Originariamente inviata da
Cal Lightman
Ma la vita non vale proprio nulla come già scrivevo in un altro topic, cioé, se ora ho deciso di non suicidarmi e di piantarla di "agognare" la morte non é perché all'improvviso ho cambiato idea, sono tornato indietro sui miei passi, e mi sono detto "oibò! ma la vita tutto sommato non é malaccio!" ma per puro egoismo. Ho sperimentato la paura vera della morte e mi sono sentito male, ho capito che la morte mi fa troppa paura, ed é giusto! é l'istinto di conservazione che ci porta a questo.
Se la gente non avesse questo istinto si ammazzerebbe a ogni pisciata di cane, ma é nella nostra natura mantenerci in vita anche nella miseria (economica ma più che altro mentale) e continuare a lavorare.
Siamo api operaie, siamo formiche, lavoriamo in tanti per creare e produrre all'ombra di un ape/formica regina, allo stesso modo in cui funziona la nostra piramide sociale. Psicologicamente la nostra etica non é troppo dissimile da quella animale. Siamo più intelligenti ma ci comportiamo esattamente come si comportavano i nostri antenati.
Il problema di quando metti un cervello intelligente e riflessivo nel corpo di un animale che di fatto risponde a degli istinti illogici (nel senso che un istinto non é sopprimibile in quanto non ammette la subordinazione al ragionamento, un impulso é un impulso e non lo si può contrastare e comandare) é che ne risultano una serie di controsensi e dissidi interni, lungo quella linea di confine tra la logica e l'istinto, tra quel vago concetto di morale e di etica (pure invenzioni intellettuali funzionali alla creazione della civiltà) e l'esigenza carnale.
es: é sbagliato uccidere?
si perché nessuno ha diritto di togliere la vita a nessuno
e perché no?
perché é così!
e allora la pena di morte?
ma li é giustizia
e chi ti dice che l'omicidio legalizzato può correggere una colpa?
perché chi uccide merita di essere ripagato della stessa moneta
si ma tu comunque hai commesso un omicidio, hai solo trovato un pretesto per farlo, non si chiama giustizia quindi, ma si chiama vendetta, e la vendetta é appagamento personale, e quindi la vendetta é un impulso di violenza che é insito in ognuno di noi, non puoi sopprimerlo.
Ora non ho voglia di fare tutto il ragionamento, perché sono troppo stanco e non sono nemmeno sicuro di essermi spiegato bene prima. Ma il succo del discorso é che ....niente non ho proprio voglia di continuare.
La vita fa schifo e l'unico motivo percui la gente cercherà di convincerti del contrario é solo la dimostrazione che l'uomo non può sottrarsi dai propri istinti.
L'istinto di conservazione, l'istinto di procreazione, l'istinto di amare, l'istinto di avere famiglia, l'istinto di stare nel branco, la logica di gruppo, il condizionamento collettivo, l'istinto di credere in Dio, l'indole violenta e aggressiva (quasi come se le persone si sentissero in trappola a fingere di essere buone con gli altri e più libera quando si comporta in modo aggressivo) la paura di rimanere soli, la paura del buio, la brama di potere e la volontà di distinguersi dalla massa (tutti i formicai hanno una regina, così come ogni governo ha il suo massimo vertice e in ogni classe c'é sempre un bulletto che vuole primeggiare sugli altri compagni) sono tutti retaggi dai quali non possiamo sottrarci.
Aggiungi questo bordello di istinti alla logica umana (intellettualismo, che stranezza! quasi un difetto di progettazione del nostro abile cervello) ne deriva la morale, o meglio l'ipocrisia.