quando una persona sà di essere un genio la prima cosa che dovrebbe dire a se stessa è il sapere di non essere un genio.
quando una persona sà di essere un genio la prima cosa che dovrebbe dire a se stessa è il sapere di non essere un genio.
Ma era un pensiero vero, falso o soggettivo?
e perchè? quella è semplicemente la modestia, non c'entra nulla con la consapevolezza di essere un genio o meno.
volevo dire a wu ming che il tizio non beveva, tutto l'opposto, lui si faceva di sciroppo per la tosse e beveva un sorso di vodka al giorno non per sbronzarsi, ma per non subire danni al cervello che altrimenti sarebbero stati causati dallo sciroppo per la tosse.
sul perchè la vodka evitasse i danni al cervello che avrebbe causato l'assunzione quotidiana di sciroppo, chiedilo agli autori di dott. house
llonina, la tua definizione di felicità è la stessa che potrebbe dare winnie the pooh in un suo dvd... guardare un bambino che gioca o un animale che corre... neanche dopo 4 canne potrei dare una tale definizione di felicità
questo ragionamento è lo stesso che ha portato Homer a farsi reinserire il pennarello nel cervello,e a capire il motivo dell'eterna infelicità di Lisa...
Fatti e felici
oppure geni ma tristi?
Questo è il il dilemma.
La modestia è un aspetto naturale, credo che una persona che ha sviluppato diversi interessi e si sente in un certo senso "migliore" rispetto alla maggiorparte della popolazione sarebbe falsa se non lo denotasse (a se stessa e ad altri). Comunque condivido per chi trova la parola genio abbastanza relativa. La mia frase sopra è in realtà tratta da un importante pensiero filosofico:
Sapere di non sapere
Paradossale fondamento del pensiero socratico è il "sapere di non sapere", un'ignoranza intesa come consapevolezza di non conoscenza definitiva, e quindi movente fondamentale del desiderio di conoscere.
Socrate - Wikipedia