Roma e Napoli, ma anche Cagliari, Lecce, l'Aquila, una lunghissima lista di comuni a rischio in quasi tutte le regioni italiane: è questo ciò che risulta sulllo stato del territorio italiano in riferimento ai
sinkholes, sprofondamenti ampi anche centinaia di metri che minacciano i centri urbani e le aree naturali, verificandosi in modo spesso improvviso e devastante. Queste voragini sono caratterizzate da una rapida evoluzione (6 ore circa) che coinvolge aree urbanizzate e infrastrutture, talvolta con un costo in vite umane, e sono innescate frequentemente dalle piogge copiose e da fratture del suolo oltre che per attivita' umane ed eventi sismici.
Un fenomeno purtroppo poco considerato e che meriterebbe ben altra attenzione, come conferma Emilio Santori, Sub Commissario ISPRA, nel corso del suo intervento di apertura dei lavori del workshop. ''A distanza di 5 anni dal primo seminario del maggio 2004, si e' ritenuto utile riaccendere l'interesse su questo tema geologico, sicuramente dibattuto in ambiente scientifico ma poco noto all'opinione pubblica. Si parla molto di frane e alluvioni, ma non altrettanto di quegli sprofondamenti che, al pari di alcuni fenomeni naturali, possono essere altrettanto pericolosi per la popolazione, soprattutto qualora si verifichino in aree antropizzate''.
Aree antropizzate come la citta' di Roma, nella quale nell'ultimo secolo si sono verificate un centinaio di questi fenomeni, e sotto la cui superficie sono presenti numerosissime cavita' sotterranee di origine antropica come cave, catacombe, cunicoli idraulici, acquedotti, fognature e sotterranei di interesse archeologico, che metteno a forte rischio quartieri densamente popolati come il Centro storico, il Prenestino, Tor Pignattara, l'Appio-Tuscolano, Monteverde vecchio e la zona di San Pietro.
Altri esempi arrivano inoltre dalla regione Abruzzo, già duramente colpita dal sisma, dove voragini sono state localizzate ai bordi del lago Sinizzo a San Demetrio ne' Vestini (AQ), in cui non molto tempo fa c'era un'area di gioco e ristoro per famiglie, divenuta pericolosa e impraticabile, ma anche dalla Puglia dove si ricordano il sinkhole di Alliste nel febbraio 2004, lo sprofondamento di Via Firenze a Gallipoli il 29 marzo 2007 e le voragini nel territorio di Altamura
Un fenomeno, quindi, che richiederebbe una adeguata normativa, ad oggi realizzata solo dalle Regioni Lazio e Sardegna, le quali prevedono sia il monitoraggio delle aree edificate che di quelle su cui si intende costruire. Nel primo caso, si forniscono utili informazioni alla Protezione civile, nel secondo si avviano indagini geofisiche e idrogeologiche per individuare eventuali cavita' nel sottosuolo suscettibili di propagarsi in superficie.
''Il Servizio Geologico d'Italia dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale - ha spiegato Leonello Serva - da alcuni anni e' impegnato nella realizzazione di uno studio sistematico degli sprofondamenti in aree di pianura, arrivando a censire circa 850 casi di sinkholes naturali, a cui ovviamente si sommano centinaia di casi di sprofondamenti antropici. I risultati dello studio sono stati organizzati in un Database Nazionale dei Sinkholes che sarà consultabile su internet. ''Nel censimento - ha affermato Stefania Nisio, del Servizio Geologia Applicata ed Idrogeologia dell'ISPRA - vengono riportate le forme attive, ancora oggi visibili, quelle relitte, cioe' quiescenti, e quelle ormai ricolmate o artificialmente o naturalmente. I fenomeni censiti si concentrano principalmente sul versante tirrenico, mentre sul versante adriatico non sussistono i fattori predisponenti ed innescanti i 'deep piping sinkholes'''. L'aspetto innovativo di rilievo connesso alla realizzazione del Database Nazionale e' dato dall'approccio: l'oggetto della ricerca, infatti, riguarda sia la dimensione areale (non limitandosi solo alle aree urbanizzate) che quella temporale, ricercando sia le segnalazioni piu' o meno recenti degli enti e delle amministrazioni locali che le fonti, le citazioni e le mappe piu' remote.
Fonte:
Il Giornale della Protezione Civile .::. Home*»*Voragini nei centri urbani, sono Roma e Napoli le città più a rischio