PROVINCIA-KILLER DI VOLPI, 800 DA ABBATTERE A PERUGIA CON GABBIE E TRAPPOLE
3 lug 08 - D. Milosa
«Disturbano i cacciatori». 3 luglio 2008 - Come recita l'adagio popolare, è troppo furba. Tradotto in termini tecnici significa che la volpe non ha predatori naturali. Un tempo c'era il lupo. Ma oggi nessuno è in grado di cacciarla. Mentre lei, la volpe, ha solo l'imbarazzo della scelta. Mangia di tutto e si riproduce. In Umbria, pare, più che in altre regioni, visto che la Provincia di Perugia ha approvato una delibera per abbatterne 800 esemplari. «Non di più», dice l'assessore Massimo Buconi che poi aggiunge: «Sarà limitata agli ambiti territoriali di caccia». Ancora meglio: «Qui si parla di prelievo selettivo per il riequilibrio faunistico ». Che avverrà con l'avallo dell'Istituto nazionale per la fauna selvatica e l'ok di Legambiente.
«Perché in fondo la volpe mica vive di spirito santo», scherza ma non troppo il Presidente della provincia Giulio Cozzari.
La caccia, nel senso di cartucce e doppiette, però c'entra eccome. «La delibera — dice Sauro Tresenzini, coordinatore nazionale delle guardie del Wwf — è un favore al partito delle doppiette», che in Umbria conta e molto anche.
Ingerenze? «No, figuriamoci », precisa Cozzari che la caccia, proprio, non ce l'ha nel cuore, ma «mediazioni», quelle sì. E in effetti è difficile ignorare «la popolazione di cacciatori più vasta d'Italia», conferma Tresenzini che poi spiega: «Ogni anno gli ambiti territoriali di caccia (in Umbria sono 3, ndr) spendono 400mila euro per ripopolare le aree e fornire un buon servizio ai cacciatori » che all'apertura della stagione «vogliono far carniere». Sparare e contare le prede. «E così i fagiani assomigliano a polli colorati, allevati in cattività, e gettati nei boschi per farsi ammazzare». Tresenzini li chiama «fagiani tonti». E come tali vittime delle volpi. Un brutto «affare» per i cacciatori. «Ma la volpe non c'entra, è l'uomo a creare il disequilibrio ». Conclusione: «Quella della Provincia è un'inutile strage ».
Niente scandalo, l'assessore Buconi lo precisa più volte: «Si tratta di una delibera di contenimento » che «rientra nella legge regionale che dà la facoltà alle province di prevenire gli squilibri faunistici». Favorevole, Stefano Tacconi, presidente dell'associazione umbra Libera caccia, per il quale «ormai le volpi sono come i piccioni nelle città ».
Certo, come ammette lo stesso Presidente della Provincia, «l'immagine di abbattere 800 volpi desta alcune perplessità». Dubbi? «Molti — conclude Tresenzini — perché ogni volta queste iniziative per così dire "legali", si lasciano dietro strascichi criminali». Un esempio: tagliole, lacci e cibo avvelenato. La delibera della Provincia, invece, prevede trappole, gabbie e battute notturne.
Davide Milosa dal Corriere della Sera