“Gay di m..”così lo chiamavano mentre lo pestavano. il giovane che ha riportato ferite, contusioni e tagli al volto è stato ricoverato d’urgenza. Dopo il pestaggio gli è stato sottratto il telefonino.
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Gli hanno urlato frocio, frocio e poi lo hanno colpito ripetutamente con calci e pugni all’addome e al volto fino a farlo cadere. È accaduto nella notte tra martedì 25 e mercoledì 26 maggio, tra l’1.30 e le 2 a S., un ragazzo romano di 22 anni, nei pressi di via Cavour (via del Fagutale). Il ragazzo aggredito si è rivolto a Gay Help Line, il numero verde antiomofobia per denunciare l’episodio e ha deciso di sporgere denuncia grazie al servizio di assistenza legale gratuita che la nostra associazione mette a disposizione“. Lo afferma in una nota
Fabrizio Marrazzo, presidente di
Arcigay Roma.
PER UN CELLULARE – “
Gli aggressori – aggiunge il responsabile de
ll’Ufficio Legale di
Gay Help Line,
Daniele Stoppello -
quattro italiani tra i 25 e i 30 anni, dopo averlo lasciato privo di sensi per terra, gli hanno poi sottratto il cellulare con il quale, prima di essere colpito era al telefono con un amico al quale è riuscito a chiedere aiuto e che lo ha poi raggiunto sul luogo della violenza. Il ragazzo aggredito è stato ricoverato d’urgenza in ospedale, riportando diverse ferite, tagli e contusioni al volto e rischiando di perdere l’occhio. Le lesioni riportate dal mio assistito sono gravissime. È necessario fare piena luce su questa vicenda e, per questo, forniremo tutti i dettagli e gli elementi utili agli inquirenti perché siano trovati i responsabili“.
SEMPRE PIU’ GIOVANI -”
Facciamo davvero un appello alle forze dell’ordine – conclude
Marrazzo -
perché rintraccino i colpevoli di questa aggressione così violenta: sono troppi i casi di omofobia irrisolti di cui non sono stati individuati i responsabili, come, ad esempio, la coppia di ragazzi gay aggredita a Campo dè Fiori, quella aggredita ai Fori Imperiali e il ragazzo aggredito al bus notturno qualche settimana fa. C’è da notare, inoltre, che gli aggressori sono sempre più spesso giovani. Le istituzioni si impegnino davvero quanto prima a mettere in campo una campagna di formazione ed educazione contro l’omofobia e la transfobia a partire dalle scuole come avviene in molti altri Paesi europei. È necessario che la comunità lesbica, gay e trans e la città reagiscano a questo ennesimo episodio di violenza“.