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Cos'è la crisi?

  1. #21
    Sower Eurasia
    Donna
    Iscrizione: 16/4/2012
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    Quote Originariamente inviata da Annie Lennox Visualizza il messaggio

    Ieri pensavo, forse stupidamente: ma l'europa non può stampare moneta per aiutare quei settori in difficoltà?
    Poi pensavo: ma se non si stampa moneta e in giro c'è cmq sempre la stessa, più o meno quantità di moneta, dove va a finire quella moneta che viene a mancare alle persone comuni?
    Ok, si perde lavoro, si guadagna meno per le aziende..ma quella moneta che manca anche alle aziende che chiudono, dove sta?
    Ok, l'economia non gira, quindi i posti di lavoro diminuiscono, la gente non compra più come prima. Ma quella moneta, quei soldi che c'erano anni fa, tipo nei primi anni del 2000, appena entrati nell'euro, adesso dove sono?
    Chi li ha?
    Lo stato?
    Il debito pubblico? Magari in quel debito ci sono dei soldi che lo stato deve alle imprese, ma che non rende?



    Poi..altra domanda. Il debito pubblico, quel debito espresso in euro, è stato generato da soldi veri? cioè il corrispondente di quella cifra in soldi veri? Se sì, dove cazzo si può trovare quella cifra se soldi non ne circolano?
    Insomma, non sono pratica, vorrei saperne di più da fonti più o meno attendibili u.u
    Oggi a messa il prete ha dato una risposta illuminante: la crisi è stata generata dal valore smisurato che associamo ai beni materiali. Questo ci fa credere che il nostro benessere dipenda dal nostro potere di acquisto e dai nostri beni, quando non possiamo fare gli americani con gli stipendi da africani crediamo nella crisi.
    Provo a rispondere ad alcune delle domande che hai posto, prendi il mio intervento con la pinza.
    La Banca centrale europea non può stampare carta moneta quando vuole perché l'euro corre il rischio di essere svalutato e aumenterebbe l'inflazione. Non si può investire sui settori in crisi, perché nella maggior parte dei casi si tratta di settori saturi (es. l'automotive di massa).L'ideale sarebbe andare alla ricerca di mercati nuovi, a basso impatto ambientale, eco-sostenibili e con forza lavoro qualificata. Questo però richiede una evoluzione lenta, che ad oggi c'è, ma va ad impattare sulla vecchia guardia di imprese e lavoratori con delle competenze obsolete. Non dobbiamo pensare al mercato come qualcosa di stabile: devi pensarlo come una giostra, laddove qualcuno esce qualcun altro entra, solo che l'eco è di chi perde perché gli interessi che ha lasciato alle spalle sono moltissimi in ogni settore (primario,secondario e terziario - anche se nel terzo andiamo bene purtroppo viene tendenzialmente pagato poco).
    La moneta c'è sempre, ma non tutti - una volta guadagnato il denaro - lo investono in conti italiani. C'è chi preferisce investirli in beni materiali (immobili, opere d'arte, etc.) e c'è chi li trasferisce direttamente in conti esteri. Quando pensi alla moneta non devi pensare solo all'euro, ma al rapporto euro/moneta del luogo in cui le persone scelgono di investire (e chi preferisce l'estero all'Italia ha già impoverito con la sua scelta il suo paese).
    L'Italia è in crisi perché si sono ridotti i consumi, ma riduzione del consumo non è solo riduzione del potere di acquisto. A livello aggregato è in crisi anche la famiglia che sceglie di lasciare la macchina parcheggiata e di affidarsi al servizio pubblico. Pertanto il consumo di materia prima si riduce, il prezzo aumenta perché il bene è consumato da meno persone (ma ci sono comunque degli accordi tra paese acquirente e paese venditore circa la quota minima di materia che va venduta) ma va comunque acquistato per mezzo degli accordi di cui tra parentesi. Quindi le aziende acquistano beni materiali, producono, nessuno compra più il bene come prima, la produzione si ferma, l'azienda chiude (alla estrema spicciola). Ma l'azienda ha comunque accordi in essere con i fornitori, deve pagare, e l'imprenditore non è un eroe ma qualcuno che si assume un rischio di impresa (guadagni:perdite). Converrai che in una economia basata sulla catena di sub-appalti la crisi di una sola azienda ha un eco immediato sull'intero circolo di aziende che interessano quell'intero sistema produttivo. E non può che essere così, perché come produttore finale riduci il rischio di avere stock inutilizzati in magazzino derivanti da un ciclo di produzione totale/completo, ma aumenta comunque la responsabilità verso chi ti fornisce, che a sua volta è fornito da qualcun altro. In questo modo è facilissimo perdersi nel labirinto del primo anello della catena e dell'economia informale (chiamiamola "informale") che c'è dietro.
    I soldi li abbiamo perché l'Italiano medio è un risparmiatore, non bisogna confondere il debito pubblico con il debito delle famiglie. Il debito pubblico è un debito dello stato, che può avere un impatto sul reddito delle famiglie. Devi pensarlo come un enorme gioco, di cui per conseguenza di un meccanismo domanda - offerta non avremo mai piena visibilità perché non dipende esclusivamente da noi come Stato. Il debito pubblico può essere generato da una miriade di fattori, non è detto che sia traducibile in denaro contante ma anche in servizi, accordi con istituti di credito, accordi con altri Stati. Ricordiamoci che l'Italia è una delle nazioni rimaste sconfitte dalla seconda guerra mondiale, neppure così lontana. Noi non siamo stati salvati proprio da nessuno, stiamo continuando a pagare.
    Ultima modifica di Eurasia; 30/6/2013 alle 21:50
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  2. # ADS
     

  3. #22
    Vivo su FdT Rocknrolf
    Uomo 37 anni da Milano
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    Quote Originariamente inviata da Nachos Visualizza il messaggio

    Usare una moneta nostra non potrebbe far altro che migliorare la situazione italiana... usare una moneta unica è un po come formare una squadra di calcio professionistica con 4 o 5 bambini in campo, puoi solo vantarti di farne parte ma di fatto non toccherai mai un pallone, non contribuirai a fare nessun gol e rischierai solo di farti male :\
    Si sono visti i risultati di avere una moneta nostra in passato. L'Italia e gli italiani stavano bene solo perché ''baravano'' e ora ne paghiamo tutte le conseguenze. Invece di puntare sui beni a grande valore aggiunto (cosa in cui siamo fenomenali) e aumentare la produttività ci siamo limitati per anni a truccare la bilancia commerciale grazie alla svalutazione. Quando ci serviva ossigeno si svalutava la lira, le esportazioni (che sono sempre stato un nostro punto di forza) schizzavano verso l'alto grazie alla lira svalutata e tutti felici e contenti. Il resto del trucco era rappresentato dalla spesa pubblica SPROPOSITATA che veniva utilizzata per meri scopi elettorali e clientelari invece di utilizzarla per investimenti produttivi e servizi e intanto il debito pubblico diventava ogni anno più insostenibile. Giusto per informazione, dall'entrata in vigore l'Italia ha risparmiato intorno ai 700 MILIARDI DI EURO di interessi sul debito, soldi che ovviamente i nostri politici hanno sperperato. Quanto abbiamo “risparmiato” in interessi con l’euro? | Fare per Fermare il Declino
    La verità è che i politici stavano nascondendo la polvere sotto il tappeto, le nostre aziende invece di investire i profitti per diventare più competitive sui mercati mondiali si godevano i guadagni contando che al momento opportuno ci sarebbe stata la tanto amata svalutazione. Tornando alla lira gli effetti sul breve periodo sarebbero quelli prospettati dagli articoli messi da Canalfeder e fidatevi che sarebbero DEVASTANTI.


    Quote Originariamente inviata da Nachos Visualizza il messaggio

    Quali capitali? oramai siamo mezzi cinesi, i veri capitali saran già tutti all'estero
    Sta gente con il ritorno alla lira prevede fallimenti, aumento del debito, abbassamento degli stipendi ecc... e perché non hanno previsto il fallimento ( o quasi ) che stiamo vivendo attualmente? Ne parlano come se avessimo ancora qualcosa da perdere.
    Uno stato che non rispetta la costituzione, a mio parere, è uno stato fallito. Ci pisciano in testa e ci dicono che piove ( Travaglio )
    In realtà moltissimi economisti già prima che entrasse in vigore l'euro avevano predetto che se ci si fosse limitati ad avere una moneta unica senza avere mercati (del lavoro, dei beni e servizi, bancari) unici l'Europa sarebbe fallita miseramente, ed è proprio quello che si è verificato. Moltissimi economisti mettevano in guardia l'Europa sul fatto che se non si fosse creata una Area Valutaria Ottimale (Area valutaria ottimale - Wikipedia) in situazioni di crisi di un componente della zona Euro ci sarebbe stata una deflagrazione dell'intera UE.
    Ti posto due articoli per farti notare come sia un Keynesiano sia l'economista premio nobel Milton Friedman (il più grande critico di Keynes) avevano predetto che se l'Europa si fosse limitata ad avere una moneta unica ci sarebbe stato un fallimento dell'intera Eurozona.
    Euro, un fallimento annunciato. Venti anni fa la previsione del keynesiano Wynne Godley | Keynes Blog
    FRIEDMAN DICEVA: “L’EURO SARA’ UN FALLIMENTO”! CI HA PRESO! | L'Indipendenza

    Quote Originariamente inviata da Jo Constantine Visualizza il messaggio
    I keynesiani c'hanno sempre ragione
    Keynes forse aveva ragione, i Keynesiani hanno fatto come i cristiani con gli insegnamenti di Cristo.
    A Elaine Marley, Echoes e Meox piace questo intervento

  4. #23
    Matricola FdT JoKer-88
    Uomo 35 anni
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    Crisi è il nome che chi tiene in mano le redini del mondo ha dato al suo perfetto piano finanziario.
    La crisi infatti non è un inaspettato effetto collaterale o disgrazia, ma è il frutto di un piano ben studiato per impoverire la classe media rendendola dipendente da chi detiene il potere, ovvero chi ha i soldi.

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