Batterio killer: «Responsabile la soia»
Il ministro dell'Agricoltura: identificata l'azienda che ha distribuito il prodotto. Allerta ai consumatori
MILANO - Sono stati i germogli di soia tedeschi, mangiati crudi, a scatenare l'epidemia del batterio killer variante dell'Escheria Choli (Ehec) in Germania. Lo ha confermato domenica pomeriggio in una conferenza stampa ad Hannover il ministro dell'Agricoltura della Bassa Sassonia, Gert Lindemann (Cdu), secondo il quale le autorità mediche si trovano adesso «sulla pista giusta». «Abbiamo identificato un prodotto che è stato fornito in tutte le località in cui si sono verificate vaste infezioni di Ehec», ha spiegato il ministro. Le autorità della Bassa Sassonia hanno individuato con precisione nella provincia di Uelzen, tra Amburgo e la Hannover, la cooperativa biologica che ha prodotto e distribuito, in cinque diversi Stati federali tedeschi, i germogli da consumare crudi. I test iniziali hanno confermato che i germogli prodotti dall'azienda sono molto probabilmente l'origine della diffusione del batterio; i risultati definitivi, tuttavia, arriveranno lunedì. L'azienda agricola domenica è stata chiusa e tutti i suoi prodotti sono stati tolti dal mercato. Il ministro ha invitato i tedeschi, per precauzione, a «evitare di consumare per il momento qualsiasi tipo di germoglio di soia» fino a nuovo avviso. Già alcuni anni fa i germogli di soia avevano provocato in Asia un'epidemia analoga a quella scatenatasi in Germania.
ALLERTA EUROPEO - La Germania lancerà presto un avvertimento, attraverso il sistema di allerta europeo dell'alimentazione, sulla possibile pericolosità dei germogli di soia. Non si tratta ancora di un allarme vero e proprio riguardante degli specifici lotti - come accaduto per i cetrioli spagnoli, poi risultati innocui - ma solo della diffusione delle informazioni di cui dispongono al momento le autorità sanitarie tedesche, di cui l'Ue «ha preso nota», come ha spiegato il portavoce Frederic Vincent.
L'AZIENDA - L'azienda, secondo quanto si legge sulla stampa tedesca online, è una cooperativa di produzione biologica che, oltre ai germogli di soia, produce e distribuisce germogli e semi di altri ortaggi: sono sospettati 18 diversi tipi di germogli, tra cui quelli di fagiolo mungo, broccoli, piselli, ceci, ravanelli e lenticchie. Lindemann ha detto che queste specie sono cresciute in botti con vapore, ambiente ideale per la moltiplicazione dei batteri, ed è possibile o che l'acqua sia stata contaminata con l'E. Coli, oppure che i semi, acquistati in Germania e in altri Paesi, avessero già il batterio. Gli agricoltori, ha aggiunto, non hanno usato nessun concime che possa aver provocato la crisi. Due donne dipendenti dell'azienda sono state colpite da una forte diarrea e una di loro è risultata positiva al batterio killer. La cooperativa forniva prodotti sia a ristoranti sia ai mercati, per la vendita diretta ai consumatori. Secondo il ministro, i prodotti sospetti sarebbero stati distribuiti ad almeno 5 Laender: Amburgo, Schleswig-Hoelstein, Mackleburgo-Pomerania, Assia e Bassa Sassonia.
AMATI DAI VEGETARIANI - I germogli di soia sono un alimento molto diffuso nella cucina etnica e tra i vegetariani per l'importante apporto di proteine. In Italia sono in genere consumati in estate, da soli o come condimento, e sono venduti in buste, vassoi o in scatola. Recentemente, come sottolinea la Coldiretti, si è diffusa anche la coltivazione casalinga. I prezzi variano dai 4 ai 6 euro al chilo per il prodotto venduto in vassoi, e nei supermercati è possibile acquistare germogli di soia di produzione italiana, quindi al sicuro dalla contaminazione avvenuta nell'azienda tedesca.
22 LE VITTIME - Intanto il bilancio dell'epidemia da Ehec è salito ad almeno 22 morti accertati: lo ha reso noto il Centro Europeo di Stoccolma per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie, precisando che tutti i decessi si sono finora verificati in Germania tranne uno, avvenuto in Svezia. I casi conclamati di contagio sull'intero continente ammontano a 1.605, cui ne vanno aggiunti altri 658 colpiti dall'Hus, una sindrome correlata all'infezione che colpisce i reni e provoca forte anemia. Ancora una volta, ha sottolineato l'istituto svedese, la maggior parte degli episodi, 1.536 e 627 rispettivamente, si sono concentrati in territorio tedesco. Nel giro di appena 24 ore la variazione in aumento è stata di 328 e 107 unità. Tra i nuovi casi di contagio da Ehec, quattro sono stati localizzati in Gran Bretagna e altrettanti in Danimarca, a conferma che il fenomeno appare comunque interessare essenzialmente il Nord-Europa.
EMERGENZA NEGLI OSPEDALI - Il governo tedesco è «allarmato» per l'emergenza sanitaria che ha colpito il Paese, mettendo sotto pressione in particolare gli ospedali delle regioni del nord, a causa del contagio da E. Coli. E le strutture sanitarie della Germania settentrionale, prese d'assalto, lavorano in condizioni «limite». Il ministro della Salute Saniel Bahr, che domenica ha visitato l'ospedale universitario di Amburgo-Eppendordf, ha ammesso - secondo la versione online del settimanale Spiegel - «l'emergenza sanitaria» che si vive al nord. Gli operatori sanitari, continua il magazine, lavorano a pieno ritmo, «sette giorni su sette», senza interruzione. Un vertice fra il ministro Bahr, il ministro dei Consumatori Ilse Aigner e i ministri competenti dei diversi Laender colpiti, dovrebbe tenersi mercoledì, probabilmente a Berlino.
Germogli di soia
Batterio killer: «Responsabile la soia» - Corriere della Sera