Accusa i carabinieri: stuprata in caserma
I militari: rapporto sessuale amichevole
Indagati e trasferiti in tre alla stazione Quadraro. Presente anche un vigile. La donna era stata arrestata per furto.
ROMA - Da un furto, all’arresto, a una notte da incubo. Sarebbe accaduto nella caserma dei carabinieri del Quadraro, a Roma, dove una donna di 32 anni sostiene di essere stata violentata. Gli abusi sarebbe stati commessi nella sala mensa dopo una bevuta di superacolici alla quale era stata invitata dai militari. Alla violenza avrebbe partecipato anche un vigile urbano, la notte tra mercoledì e giovedì scorsi. A denunciare la violenza S.D.T., ragazza madre di Crema ma da anni residente a Roma, mentre i quattro responsabili sostengono che la donna era consenziente.
I quattro sono indagati tutti per violenza sessuale, pur con ruoli diversi. Le indagini sono condotte dal procuratore aggiunto Maria Monteleone e dal pubblico ministero Eleonora Fini. Da stabilire il ruolo dei singoli indagati e chi abbia avuto il rapporto sessuale con la donna mentre gli altri tre osservavano. Il magistrato e i carabinieri stanno svolgendo le indagini sulla base delle dichiarazioni fatte da tre degli indagati che si sono spontaneamente presentati nei giorni scorsi insieme con il quarto indagato che però essendo stato colto da una crisi di pianto si è visto rinviare il suo interrogatorio. La ricostruzione servirà a stabilire chi abbia fatto la violenza e perchè gli altri non intervennero per impedirla.
La notte da incubo comincia nel supermercato Oviesse della Tuscolana, quando un addetto alla sicurezza del negozio chiama il 112 dopo aver visto la donna rubare oggetti di poco valore. I carabinieri arrestano S.D.T. e la portano nella caserma del Tuscolano dove scatta il fermo di polizia giudiziaria. La donna deve trascorre la notte in una cella di sicurezza in attesa dell’udienza di convalida prevista per giovedì mattina, ma al Tuscolano non c’è posto e viene deciso il trasferimento al Quadraro. Giovedì mattina, durante l’udienza di convalida, la donna non fa parola della violenza: l’arresto è convalidato e lei torna in libertà in attesa del processo. S.D.T. si sfoga qualche ora dopo raccontando tutto a un amico che la convince a denunciare lo stupro e la accompagna al Policlinico Casilino. I medici riscontrano tracce di un rapporto sessuale ma non «segni evidenti di violenza sessuale».
Sono state già sequestrate la camera di sicurezza e la sala mensa della stazione carabinieri del Quadraro. In queste due stanze sarebbe stato consumato lo stupro. Il racconto della donna è lucido e ricco di particolari. Ad esempio ha descritto minuziosamente il tatuaggio di uno dei violentatori e ricostruito minuto per minuto quella notte. S.D.T. ha raccontato di essere stata svegliata da quattro uomini che si sono presentati con una bottiglia di whisky. I tre carabinieri, il vigile urbano e la donna, hanno cominciato a bere fin quando la lei ha chiesto di mangiare e tutti insieme sono andati nella sala mensa, probabilmente alticci. Secondo la donna i quattro uomini l’hanno violentata a turno. Poi arriva l’udienza dal gup, lo sfogo con l’amico e la denuncia.
I tre carabinieri sono stati trasferiti in uffici non al contatto con il pubblico di Torino, Milano e Cagliari. Il vigile urbano coinvolto non era in servizio quando è avvenuto l'episodio e sarebbe ancora effettivo preso il gruppo di appartenenza della polizia municipale di Roma. Due delle quattro persone coinvolte nella denuncia avrebbero negato di aver avuto alcun rapporto sessuale con lei.
L'Arma dei carabinieri ha avviato accertamenti disciplinari al termine dei quali non è esclusa una sospensione. Il comandante provinciale di Roma, colonnello Maurizio Detalmo Mezzavilla, ha voluto sottolineare che «i fatti denunciati sono gravissimi e perciò oggetto di indagini accurate e rigorose da parte della magistratura e dell'Arma». Il colonnello Mezzavilla ha poi aggiunto che quanto denunciato dalla donna, in attesa degli esiti giudiziari «è un fatto che nulla sottrae all'efficienza e alla dedizione delle migliaia di carabinieri che operano a Roma. Il nostro giudizio di assoluta riprovazione prescinde dalle responsabilità penali che si stanno doverosamente accertando, perchè vicende del genere contrastano con i mille atti di solidarietà che i carabinieri compiono ogni giorno».
«Il rapporto sessuale con la donna è avvenuto in una situazione totalmente amichevole - è il racconto fatto da uno dei militari per bocca del suo legale - Quella notte eravamo in tre, due carabinieri e un agente della polizia municipale. Eravamo usciti per locali e avevamo mangiato e bevuto qualcosa. Eravamo fuori servizio e quando siamo tornati in caserma, per andare a dormire nella foresteria, abbiamo visto quella donna. Abbiamo intuito da parte sua la disponibilità ad avere un rapporto sessuale con noi due carabinieri. La cella era aperta e lei ci ha chiesto di poter mangiare e bere qualcosa, poi abbiamo avuto un rapporto con lei, ma la donna era consenziente. In caserma c'era un altro carabiniere che era in servizio di piantone ed era presente anche il vigile fuori servizio che era uscito con noi. Il rapporto sessuale con la donna è avvenuto in una situazione totalmente amichevole».
«Quella notte non ero in servizio ed ero andato a trovare uno dei carabinieri della stazione, che è un mio amico. Ma io e lui non abbiamo avuto alcun rapporto sessuale con la donna, nonostante le sue accuse», ha detto l'agente della municipale, che appartiene al I gruppo di Roma, durante il suo primo interrogatorio.
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