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Nord vs Sud: differenze culturali, miti e leggende

  1. #11
    vcp
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    Io la differenza la vedo di più tra il paesino e la città. Sulle tradizioni sono d'accordo, ci sono tante differenze ma tutte bellissime da conoscere. Sulla mentalità il paesino è più chiuso a prescindere dal sud o dal nord.

    Concordo anche sul fatto della famiglia. Al sud si è più uniti, al nord meno. Però a volte al sud il concetto di famiglia ti incastra. Se vado a trovare i parenti al sud e per qualche motivo (tipo non ho tempo, non ho voglia, ho altro da fare) e ne salto uno, sono finita!


  2. #12
    Temperance
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    Quote Originariamente inviata da vcp Visualizza il messaggio
    Io la differenza la vedo di più tra il paesino e la città. Sulle tradizioni sono d'accordo, ci sono tante differenze ma tutte bellissime da conoscere. Sulla mentalità il paesino è più chiuso a prescindere dal sud o dal nord.

    Concordo anche sul fatto della famiglia. Al sud si è più uniti, al nord meno. Però a volte al sud il concetto di famiglia ti incastra. Se vado a trovare i parenti al sud e per qualche motivo (tipo non ho tempo, non ho voglia, ho altro da fare) e ne salto uno, sono finita!
    Io son del sud, me li salto tutti e chissene xD
    Per questo dico che le differenze ci sono e devono esserci, ma poi dipende tutto da come si è/si cresce. Si può parlare di maggioranza di comportamenti, ma non di totalità.
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  3. #13
    Moderatrice Holly
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    È una cosa oggettiva: le differenze ci sono.
    Io sono una meridionale doc ma mi sono trasferita per studiare e sono rimasta a vivere fuori. E le differenze le vedo, e le avverto. Una delle differenze base secondo me è nel concetto di ospitalità. A me fin da piccola è stato insegnato che l'ospite è sacro, che va trattato bene e con riguardo. Che è buona prassi ricambiare con gesti cortesi ogni cortesia ("mi hai fatto una cortesia, minimo ti offro il caffè", per intenderci). Che il vero signore non piange mai miseria, senza mai fare i debiti. Sono cose che per noi sono naturali. Un attaccamento eccessivo ai soldi (come dividere gli 80cent del caffè) da noi viene considerato molto maleducato. Come verrebbe considerato maleducato, per esempio, che in pizzeria ognuno paghi al centesimo la sua pizza: si fa il totale e si divide.
    La cosa che però notavo è che quando questa cosa accadeva a casa mia, si tendeva sempre a non esagerare o a mettere di spontanea volontà qualcosa in più nel conto. A Roma molti se ne approfittano. Mi è capitato di finire a tavola con chi aveva ingurgitato questo mondo e quell'altro e poi a dover pagare il conto uguale. Questo da me tendenzialmente non accadrebbe.
    Sull'offrire: per noi è normale che l'uomo paghi. Le prime volte che ho offerto a un uomo mi ha fatto un effetto strano. Non ho problemi a farlo, ma quando ero ragazzina non esisteva nemmeno lontanamente che lui mi facesse pagare (ma ero sempre stata con ragazzi che lavoravano già, o che studiavano e poi lavoravano d'estate). Il problema per me si è posto quando all'università ho iniziato a uscire con studenti. Mi sono resa conto che non era un discorso che riguardava il non studiare, ma proprio la divisione come una cosa normale. E infine mi è capitato di essere la sola a offrire (eh già) e questo non mi è andato molto a genio.
    È una cosa che con il tempo credo cambi. Io lavoro e frequento un uomo che lavora, mi sto rendendo conto che anche se vogliamo cenare fuori più di una volta a settimana lo possiamo fare (poi stiamo arricchendo metà dei ristoranti cinesi della città, quindi comunque spendiamo poco). Poi, tendenzialmente, offre lui ma c'è molta più leggerezza rispetto a quando ero all'università.
    Non so come sia stare al nord. Dico solo che se dovessi pagare il caffè al centesimo rimarrei malissimo e mi sembrerebbe un gesto tanto tanto cafone.
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    Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.

  4. #14
    vcp
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    Quote Originariamente inviata da Holly Visualizza il messaggio
    È una cosa oggettiva: le differenze ci sono.
    Io sono una meridionale doc ma mi sono trasferita per studiare e sono rimasta a vivere fuori. E le differenze le vedo, e le avverto. Una delle differenze base secondo me è nel concetto di ospitalità. A me fin da piccola è stato insegnato che l'ospite è sacro, che va trattato bene e con riguardo. Che è buona prassi ricambiare con gesti cortesi ogni cortesia ("mi hai fatto una cortesia, minimo ti offro il caffè", per intenderci). Che il vero signore non piange mai miseria, senza mai fare i debiti. Sono cose che per noi sono naturali. Un attaccamento eccessivo ai soldi (come dividere gli 80cent del caffè) da noi viene considerato molto maleducato. Come verrebbe considerato maleducato, per esempio, che in pizzeria ognuno paghi al centesimo la sua pizza: si fa il totale e si divide.
    La cosa che però notavo è che quando questa cosa accadeva a casa mia, si tendeva sempre a non esagerare o a mettere di spontanea volontà qualcosa in più nel conto. A Roma molti se ne approfittano. Mi è capitato di finire a tavola con chi aveva ingurgitato questo mondo e quell'altro e poi a dover pagare il conto uguale. Questo da me tendenzialmente non accadrebbe.
    Sull'offrire: per noi è normale che l'uomo paghi. Le prime volte che ho offerto a un uomo mi ha fatto un effetto strano. Non ho problemi a farlo, ma quando ero ragazzina non esisteva nemmeno lontanamente che lui mi facesse pagare (ma ero sempre stata con ragazzi che lavoravano già, o che studiavano e poi lavoravano d'estate). Il problema per me si è posto quando all'università ho iniziato a uscire con studenti. Mi sono resa conto che non era un discorso che riguardava il non studiare, ma proprio la divisione come una cosa normale. E infine mi è capitato di essere la sola a offrire (eh già) e questo non mi è andato molto a genio.
    È una cosa che con il tempo credo cambi. Io lavoro e frequento un uomo che lavora, mi sto rendendo conto che anche se vogliamo cenare fuori più di una volta a settimana lo possiamo fare (poi stiamo arricchendo metà dei ristoranti cinesi della città, quindi comunque spendiamo poco). Poi, tendenzialmente, offre lui ma c'è molta più leggerezza rispetto a quando ero all'università.
    Non so come sia stare al nord. Dico solo che se dovessi pagare il caffè al centesimo rimarrei malissimo e mi sembrerebbe un gesto tanto tanto cafone.

    Per me quello che tu hai scritto è semplicemente buona educazione: offrire, non pagare al centesimo, essere ospitali. Sarà che anche se vivo al nord (anche se non ho mai capito se vivo al nord al centro, insomma, Firenze) sono cresciuta in una famiglia del sud, in cui queste cose sono sempre state considerate normali.

    Per quanto riguarda l'uomo che deve offrire... questa cosa non mi torna. Ovvio che mi fa piacere che un uomo mi offra una cena, un gelato o un caffè, però credo molto nella parità dei sessi e penso sia importante (una cosa del tutto personale) far capire all'uomo che ho un lavoro e me la cavo benissimo anche senza le sue 25 euro della cena. Con il mio ex fidanzato i primi tempi offriva lui, poi con il passare degli anni dividevamo a volte o a volte offrivo io e la volta dopo lui. Era una cosa molto equa comunque. La cena offerta la consideravo un regalo, come la gita fuori porta a spese sue. Ultimamente invece mi è capitato di uscire (una sorta di amicizia strana...) con un ragazzo. Vivendo da sola l'ho invitato a cena spendendo una bella cifra tra vino e prelibatezze. Lui ha portato del gelato del supermercato... Dopo qualche tempo siamo usciti a cena fuori. Una pizza, niente di che, lui ha pagato, io ho tirato fuori la mia parte e lui ha accettato i soldi, dicendo che voleva offrirmela ma mettendosi i soldi nel portafoglio. ... ci son rimasta malissimo, ma non perchè non mi ha offerto la cena ma perchè dopo tutte le volte che è venuto da me, il minimo che poteva fare era offrirmela. Ecco questo per me è maleducazione.
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  5. #15
    fan di peppa pig scazzula2
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    in linea generale le differenze è evidente ci stanno... poi vabbè è normale che ci sono le eccezioni e non tutti quelli del nord sono così e quelli del sud cosà... però in generale le differenze tra nord e sud ci sono

    io però sono del centro

    leggendo i post ho notato che qui in alcune cose siamo più simili al nord e in altre a sud... siamo un mix

  6. #16
    Moderatrice Holly
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    Per me quello che tu hai scritto è semplicemente buona educazione: offrire, non pagare al centesimo, essere ospitali. Sarà che anche se vivo al nord (anche se non ho mai capito se vivo al nord al centro, insomma, Firenze) sono cresciuta in una famiglia del sud, in cui queste cose sono sempre state considerate normali.

    Per quanto riguarda l'uomo che deve offrire... questa cosa non mi torna. Ovvio che mi fa piacere che un uomo mi offra una cena, un gelato o un caffè, però credo molto nella parità dei sessi e penso sia importante (una cosa del tutto personale) far capire all'uomo che ho un lavoro e me la cavo benissimo anche senza le sue 25 euro della cena. Con il mio ex fidanzato i primi tempi offriva lui, poi con il passare degli anni dividevamo a volte o a volte offrivo io e la volta dopo lui. Era una cosa molto equa comunque. La cena offerta la consideravo un regalo, come la gita fuori porta a spese sue. Ultimamente invece mi è capitato di uscire (una sorta di amicizia strana...) con un ragazzo. Vivendo da sola l'ho invitato a cena spendendo una bella cifra tra vino e prelibatezze. Lui ha portato del gelato del supermercato... Dopo qualche tempo siamo usciti a cena fuori. Una pizza, niente di che, lui ha pagato, io ho tirato fuori la mia parte e lui ha accettato i soldi, dicendo che voleva offrirmela ma mettendosi i soldi nel portafoglio. ... ci son rimasta malissimo, ma non perchè non mi ha offerto la cena ma perchè dopo tutte le volte che è venuto da me, il minimo che poteva fare era offrirmela. Ecco questo per me è maleducazione.
    Non ho detto che deve offrire. Ho detto che al Sud è più comune rispetto, per esempio, a Roma.
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    Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.

  7. #17
    Ravenclaw Jeggi
    Donna 32 anni
    Iscrizione: 1/11/2011
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    Io posso parlare solo per i miei esempi familiari...
    Ho dei parenti da parte di mia nonna che sono abruzzesi, ma in 23 anni di vita li ho visti solo un paio di anni fa, quando sono saliti loro, tra l'altro mezzi obbligati per ricatto morale (mia nonna è vecchia, hanno insistito per farle passare un Natale con i suoi fratelli)
    So che quando mia zia scendeva da loro si offendevano se non andava da tutti.
    Per me un rapporto del genere è soffocante.
    Lo dico chiaramente: la famiglia non te la sei scelta, ci sei capitato, come puoi andare per forza d'accordo con tutti?
    Io resto legata alle poche persone alle quali voglio bene davvero, non voglio vincoli di parentela di sorta.
    Ci sono tante cose che non mi piacciono del sud, come ce ne sono tante che non mi piacciono del nord.
    Non mi piacciono molto le persone, ecco.


    Comunque per gli 80cent fare il conto degli spicci è assurdo, ovviamente, ma penso lo sia ovunque.
    Però ricordo un'amica di scuola, lei faceva il conto centesimo per centesimo, ogni tanto le chiedevo qualcosa (dimenticavo sempre le monete lol) e ricordava anche i 5 cent XD Ed è pure una coi soldi.
    Poi ho capito lei e lei ha capito che poteva contare sul fatto che non le avrei mai rubato nulla

    ps: come facesse io non so, a stento ricordo la via dove abito!
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  8. #18
    Malato dell'ultima parola Hulk
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    Per riprendere quello che si diceva nell'altro topic. Anche in questo caso non è tutto bianco o nero.
    E' vero, a sud si tende a festeggiare tutto in grande. Ma contro lo stereotipo comune la maggior parte non lo fa neanche per apparire, o per fare pacchianate - c'è chi lo fa, ma sono in minoranza. E' che il concetto di famiglia, appunto, è più largo. E non è una cosa brutta - non che qualcuno lo stia dicendo. Come è uno stereotipo che si finisce in bolletta per fare le cerimonie. Non è così. Lo dico perché ho un paio di zie che festeggiano ogni volta in grande. Non sono ricche e non si riducono in bolletta. Semplicemente risparmiano e mettono da parte ogni volta qualcosa dallo stipendio/pensione "in prospettiva di". E festeggiano invitando mezzo mondo perché è l'unico momento che si ha per stare tutti insieme a vedersi. Perché la vita è frenetica, la famiglia non la si vede. Poi spesso si è pure lontani, e si riesce a fare un salto solo per le feste comandate e, appunto, il matrimonio/battesimo/comunione di tizio o caio.
    Ma più che una divisione nord-sud, io tutto questo credo dipenda dalla famiglia e dai rapporti che ci sono. Io non potrei invitare mai tutto l'albero genealogico perché con mezzo di quello non c'è rapporto. Come non me ne frega di vedere più di tanto la zia di terzo grado o il cugino del cugino. Ma perché io son cresciuta in una situazione familiare complicata. Chiunque conosco che festeggia in grande lo fa perché è in pace con tutti e vuole vedere pure il cugino del cugino del cugino, perché ci ha rapporti comunque.
    La mia famiglia è metà del nord e metà del sud, e pure quelli del nord, se possono, festeggiano con tutti. O meglio, lo facevano prima che si rompessero i legami. Lo stereotipo sta nel credere nel motivo totalmente sbagliato per il quale si fa una cosa.
    ma vale la pena fare la maxi festa invitando gente fino al terzo grado (e che si vada tutti d'accordo non ci credo nemmeno se lo vedo) risparmiando magari su altre cose della vita quotidiana?

    io lo trovo assurdo.

    - - - Aggiornamento - - -

    Quote Originariamente inviata da Oregon Visualizza il messaggio
    Una cosa che amo del sud è il concetto di famiglia. poi ovviamente dipende da caso a caso, ma li vedo tutti molto uniti. Qui invece quando si nominano i parenti sale lo stress xD
    ma spesso la famiglia straunita è anche una bella facciata.
    che sotto sotto se ne dicono e sparlano che neanche t'immagini.

    solo che li bene o male anche quelli che se stanno sul cazzo continuano a vedersi alle feste di famiglia, qua no, mi stai sul cazzo io e te non ci vediamo piu.

  9. #19
    Temperance
    Donna
    Iscrizione: 15/1/2006
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    Quote Originariamente inviata da Hulk Visualizza il messaggio
    ma vale la pena fare la maxi festa invitando gente fino al terzo grado (e che si vada tutti d'accordo non ci credo nemmeno se lo vedo) risparmiando magari su altre cose della vita quotidiana?

    io lo trovo assurdo.
    Guarda, tu potrai non crederci manco se lo vedi, ma è così. Ho una zia che si sente ogni mattina con tutte le sorelle e i nipoti, pure solo per dire buongiorno e altre due stronzate. Perché si vogliono bene. E per loro non è un sacrificio risparmiare qualcosa per organizzare un evento in cui si sta insieme, perché è quello che desiderano. C'è chi risparmia per l'auto nuova e chi per un matrimonio, un anniversario o quel che è. Per te, come per altri - me compresa - non vale la pena. Per altri sì. E non la trovo assurda come cosa. Per me non è mai assurdo fare qualcosa che ci rende felici.
    Trovo assurdo chi lo fa solo per apparire e far vedere che "lui può", quello sì. Ma per fortuna non conosco persone che lo fanno per quello, perché non ci andrei mai d'accordo.
    A Holly e illusione piace questo intervento

  10. #20
    Malato dell'ultima parola Hulk
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    @Holly
    sul discorso dell'ospitalità è verissimo. qui l'ospitalità te la devi guadagnare

    per quel che riguarda dividere i centesimi ti devo contraddire perchè non è cosi.
    si parla di dividere a metà se vai fuori a mangiare ma non si sta mai li a dividere il centesimo.
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