Originariamente inviata da
UriGeller
E parte il topic provocatorio.
Per molti secoli il valore della vita umana è stato considerato pochissimo: era normale uccidere un uomo in duello, in battaglia, semplicemente perché oppositore politico, rivale in amore eccetera. Vediamo spesso nei film storici come la morte nei secoli passati fosse una realtà quotidiana, sia per cause accidentali sia perché chiunque avesse una posizione di potere non si faceva scrupoli ad uccidere anche solo per mantenere la propria autorità.
Poi tutto è cambiato. Il valore della vita umana oggi è alle stelle e quello che io mi chiedo, fuori da ogni ipocrisia e retorica è: non si starà esagerando? La vita à comuqnue una cosa effimera e la morte è una realtà che tutti devono affrontare, allora perché sembra che la morte di una persona sia la cosa più tragica al mondo?
Vediamo Stati sovrani che obbediscono a bande di fuorilegge sotto la minaccia di uccidere UN cittadino (neanche una strage), dopo il caso Mastrogiacomo Fassino ha detto che secondo lui anche Aldo Moro andava salvato e bisognava cedere ai brigatisti. Abbiamo visto governi che pregavano un popolo di non giustiziare un feroce dittatore di 75 anni (Saddam) invocando ancora il valore della vita umana (ma mi sembra chiaro che non gliene fregasse nulla di salvarlo davvero).
Per quanto la vita di un uomo possa essere importante, esistono la storia, i popoli, la ragione di Stato (che sono milioni di uomini!). Ha davvero senso che tutto questo si faccia spesso condizionare dalla vita di un singolo?