non veniamo dal precariato - ci tiene a precisare Elena- ma avevamo un’idea nostra e volevamo metterci in gioco. Ne valeva la pena».
DA MILANO A SAN FRANCISCO - Insegnante di teatro e regista la prima (il suo ultimo spettacolo, «Somari», è ancora in tour), giornalista di una testata nazionale l’altra, per oltre un anno hanno passato fine settimana e notti insonni mettendo a punto il progetto Timbuktu (Timbuktu - iPad magazine for children ), un news magazine pensato per i tablet che informa i bambini (e le loro famiglie) su quello che succede nel mondo. I primi fondi per realizzare il magazine gratuito sono arrivati dai concorsi per startup. Poi, a novembre, il premio Mind the Bridge e l’occasione di volare a San Francisco, per affinare il progetto in una scuola per startupper e per trovare nuovi investitori. «Abbiamo lasciato il lavoro e siamo partite», racconta Elena. «Stiamo già cercando di lanciare Timbuktu. In California ci sono tantissime aziende del nostro settore e ogni sera partecipiamo a eventi e competition. Un confronto che ci fa imparare continuamente cose nuove».
NOTIZIE PER BAMBINI - In Timbuktu si affrontano argomenti di attualità attraverso storie animate, video, canzoni e giochi. Un linguaggio creato su misura per i più piccoli, di solito tagliati fuori dai circuiti tradizionali dell’informazione. Alla base ci sono modelli educativi che privilegiano la creatività, come il metodo Montessori o quello innovativo del Centro Loris Malaguzzi di Reggio Emilia. I contenuti sono in inglese e gli argomenti internazionali per essere accessibili a tutti, eppure alcune storie sono nate dai laboratori realizzati negli asili emiliani (VIDEO).
CONSIGLI PER GLI STARTUPPER - I segreti per iniziare bene? Sviluppare con cura un’idea, pensare ad un pubblico internazionale e cercare i propri collaboratori sia in Italia che all’estero, sfruttando anche i social network. Francesca ed Elena sono riuscite a coinvolgere illustratori di tutto il mondo, attori e musicisti partendo dai contatti che avevano nei settori che più le appassionavano, il teatro e il design. Il programmatore, invece, l’hanno trovato seguendo una comunità di sviluppatori su Twitter.
APPREZZATA NEGLI USA - Pochi mesi fa, subito dopo il primo numero sui cambiamenti climatici, Timbuktu si è meritata un posto nella guida alle migliori app dell’edizione statunitense di Wired . Il secondo numero, appena uscito, ruota intorno al tema della notte: si parla dei sogni dei piccoli e anche dei giochi di un campo estivo notturno, creato nello Stato di New York, per i bimbi allergici ai raggi solari.
POCHE IMPRESE ROSA - Le startup guidate da donne in Italia sono ancora poche. ?«Mi dispiace sentire tanti pregiudizi quando si parla di imprenditoria femminile» ammette Elena. «Si dice che siamo meno propense al rischio o a chiedere finanziamenti, e che, quando lo facciamo, otteniamo meno soldi dei maschi perché siamo troppo sincere. Ma quali differenze caratteriali? Questo è solo un modo per non affrontare il problema». E spiega: «In realtà, la scarsa presenza delle donne nel mondo delle start up riflette il ruolo marginale che hanno le donne nel mercato del lavoro in generale. Servirebbero iniziative per rimuovere gli ostacoli. Siamo una risorsa sottoutilizzata».
Menomale che c'è questa gente!!
Fonte: IlCorriere.it