Nel cortile della casa internazionale delle donne a Roma c’è un muro che ricorda le donne uccise per mano degli uomini. Donne uccise dai mariti, dai fidanzati, dai pretendenti, dai padri, dai fratelli e addirittura dai figli. Si chiamano Paola, Maria, Alessandra, Rosa, ma anche Najat, Pilar, Felicitè, Sol. Sono italiane, migranti, figlie di migranti. Sono donne che probabilmente prima di essere uccise hannosubito anni di prepotenze e panico all’interno delle mura domestiche. Donne che la società non ha protetto. Ora a questa triste lista di morte ammazzate dobbiamo aggiungere il nome di Sanaa Dafani. Nei giornali nazionali è segnalata come ragazza marocchina, ma era italianissima, ibrida, in mezzo alle culture, ai mondi. Circola una bella foto di Saana, è sdraiata e guarda l’obbiettivo con grande dolcezza. Per l’omicidio è indagato il padre. Miccia scatenante forse la decisione della ragazza di convivere con un trentenne cattolico italiano. Questo ha fatto gridare alla Lega (e non solo a loro) «gli islamici sono assassini» o «gli islamici sono incompatibili con la costituzione », facendo della ferocia assassina di uno quella di tutta una comunità religiosa.
Dire questo è grave! La lega si dovrebbe scusare con gli islamici per queste dichiarazioni. E poi francamente la trovo una spiegazione dei fatti fuorviante. Guardiamo i dati: in Italia una donna viene uccisa ogni due giorni, i numeri quindi parlano chiaro, le donne sono in pericolo. E il pericolo è legato allo squilibrato rapporto tra i sessi e questo continuo considerare la donna una merce. Ricordiamoci che siamo nell’Italia delle escort; molti nel paese trovano normale prostituirsi per raggiungereunposto di potere. Dire semplicemente «è la solita storia tra islamici, non è affar nostro», non ci aiuterà mai a capire. Anoi donne serve una spiegazione seria. Chi uccide vuole eliminarci, distruggerci, cancellarci. Quello che si vuole eliminare è il diritto a una vita indipendente. Si vuole considerare la donna la solita costola d’Adamo, un’appendice.
Chi uccide lo fa per ribadire la subalternità delle donne. Per uscirne dobbiamo costruire una società dove donne e uomini costruiscono modelli relazionali diversi, basati sul rispetto e non sulla mercificazione o sul potere. Saana è morta probabilmente permanodel padre, attendiamo le indagini per affermarlo. Ma l’Italia con la sua bassa considerazione delle donne ha dato una mano alla mano assassina. Per non far morire altre Sanaa dobbiamo cambiare l’Italia. Perché donna è bello, donna è vita.
http://www.unita.it/news/italia/8856..._dellignoranza