(tratto da il giornale)
«Nel mio quartiere la camorra ci difende ma, se succedono le liti tra di loro, non pensano a nessuno e vanno a finire in mezzo alla gente perbene e molte persone sono state uccise per sbaglio».
È il pensiero, espresso in un tema, «Racconta il tuo quartiere», da Francesco, uno studente di terza media, che vive in uno dei tanti quartieri del disagio di Napoli. Il ragazzo, pur riconoscendo nel corso del suo compito che i clan siano un male, non esita, comunque, ad esprimere anche dei giudizi positivi sulla camorra. In sostanza, quel «ci difende», rappresenta, per chi vive nel quartiere di Miano, una immunità di fatto, da rapine, scippi, furti, attacchi dalle cosche di altri quartieri. Anche altri studenti «modello», non tutti, su una trentina di ragazzi, hanno stupito per le loro opinioni choc.
È successo in una scuola media di Miano, una sorta di quartiere gemello della «famigerata» e vicina Scampia, enormi pezzi di Napoli a «conduzione» camorristica, situati a nord della città governata da Rosa Russo Iervolino.
La scuola dove è stata scritta l’apologia dei clan, delle pistole calibro 9 e del traffico della droga, è intitolata all’eroico vicebrigadiere dei carabinieri, Salvo D’Acquisto. Doppiamente blasfema, quindi, l’esaltazione verso chi uccide, con l’eroina o con il piombo, o con le bombe del racket.
Tornando a Francesco, lo studente ha rivolto anche dure accuse ai governanti locali. «Il mio quartiere è grande e c’è la camorra ma non abbiamo solo il problema della camorra ma anche dell’immondizia. Nel mio quartiere non c’è un cinema, una villa dove andare con le nostre famiglie nelle ore libere. A Miano non c’è nulla».
Un altro ragazzo, Antonio, ha scritto nel suo tema: «Non mi spavento, quando vedo nel mio quartiere, spacciatori, droga passare di mano in mano: noi cittadini ci siamo abituati. C’è gente che odia la camorra, io invece no, anzi, a volte penso che senza la camorra, non potremmo stare, perché ci protegge tutti, pure il fatto che tutti pagano il pizzo non è giusto, però chi paga resta protetto».
I temi che difendono i camorristi, però non meravigliano più di tanto don Aniello Manganiello, parroco di frontiera alla chiesa di Santa Maria della Provvidenza, al rione Don Guanella, a Scampia. «Nei loro temi, questi studenti hanno fotografato con precisione la realtà. Questi ragazzi hanno bisogno di risposte concrete, ma il governo deve varare per Napoli, delle leggi speciali. Basta con il permissivismo, il carcere deve essere certo per chi delinque».
Poi, don Manganiello ha rivolto un invito agli studenti della scuola media D’Acquisto. «Venerdì prossimo, alle 9 di sera, c’è una fiaccolata contro la camorra: venite anche voi».
Ma a finire sotto i colpi dei sicari della camorra sono anche persone innocenti. La biblioteca della scuola media «D’Acquisto» è intitolata ad Attilio Romanò, giovane ucciso per uno scambio di persona ai tempi della faida tra i Di Lauro e gli scissionisti. «Non è giusto morire così - scrive Marco - solo perché ci si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato». Camorristi punti di riferimento e potenziali “alleati”, ma anche miti, come calciatori e veline. Quando fu arrestato Cosimo Di Lauro, figlio del narcotrafficante Paolo, i bambini fecero a gara nel passarsi le sue foto per gli sfondi sul cellulare.
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Come si possono sconfiggere le mafie se le loro vittime le sostengono?
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e alla munnizza anche ?