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  • 1 Intervento di dajide
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Processo Eternit, gli imputati condannati a 16 anni

  1. #1
    Bushi yasha
    Uomo 43 anni da L'Aquila
    Iscrizione: 8/9/2006
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    Predefinito Processo Eternit, gli imputati condannati a 16 anni

    I due imputati Stephan Schmidheiny, miliardario svizzero di 64 anni, e il barone belga
    Louis de Cartier, 90 anni, colpevoli per disastro ambientale e omissione di cautele antinfortunistiche. 30mila euro di risarcimento per ogni vittima










    Sedici anni di reclusione, pagamento delle spese processuali, risarcimenti ai familiari delle vittime e degli ammalati e interdizione dai pubblici uffici. E’ questo il contenuto della sentenza di primo grado del
    maxi processo Eternit, dove Stephan Schmidheiny, miliardario svizzero di 64 anni, è stato condannato insieme al barone belga Louis de Cartier, 90 anni, per disastro ambientale doloso e omissione dolosa di cautele antinfortunistiche.

    Il dispositivo fa però una distinzione tra gli stabilimenti italiani, dichiarandoli colpevoli per quanto riguarda Casale Monferrato e Cavagnolo (Torino), mentre il reato sarebbe estinto per prescrizione per gli stabilimenti di Rubiera, in Emilia Romagna, e Bagnoli, in Campania. Dopo aver pronunciato la sentenza di condanna per i due imputati, il giudice Giuseppe Casalbore ha letto i risarcimenti decisi per le parti civili e ha elencato tutti i familiari delle vittime per le quali la corte ha stabilito un risarcimento di 30mila euro per ogni congiunto e 35mila euro a testa per gli ammalati. La corte ha poi deciso un risarcimento di 100 mila euro per ogni sigla sindacale e per l’Associazione vittime dell’amianto, 25 milioni per il comune di Casale Monferrato, 4 milioni per il comune di Cavagnolo, 20 mln di euro per la Regione Piemonte e una provvisonale di 15 milioni per l’Inail. Alla lettura della sentenza, alcuni parenti delle vittime sono scoppiati in lacrime.

    Per i due, che sono stati alti dirigenti della multinazionale svizzera Eternit, l’accusa aveva chiesto una condanna a 20 anni di reclusione. Il processo è durato oltre due anni e si è articolato in 65 udienze. Ai dirigenti vengono contestate le morti di 2.100 persone e le malattie che hanno colpito altre 800 persone nelle zone degli stabilimenti di Casale Monferrato (Alessandria), Cavagnolo (Torino), Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (Napoli). Le parti civili che si sono costituite in giudizi sono oltre seimila.
    Per la procura di Torino gli imputati hanno “fornito e mantenuto in uso a privati ed enti pubblici materiali di amianto per la pavimentazione di strade, cortili, aie, o per la coibentazione di sottotetti di civile abitazione, determinando un’esposizione incontrollata, continuativa e a tutt’oggi perdurante, senza informare gli esposti circa la pericolosità dei materiali e per giunta – si legge nel capo d’accusa – inducendo un’esposizione di fanciulli e adolescenti anche durante le attività ludiche”. E, infine, il reato di disastro si è consumato anche nelle abitazioni dei lavoratori, proprio per aver omesso di organizzare al lavoro la pulizia degli indumenti, che gli operai portavano a casa, esponendo così familiari e conviventi all’amianto.

    Hanno “omesso di adottare i provvedimenti tecnici, organizzativi, procedurali, igienici necessari per contenere l’esposizione all’amianto (come impianti di aspirazione localizzata, adeguata ventilazione dei locali o procedure di lavoro atte a evitare la manipolazione manuale delle sostanze e sistemi di pulizia degli indumenti in ambito industriale), di curare la fornitura e l’effettivo impiego di apparecchi di protezione, di sottoporre i lavoratori ad adeguato controllo sanitario, di informarsi e informare i lavoratori circa i rischi specifici derivanti dall’amianto e le misure per ovviare a tali rischi”.

    La sentenza di Torino su Eternit interviene su quello che qualcuno ha definito ‘il processo del secolo’, durato due anni con 66 udienze e con un’impressionante quantità di vittime coinvolte: oltre 2.200decessi dovuti all’amianto, 700 malati di asbestosi, oltre 6.000 costituzioni di parte civile e una platea di legali composta da 150 avvocati. L’epicentro della tragedia è stato proprio a Casale Monferrato che con i suoi 1.500 morti, tra lavoratori e cittadini, ha pagato il tributo più alto. E che purtroppo non si è ancora esaurito, visto che l’incubazione del mesotelioma può durare anche 30-40 anni. Ma Casale Monferrato non è l’unica realtà dove si muore di asbestosi, di mesotelioma o di tumore alla laringe per esposizione ad amianto. Secondo i dati Ispesl, complessivamente, in Italia, è possibile dimensionare il fenomeno dei decessi per malattie asbestocorrelate intorno ai 3.000 casi l’anno. E a morire non sono solo i lavoratori, ma anche le persone il cui unico torto è stato quello di abitare nelle vicinanza di un sito contaminato.

    (continua...)

    Eternit, la sentenza di primo grado Gli imputati condannati a 16 anni | Redazione Il Fatto Quotidiano | Il Fatto Quotidiano




    ogni tanto una notizia "confortante" ...
    seppure per i malati e i parenti delle vittime ci vorrebbe altro...




  2. #2
    Butterflies and Hurricanes Flou.
    Donna 33 anni da Como
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    Era ora

  3. #3
    eleo
    Utente cancellato

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    Quote Originariamente inviata da Flou. Visualizza il messaggio
    Era ora

  4. #4
    Nuvolablu
    Donna 43 anni
    Iscrizione: 14/7/2007
    Messaggi: 27,503
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    Non posso che quotare le donzelle quì su xD

  5. #5
    alias Angus Young dajide
    Uomo 54 anni
    Iscrizione: 11/12/2011
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    ma che sono 30.000 euro per un morto?
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  6. #6
    Emrys
    Utente bannato

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    30.000 euro è pochissimo...lasciatemelo dire!

  7. #7
    Can che dorme Wolverine
    Uomo 39 anni
    Iscrizione: 3/4/2006
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    Considerando i tempi medi della giustizia italiana, due anni per un maxi-processo di questa entità sono davvero pochi! Per una volta un piccolo plauso ai giudici, che sono stati parecchio più veloci, come dovrebbero SEMPRE essere.

    La sentenza non è male...certo, considero anch'io pochi 30.000 euro, diciamo che già 80-100.000 sarebbero stati più giusti. Per il resto, la sentenza secondo me è adeguata...per una volta.
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  8. #8
    MalaMente Tallulah
    Donna 34 anni
    Iscrizione: 27/12/2009
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    Mi aggrego alla felicità dei parenti, poichè stanno conoscendo giustizia.
    I soldi poco fanno, ma meglio che niente.

  9. #9
    Temperance
    Donna
    Iscrizione: 15/1/2006
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    Mi aggrego alla felicità dei parenti, poichè stanno conoscendo giustizia.
    I soldi poco fanno, ma meglio che niente.

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