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Violenza sulle donne

  1. #41
    Pirobo Lucky Luciano
    Uomo 35 anni
    Iscrizione: 20/10/2005
    Messaggi: 4,021
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    scusate ma gli schiaffi dati sul culo mentre si fa sesso vengono considerati come una forma di violenza?


  2. #42
    Zeitgeist
    Utente cancellato

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    Quote Originariamente inviata da -Ataru- Visualizza il messaggio
    ...Mi fate morire quando volete fare i saputoni e fiscali anche quando non ce n'è motivo!!......Nel frattempo: mira il dito!!..

    E' un topic serio, ti costa tanto evitare di renderti ridicolo? Se non sei in grado di affrontare l'argomento, va a parlare di escrementi nella sezione trash. OT finito anche per me.


    Comunque, concordo in larga parte con quello detto da @Eurasia. In particolar modo vi farei riflettere sul modus vivendi delle donne nei paesi del Sud. Esistono delle regole di comportamento precise, in qualche modo una casta, una società chiusa e violenta che le obbliga a sottostare a regole non scritte. Credo che Saviano lo spieghi meglio di me. Per chi fosse interessato, ecco l'articolo.




    Essere donna in terra criminale è complicatissimo. Regole complesse, riti rigorosi, vincoli inscindibili. Una sintassi inflessibile e spesso eternamente identica regolamenta il comportamento femminile in terra di mafie. È un mantenersi in precario equilibrio tra modernità e tradizione, tra gabbia moralistica e totale spregiudicatezza nell'affrontare questioni di business. Possono dare ordini di morte ma non possono permettersi di avere un amante o di lasciare un uomo. Possono decidere di investire in interi settori di mercato ma non truccarsi quando il loro uomo è in carcere. Durante i processi capita spesso di vedere donne accalcate negli spazi riservati al pubblico, mandano baci o semplici saluti agli imputati dietro le gabbie. Sono le loro mogli, ma spesso sembrano le loro madri. Vestirsi in maniera elegante, curarsi con smalti e trucco mentre tuo marito è rinchiuso, è un modo per dire che lo fai per altri. Tingersi i capelli equivale a una silenziosa confessione di tradimento. La donna esiste solo in relazione all'uomo. Senza, è come un essere inanimato. Un essere a metà. Ecco perché le vedi tutte sfatte e trascurate quando hanno i mariti in cella. È testimonianza di fedeltà. Questo vale per i clan dell'entroterra campano, per certa 'ndrangheta, per alcune famiglie di Cosa Nostra. Quando invece le vedi vestite bene, curate, truccate, allora il loro uomo è vicino, è libero. Comanda. E comandando riflette sulla sua donna il suo potere, lo trasmette attraverso la sua immagine. Eppure le mogli dei boss carcerati, sciatte sino a divenire quasi invisibili, sono spesso quelle che facendone le veci più comandano.

    Tutte le storie delle donne in terra criminale si somigliano, sia che abbiano un destino tragico sia che riescano a galleggiare nella normalità. In genere marito e moglie si conoscono da adolescenti e celebrano il loro matrimonio a venti, venticinque anni. Sposare la ragazza conosciuta da piccola è la regola, è condizione fondamentale perché sia vergine. In genere, invece, all'uomo è permesso di poter avere amanti, ma il vincolo dato dalle loro mogli negli ultimi anni è che siano straniere: russe, polacche, rumene, moldave. Tutte donne considerate di secondo livello, incapaci di costruire una famiglia, secondo loro, di educare i figli come si deve. Mentre farsi un'amante italiana o peggio del proprio paese sarebbe destabilizzante, e un comportamento da punire. Attraverso la sessualità passa molta parte della formazione di un uomo e di una donna in terra di mafia. "Mai sotto una femmina" è l'imperativo con cui si viene educati.

    Se mentre fai l'amore, decidi di stare sotto, stai scegliendo pure di sottometterti nella vita di tutti i giorni. Farlo per puro piacere ti condannerà, nella loro logica, a sottometterti. "Mai sesso orale". Riceverlo è lecito, praticarlo a una donna è da "cani". "Non devi diventare cane di nessuno". Vecchio codice a cui si attiene ancora molta parte delle nuove generazioni di affiliati. E regole anche più rigide valgono pure al di fuori dell'Italia. La Yardie, la potente mafia giamaicana egemone in molti quartieri londinesi e newyorkesi, oltre che a Kingston, ne è un esempio. Vietato praticare sesso orale e riceverlo, vietato sfiorare l'ano delle donne e avere rapporti anali. Tutto questo è considerato sporco, omosessuale (i gay sono condannati a morte nella cultura mafiosa giamaicana), mentre il sesso dev'essere una pratica forte, maschile e soprattutto ordinata. Senza baci. La lingua serve per bere, un vero uomo non la usa se non a quello scopo.
    Gli affiliati delle cosche sono ossessionati non solo dalla loro virilità, ma da come poterla esercitare: farlo secondo la rigida applicazione di quegli imperativi categorici, diviene un rito con cui si riconfermano il loro potere. Valgono, quelle norme chiare e inderogabili, in pressoché tutti i paesi di 'ndrangheta, camorra, mafia e Sacra Corona Unita. E sono, a ben vedere, qualcosa in più del semplice specchio di una cultura maschilista. Nulla come quel codice sessuale dice forse come in terra di criminalità non possa esistere ambito che si sottragga alle logiche ferree di appartenenza, gerarchia, potere, controllo territoriale. Potere sulla vita e sulla morte, di cui la morte subita o data è posta a fondamento. E chi crede di poter esserne libero, si sbaglia. Il controllo della sessualità è fondamentale. Anche corteggiare diventa marcare il territorio. Avvicinarsi a una donna significa rischiare un'invasione territoriale.

    Nel 1994 Antonio Magliulo di Casal di Principe tentò di corteggiare una ragazza imparentata con un uomo dei casalesi e promessa in matrimonio a un altro affiliato. Magliulo le faceva molti regali, e intuendo forse che la ragazza non era felicissima di sposare il suo fidanzato, insisteva. Era invaghito di questa ragazza assai più giovane di lui e la corteggiava come dalle sue parti è abituale. Baci Perugina a San Valentino, un collo di pelliccia di volpe a Natale, "postegge" ossia attese fuori dal luogo di lavoro nei giorni normali. Un giorno in piena estate un gruppo di affiliati del clan di Schiavone lo convocò per un chiarimento al lido La Scogliera di Castelvolturno. Non gli diedero neanche il tempo di parlare. Maurizio Lavoro, Giuseppe Cecoro e Guido Emilio gli tirarono una botta in testa con una mazzola chiodata, lo legarono e iniziarono a ficcargli la sabbia in bocca e nel naso. Più inghiottiva per respirare più loro lo ingozzavano. Rimase strozzato da una pasta di sabbia e saliva che gli si è cementificata in gola. Fu condannato a morte perché corteggiava una donna più giovane, col sangue di un importante affiliato, già promessa in moglie.

    Corteggiare, chiedere anche solo un appuntamento, passare una notte insieme è impegno, rischio, responsabilità. Valentino Galati aveva diciannove anni quando è sparito il 26 dicembre 2006 a Filadelfia, che non è la città fondata dai quaccheri americani, ma un paese in provincia di Vibo Valentia, fondato da massoni. Valentino era un ragazzo vicino alla ndrina egemone. Aveva sangue ndranghetista e quindi divenne ndranghetista, lavorava per il boss Rocco Anello. Quando questi finisce in galera per aver organizzato un sistema di estorsioni capillare (per una piccola tratta ferroviaria ogni impresa che vi partecipava doveva pagargli 50 mila euro a chilometro), sua moglie Angela ha sempre più bisogno di una mano da parte della ndrina per andare avanti. Spesa, pulizia della casa, accompagnare i bambini a scuola. A Valentino capita di essere uno dei prescelti. Così lentamente, quasi naturalmente, nasce una relazione con Angela Bartucca. Punirlo è indispensabile e quando non lo si vede più girare per il paese, nessuno si stupisce.

    Condannato a morte perché è stato con la moglie del boss. Solo sua madre Anna non vuole crederci. Suo figlio amante della moglie di un boss? Per lei è impossibile: è divenuto da poco maggiorenne, è troppo piccolo. Ammette che Angela veniva anche in casa a prendere il caffè, e da quando suo figlio è sparito, non si è fatta più vedere. Ma per la madre di Valentino questo non dimostra nulla. "Mio figlio non c'entra niente con questa storia". Insiste a credere vi siano altri motivi, ma per la magistratura antimafia non è così. Per lungo tempo Anna ha dormito sul divano perché lì c'era il telefono ed ha aspettato una chiamata di suo figlio, terrorizzata che in camera da letto potesse non sentire il suono "dell'apparecchio", come a sud lo chiamano. Così, alla fine, la madre di Valentino si chiude nel silenzio di un dolore che rispetta il silenzio dell'omertà, continuando a negare contro ogni evidenza.

    La stessa sorte era già capitata a Santo Panzarella di Lamezia Terme, ammazzato nel luglio del 2002. Santo si era innamorato di Angela Bartucca quattro anni prima. Sempre lei. Gli hanno sparato contro un caricatore, convinti di averlo ucciso lo hanno messo nel portabagagli. Ma Santo Panzarella non era morto. Scalciava nel portabagagli. Così gli hanno spezzato gli arti inferiori per non farlo continuare a intralciare con i calci il suo ultimo viaggio; infine gli hanno sparato in testa. Di lui è stata ritrovata solo una clavicola, che ha però permesso di far partire le indagini. Anche lui condannato a morte per aver sfiorato la donna sbagliata. Valentino quindi forse sapeva di rischiare la pelle, ma ha continuato lo stesso ad avere una relazione con quella donna proibita.

    Ci si immagina Angela Bartucca come una sorta di donna fatale, una mantide come i giornali l'hanno spesso chiamata, capace con la propria seduzione di far superare persino la paura della morte. Una donna che amava e amando condannava a morte. Ma in realtà a vederla non sembra essere così come vuole la leggenda. Dalle foto si vede il viso di una ragazzina, carina, la cui colpa principale era la voglia di vivere. Un marito in carcere per le donne di mafia significa astinenza totale. Di affetti e di passione. Solo i boss maturi, se sono sposati con donne più giovani e sono condannati a pene pesantissime, permettono che le mogli possano avere qualche marito sostitutivo. Quasi sempre si preferisce il prete del paese quando disponibile o un fratello, un cugino, un parente comunque. Mai un affiliato non del sangue del boss, che godendo del rapporto con la donna potrebbe assumerne in qualche modo di riflesso il carisma e sostituirlo.

    Molte donne vestono di nero, anche quelle giovani, e quasi perennemente. Lutto per un marito ucciso. Lutto per un figlio. Lutto perché è stato ucciso un fratello, un nipote, un vicino di casa. Lutto perché è stato ammazzato il marito di una collega di lavoro, lutto perché è stato assassinato il figlio di un lontano parente. E così c'è sempre un motivo per tenere il vestito nero. E sotto il vestito nero si porta sempre un panno rosso. Le anziane signore indossavano una maglietta rossa, per ricordare il sangue da vendicare, le giovani donne indossano un intimo rosso. Un ricordo perenne del sangue che il dolore non fa dimenticare, anzi il nero accende ancora più il colore terribilmente intimo della vendetta.

    Rimanere vedove in terra criminale significa perdere quasi totalmente l'identità di donna e ricoprire soltanto quella di madre. Se resti vedova puoi risposarti solo con il consenso dei figli maschi. Solo se ti risposi con un uomo dello stesso grado del padre (o superiore) all'interno delle gerarchie mafiose. Ma soprattutto solo dopo sette anni di astinenza sessuale e osservazione rigida del lutto. Perché gli anni della vedovanza dovevano corrispondere al tempo che secondo le credenze contadine un'anima ci metteva per raggiungere l'aldilà. Così si aspettava che l'anima arrivasse nell'altro mondo, perché se ancora stava in questo avrebbe potuto vedere la moglie "tradire" con un altro. Antonio Bardellino, boss carismatico di San Cipriano d'Aversa, tendeva a liberare le vedove da queste regole medievali e da questo perenne dolore imposto. In paese molti ricordano che fino a quando comandò, don Antonio diceva: "Si mettono sette anni per raggiungere il paradiso, noi andiamo da un'altra parte. E quella parte si raggiunge presto, int' a nà nuttata".

    Ma quando fu fatto fuori Bardellino arrivò l'egemonia degli Schiavone, e tornarono le vecchie regole sessuali. Nell'agosto del 1993 Paola Stroffolino fu scoperta con un amante. Lei moglie di un boss molto importante, Alberto Beneduce, tra i primi ad importare cocaina e eroina direttamente sulle coste del Casertano. Dopo che Beneduce fu ucciso, lei non rispettò i sette anni di vedovanza e intraprese una relazione con Luigi Griffo. Il clan decise che un atteggiamento del genere era irriguardoso nei confronti del vecchio boss. E così per eseguire la punizione scelsero un suo caro amico, Dario De Simone. Invitò la coppia in una masseria di Villa Literno con la scusa di volergli far assaggiare le prime mozzarelle dell'estate. Un solo colpo alla testa per l'uomo e uno per la donna. Non di più per due infami che avevano insultato la memoria e l'onore del morto. Poi, aiutato da Vincenzo Zagaria e Sebastiano Panaro, l'uomo che aveva mostrato la sua lealtà uccidendo scaraventò i corpi in fondo ad un pozzo molto profondo a Giugliano.

    Sandokan, cioè Francesco Schiavone, e suo fratello furono accusati come mandanti. La vedova di un boss è intoccabile, ma se si sporca con un altro uomo, perde lo status di inviolabilità. I pentiti che cercavano di superare l'incredulità dei giudici, diedero una risposta che è anche una sintesi eccezionale: "Dottò, ma scopare qui è peggio che uccidere. Meglio se uccidi la moglie di un capo. Forse puoi essere perdonato, ma se ci scopi sei morto sicuro". Amare, decidere di fare l'amore, baciare, regalare qualcosa, fare un sorriso, sfiorare una mano, provare a sedurre una donna, esserne sedotto può essere un gesto fatale. Il più pericoloso. L'ultimo. Dove tutto è legge terribile, i sentimenti e le passioni che non conoscono regole condannano a morte.

  3. #43
    Mai più senza FdT RudeMood
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    Mah.
    Secondo me le parole di Saviano non fanno granché testo.
    Se hai a che fare con la malavita devi riguardarti.
    E non importa più di tanto cos'hai in mezzo alle gambe.

  4. #44
    Zeitgeist
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    Quote Originariamente inviata da RudeMood Visualizza il messaggio
    Mah.
    Secondo me le parole di Saviano non fanno granché testo.
    Se hai a che fare con la malavita devi riguardarti.
    E non importa più di tanto cos'hai in mezzo alle gambe.

    Dove vivi?

    Ti consiglio di osservare la vita delle donne tra la provincia di Caserta a quella di Napoli (nei rispettivi entroterra). Quello che Saviano ha perfettamente descritto è un'atteggiamento generalizzato e culturale della società e dei rapporti tra uomo e donna. Non vale solo per la camorra. E' un filo rosso che attraversa anche le relazioni e le famiglie normali.

  5. #45
    Temperance
    Donna
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    Quote Originariamente inviata da Dylan. Visualizza il messaggio
    No no ma nemmeno io giustifico la violenza, sia chiaro
    Io sono interessata a capire, ma non a giustificare, che è diverso.
    Un conto è giustificare un uomo che picchia la moglie 'ma povero, è frustrato dal lavoro, ha tutto il peso della famiglia alle spalle ecc', un conto è capire la causa scatenante della violenza in sè, studiare cosa scatena in un uomo la persecuzione verso qualcuno, scosa scatena uno stupro, ecc..
    @Dylan. quando parlavo di giustificare non mi riferivo alle tue parole, Intendevo che non concepisco - sì, concepisco è meglio, ma al momento non mi veniva la parola adatta xD - nessun genere di violenza, su nessun essere vivente. Anch'io son d'accordo con il tuo pensiero, sarebbe utile concentrarsi non solo su chi subisce violenze, ma anche su chi le attua, cosa che il più delle volte non accade.

  6. #46
    Alias Bonnie Tyler Joy Turner
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    Quote Originariamente inviata da Temperance Visualizza il messaggio
    @Dylan. quando parlavo di giustificare non mi riferivo alle tue parole, Intendevo che non concepisco - sì, concepisco è meglio, ma al momento non mi veniva la parola adatta xD - nessun genere di violenza, su nessun essere vivente. Anch'io son d'accordo con il tuo pensiero, sarebbe utile concentrarsi non solo su chi subisce violenze, ma anche su chi le attua, cosa che il più delle volte non accade.
    OT: capito un càzzo come al solito

  7. #47
    Mai più senza FdT RudeMood
    Donna 43 anni
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    Quote Originariamente inviata da Zeitgeist Visualizza il messaggio
    Dove vivi?

    Ti consiglio di osservare la vita delle donne tra la provincia di Caserta a quella di Napoli (nei rispettivi entroterra). Quello che Saviano ha perfettamente descritto è un'atteggiamento generalizzato e culturale della società e dei rapporti tra uomo e donna. Non vale solo per la camorra. E' un filo rosso che attraversa anche le relazioni e le famiglie normali.
    Guarda che non vivi in un universo parallelo a migliaia di kilometri di distanza.
    Vivo 100 km a nord ovest di caserta. Mica tanto lontano eh?
    Pieno di camorra pure qua. Pieno di ex contadini. Pieno di anziani che la pensano all'antica. Pieno di donne, anziane, che si sentono donne perché hanno un ruolo in famiglia, e non perché si fanno la manicure tutti i giorni.
    Pieno di donne, adulte, che hanno seguito ilconsiglio delle loro madri di 'trovare un buon partito' e oggi SI SENTONO prigioniere di eventuali dicerie. Non si sentono prigioniere dei propri mariti.
    Attenzione davvero.


    Vorrei chiedere a chi ne sa, cmq, dove vengono prese le percentuiali, i numeri, le testimonianze delle donne che sono state soggette a Violenze, varie ed eventuali.

    @LuciadiLammermoor;
    La vera norma igienica è lavarsi, oggi.
    Ieri la circoncisione veniva praticata anche per una questione di igiene, o forse solo per quel motivo. Che io sappia i bambini ebrei e islamici vengono ancora circoncisi, anche se esistono acqua e sapone.

    Di contro c'è da dire che le donne spesso spingono gli uomini a circoncidersi, per una questione di igiene . Non è una specie di violenza pure questa?

  8. #48
    Alias Bonnie Tyler Joy Turner
    Donna 36 anni
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    Quote Originariamente inviata da RudeMood Visualizza il messaggio
    Vorrei chiedere a chi ne sa, cmq, dove vengono prese le percentuiali, i numeri, le testimonianze delle donne che sono state soggette a Violenze, varie ed eventuali.
    Scusa @RudeMood, tra una balla e l'altra mi ero scordata di risponderti.

    Io personalmente mi sono sempre tenuta informata tramite libri, fatti di cronaca, e testimonianze anche dirette. Quest'estate ho avuto modo di consultare le statistiche istat riguardanti la mia città nello specifico, e posso confermare che qui il fenomeno è abbastanza esteso..

  9. #49
    pietra miliare FDT.. maya
    Donna 40 anni da Piacenza
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    Non mi piace molto parlarne, ma posso dire che da bambina e da adolescente ricevevo violenza da mio padre, per violenza intendo botte (alle medie son andata a scuola con un bell'occhio nero dicendo che ho preso contro il letto; alle elementari se dovevo chiamare un compagno di scuola x' alcune delucidazioni su un compito mi correva dietro e io mi nascondevo nell'armadio, ma lui mi tirava fuori a forsa per un braccio buttandomi in malo modo sul divano e schiacciandomi le ginocchia al petto e sul mento che non riuscivo a parlare o rispondergli, così si incazzava e volavano schiaffoni; a 13 anni quando mi accostai alla moda e alla musica dark,ero solita truccarmi gli occhi di nero, ma si vede che quella sera era nervoso, e mentre ero in bagno a struccarmi mi ha schiaffeggiata talmente forte che sono finita a peso morto dentro la vasca battendo schiena e testa)...questi solo alcuni esempi, e null'altro chiaramente, ma lui era il padre padrone...ora i miei fortunatamente sono divorziati e penso di essere stata felicissima quel giorno; adesso non alza più le mani, ma credo che in me veda mia miamma e questo lo fà incazzare e spesso ha degli atteggiamenti di merda o dice cose assolutamente da ignorante! ha una mentalità chiusa...
    e mi ricordo che mi fece promettere di non dire mai a nessuno che l'occhio nero me lo fece lui perchè se no sembrava che mi picchiasse sempre...

    Quote Originariamente inviata da Dylan. Visualizza il messaggio
    Io c'ho fatto una tesi di laurea sull'argomento, però analizzando le cause e le motivazioni che portano gli uomini a fare quel che fanno, trovo molto interessante capire prima la psicologia dell'uomo deviante, senza ovviamente giustificare tali atteggiamenti, che dedicarsi solo ed esclusivamente alle conseguenze sulle donne.
    E, prima di esser fraintesa, non intendo dire 'sbattiamocene le palle delle donne ma pensiamo a capire gli uomini, poverini' anzi.
    Trovo abbastanza frustrante il fatto che sia pieno zeppo di centri antiviolenza, telefoni donna, case rifiugio, mentre siano rari (e non a frequenza obbligatoria) i cosidetti 'telefono uomo'.
    Mi spiego meglio.
    Se un uomo picchia la moglie per anni e finalmente viene fatta giustizia, la donna viene allontanata di casa, viene seguita, viene giustamente tutelata e assistita, mentre per l'uomo tutto questo non è obbligatorio. Magari ci sono 2/3 sedute di uno dallo psicologo ed è finita lì, l'uomo realmente non capisce le cause inconsce che lo hanno portato a sfogare la rabbia e le sue frustrazioni verso la donna che aveva detto di amare di fronte a tutti i sacramenti della terra.
    Risultato? una donna esce dall'incubo e si rifà una vita (con le cicatrici del passato) l'uomo continua la sua vita magari facendo lo stronzo e il subdolo manipolatore con un'altra malcapitata di turno. E via verso un nuovo inferno.
    E ste cose le so perchè le ho viste dal vivo, lavorando in una casa rifiugio, e ho visto e sentitto di situazioni al limite.
    questo perchè la donna è vista come il sesso debole, quando invece non sempre è così; può sembrare strano, ma c'è anche la violenza all'uomo è!
    c'era anche un film in cui il tipo denuncia una donna perchè lo ha stuprato in ascensore...
    Concordo con te dylan; certo però che alla fine sono più gli uomini che le donn e che usano violenza

  10. #50
    Mai più senza FdT RudeMood
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    @Dylan.;

    Quote Originariamente inviata da Dylan. Visualizza il messaggio
    S Quest'estate ho avuto modo di consultare le statistiche istat riguardanti la mia città nello specifico, e posso confermare che qui il fenomeno è abbastanza esteso..
    Ti invito a leggere questo:


    http://forum.fuoriditesta.it/attuali...femminile.html

    L'articolo dice che le statisiche dell'ISTAT sono basate su questionari non adatti al tipo di indagine. Come ho detto di là non prendo questa notizia come oro colato. Ma non prendo come oro colato nemmeno le statistiche...

    Tu hai avuto modo di leggere solo i risultati, o anche i questionari?
    Sinceramente non so nemmeno se i questionari siano consultabili e reperibili.Sarebbe interessante .

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