Il racconto di un ex addetto che lavorava nell'impianto dei video choc con la cocaina: «L'ho denunciato, mi hanno picchiato e poi licenziato»
Cristian Castaldi
ROMA - Rocca Cencia, il massacro dei gatti. Micetti scaraventati sul pavimento e lasciati lì agonizzanti. Uccisi per gioco, tra le risate, per vedere che effetto fa. È un operaio dell'Ama sui 50 anni a essere chiamato in causa da un ex collega, in questa nuova puntata sulle attività «extra» nella municipalizzata. Lo scenario è l'impianto «Ama 2» per il trattamento dei rifiuti, già salito alla ribalta per i video sull'uso di cocaina e i furti di rame. Qui, a Rocca Cencia, ultimo lembo di periferia est fuori da ogni controllo, i felini sono attirati a schiere, da sempre, dal lezzo dell'immondizia.
È lo scorso 18 febbraio, ore 10,30. Il dipendente accusato scopre 4 mici appena nati vicino al nastro per la selezione dei rifiuti. Ne prende uno grigio, lo soppesa sul palmo. Poi, con gesto di sfida, lo scaglia a terra, uccidendolo all'istante. Ora sta per afferrarne un secondo... Ma un addetto più giovane, inorridito e indignato, tenta di bloccarlo. «Fermati, pezzo di m..., non si trattano così gli animali!».
Il lanciatore di gatti reagisce: «Attento, ti faccio fa' la stessa fine!». L'aggredito, spaventato, fa dietrofront. E, sulla schiena, sente un colpo secco. Non è un pugno: è un'altra bestiola che gli è stata lanciata dietro per sfregio. La ricostruzione, attimo per attimo, è nella denuncia presentata ai carabinieri di San Vittorino: «Purtroppo anche questo gattino moriva immediatamente...».
Ma non era finita. Insulti, grida. Parte il pestaggio: l'amico dei mici, addetto di 2° livello, padre di un bimbo di un anno, a Rocca Cencia dal 2011 dopo aver lasciato gli studi universitari di Lettere «perché io, mia moglie e mio figlio dovevamo pur mangiare», ha la peggio. «Colpendomi con il gomito, mi provocava un graffio alla zigomo. Dopodiché mi faceva battere con la nuca alla parete». Il ferito piange, è terrorizzato. «Temendo di perdere il posto, con un pezzo di carta rimuovevo il sangue dell'animale morto dalla mia felpa e continuavo a lavorare. Dopo un po' ho parlato con il capoturno, "sono stato menato per difendere i gatti", gli dico, e lui mi ha risposto: "Si vede che te lo meritavi"...». Arriva un'ambulanza, lo portano all'ospedale di Tivoli: il referto parla di trauma cranico, lesioni al volto, crisi di panico.
Cristian Castaldi, 26 anni, assunto in Ama attraverso l'agenzia Manpower, oggi è disoccupato. «Da quel giorno è iniziata una trafila vergognosa. L'unica preoccupazione è stata mascherare l'accaduto, coprire le responsabilità. L'Ama ha scritto in un rapporto che i 4 mici erano stati trovati già morti, ma non è vero. Un collega ha preso i due superstiti e a uno gli dà ancora da mangiare. Ma a me, intanto, mi hanno licenziato». La lettera di «recesso» della Manpower risale al 5 settembre. «Stante l'impossibilità di adibirla ad altra mansione, il suo contratto è risolto...».
L'ex operaio mostra le carte, freme di rabbia. «Anche se i responsabili hanno sempre minimizzato - esclama - l'Inail ha riconosciuto l'infortunio sul lavoro! Al rientro, in agosto, mi hanno messo in permesso retribuito. Poi, il 3 settembre, mi hanno sottoposto ad accertamenti sanitari per una mansione superiore, da conduttore d'impianto, non la mia come da contratto. E così, sulla base di questa alterazione, adducendo la scusa che lo stato psico-fisico non mi consentiva di svolgere quella funzione, hanno raggiunto lo scopo di togliermi di mezzo». Il ragazzo ha paura, teme ritorsioni. «Ma non potevo star zitto, tenermi dentro una simile ingiustizia - confida con un sorriso timido - Adesso non so se mi riprenderanno in Ama oppure, magari, troverò un lavoro con gli animali, che è sempre stato il mio sogno... Quando vedo un gatto per strada, ci penso: è stato per uno come te, cucciolo, che mi hanno licenziato, però mica sono pentito...».
---------------
La strage nell'impianto dell'Ama: «Gatti torturati a Rocca Cencia» - Corriere Roma
----------------
notate il praticolare una istituzione pubblica che copre i torturatori. A questo punto cosa serve lo sdegno quando chi denuncia viene licenziato e chi fa questo cose ?