Un paziente costretto in ospedale da un'infezione ossea ha denunciato sul web la qualità del cibo che gli veniva portato durante la sua degenza. Hospital Food Bingo è il nome del gioco che ha inventato e che consiste nel chiedere ai visitatori del suo blog di indovinare di che portata si tratta.
Una ricerca della Bournemouth University ha denunciato nei giorni scorsi che il cibo servito nelle carceri inglesi è di gran lunga migliore di quello degli ospedali, sollevando un polverone che ha messo in difficoltà le autorità locali. A quanto pare, però, sembra tutto vero. A dimostrarlo ci ha pensato Traction Man (L'uomo in trazione), un paziente inglese che nel suo blog (hospitalnotes. blogspot. com) ha pubblicato, giorno per giorno, le foto dei pasti serviti in ospedale.
Del misterioso autore del diario on-line si sa solo che è da mesi costretto a vivere in ospedale in una condizione di semi-immobilità, da qui il soprannome "in trazione". La sua situazione lo ha portato ad aprire un contatto virtuale con il pubblico, una finestra sul mondo, e trasformare così un passatempo in uno strumento di denuncia.
Tutto è cominciato con una provocazione: il gioco "Hospital Food Bingo" chiede a tutti i visitatori del blog di dare un'occhiata alle foto pubblicate e indovinare cosa c'è nel piatto. Non si vince niente, naturalmente, se non un po' d'indignazione per ciò che si vede: verdure scotte, pastasciutte con il colore dei sughi improbabili, poltiglie non ben identificate.
I commenti che Traction Man fa a margine delle immagini sono ironici, mai veramente arrabbiati, ma svelano una vita non solo di solitudine e segnata da problemi di salute, ma anche di un cibo pessimo e di un'assistenza da parte del personale ospedaliero dai modi non esattamente adeguati alla situazione.
"Gli antipasti tendono tutti al beige". "Molte verdure, perché le si possa mangiare, dovrebbero passare in una centrifuga. Sono tutte bagnate". "Non oso pensare dove siano state saltate le patate che accompagnano il pollo. L'ultima cosa che viene in mente è una padella". "Le infermiere sono di grande aiuto. Se essere d'aiuto significa tirare il menu attraverso la porta, come fosse un pezzo di carne lanciato tra le fauci di un leone".
"Se mi vengono offerte delle alternative? Sì, posso scegliere 3 piatti altrettanto orrendi".
Traction Man ha 47 anni e finora in ospedale ha trascorso circa 22 settimane, prima per un infiammazione al midollo osseo e poi per successive complicazioni. Ha deciso di mantenere l'anonimato per evitare prevedibili ritorsioni da parte del personale: il suo blog comunque sta facendo il giro del web e sono centinaia i commenti dei visitatori, che cercano davvero, spesso senza riuscirsi, di indovinare cosa ha mangiato a pranzo e a cena l'autore.
In Italia la situazione non è migliore, salvo le eccezioni come quella - ad esempio - dell'ospedale dell'Angelo di Mestre, che ha avviato un progetto di ristorazione per rendere i pasti "buoni da mangiare e buoni da pensare". I risultati sono stati presentati lo scorso maggio al convegno nazionale "Mangiar bene, mangiar sano in ospedale", evidenziando il legame tra alimentazione sana e gustosa e miglioramento della salute.
Nel 2007 il programma "Guadagnare salute" sottoscritto dall'ex ministro della Salute Livia Turco e dal presidente di Slow Food Carlo Petrini, si è impegnato di portare cibo biologico negli ospedali. Ma soddisfare le esigenze alimentari e di gusto degli oltre 240 milioni di pasti serviti ogni anno nelle strutture Italia non è cosa facile.
http://www.repubblica.it/2009/09/sez...-ospedale.html