Una squadra di giustizieri. O meglio, una «squadretta», come si facevano chiamare nel carcere di Regina Coeli le sei persone, tra guardie giudiziarie e personale sanitario, accusate di violenze e maltrattamenti sui detenuti del penitenziario romano.
Nel loro mirino non finivano carcerati qualsiasi, ma soprattutto stranieri e condannati per crimini sessuali. Costretti a rimanere in piedi tutta la notte, percossi, torturati con tubi.
Come è successo a Julien Monnet, 37enne ingegnere francese in carcere per tentato omicidio nei confronti della figlia. E' stato Monnet a denunciare la squadra e a far partire l'indagine interna della polizia penitenziaria, al termine della quale è stato rinviato a giudizio Rolando Degli Angioli, il medico del reparto della settima sezione, accusato di abuso, falso e violenza privata.
Degli Angioli è coinvolto anche nel caso di Stefano Cucchi, ma in quel caso sarebbe intervenuto solo per consigliare il ricovero in ospedale del ragazzo, già fisicamente compromesso.
Tra le vittime, anche Oltean Gavrila, uno dei romeni accusati dello stupro della Caffarella. Costretto a restare sveglio in piedi per notti intere, ha preferito bere una bottiglia di detersivo pur di sfuggire al supplizio.